Movimento civico o di destra? |La fase 2 di Diventerà Bellissima

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22 Febbraio 2018, 05:40

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PALERMO – La domanda, riassumendo il tutto con una battuta, è se Diventerà Bellissima alla fine diventerà nerissima. Il movimento civico fondato da Nello Musumeci, che ha accompagnato il suo leader nel travagliato cammino verso la presidenza della Regione, in queste elezioni politiche ha chiuso un accordo con Fratelli d’Italia ed è nelle liste di quel partito che nei collegi plurinominali si sono accasati i candidati musumeciani. Un’intesa con un partito di destra-destra che probabilmente è sembrato il più naturale a quel corposo pezzo di movimento che affonda, come il suo fondatore, le radici storiche nella destra missina.

La fase di composizione delle liste non è stata indolore in Diventerà Bellissima. A dare voce pubblicamente ai mal di pancia nel movimento è stata Giusy Savarino, che ha parlato di “accordo al ribasso” e mettendo in allarme dal rischio di omologazione politica. Le tensioni sarebbero state palpabili in una infuocata direzione regionale che si è tenuta dopo la presentazione delle candidature, seguita in prima persona da Raffaele Stancanelli, coordinatore del partito doppiamente candidato (al proporzionale e al maggioritario) il 4 marzo.

Savarino faceva parte della cabina di regina a tre che ha retto il movimento nella sua prima fase, insieme ad altri due giovani, Ruggero Razza e Alessandro Aricò. E se Razza viene dalla destra catanese, Savarino ha trascorsi democristianissimi e Aricò si è formato politicamente nel vecchio Pri di Spadolini. Oggi i tre hanno incarichi importanti all’Ars e al governo, ma la guida del movimento è passata nelle mani di Stancanelli.

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Il politico catanese ex An solo un paio di giorni fa ha spiegato a La Sicilia che il patto con Fratelli d’Italia è solo elettorale e non prelude a un accorpamento. “Diventerà Bellissima – ha detto Stancanelli – ha solo fatto un accordo con “Fratelli d’Italia” perché il nostro movimento non poteva presentare liste a causa dello sbarramento del 3% nazionale, che equivale a un milione di voti. Per quanto forti siamo in Sicilia non avremmo potuto…. Abbiamo quindi fatto un accordo elettorale con Fratelli d’Italia che ci ha ospitato, ma manterremo la nostra autonomia”. Un’autonomia che dovrebbe proseguire dopo il voto, visto che gli esponenti di Diventerà Bellissima, se eletti, non dovrebbero aderire al gruppo della Meloni.

I candidati del movimento di Musumeci sono solo due nei 29 collegi uninominali, lo stesso Stancanelli e Giovanna Candura a Gela. Poi ci sono quelli ospitati al proporzionale nelle liste di FdI, come Chiara Sterratino a Messina, la capolista a Palermo Tania Pontrelli, con trascorsi nel Fronte della Gioventù, Michele Ricotta nel collegio di Gela-Agrigento.

Nel movimento c’era stato anche chi aveva sostenuto l’opportunità di non chiudere accordi con uno dei quattro partiti della coalizione e presentare solo candidati nell’uninominale, strappando qualche collegio in più dei due ottenuti. Non è andata così. E alla fine, dopo trattative abbastanza rapide, si è scelto il partito di Giorgia Meloni, la leader di centrodestra più esposta contro ipotesi di inciuci vari dopo il voto, scesa a Catania qualche giorno fa in una kermesse da rifondazione missina (tra i candidati in Sicilia anche la figlia di Pino Rauti, Isabella). Con tanto di slogan sull’Italia che “diventerà bellissima”, un omaggio al movimento di Musumeci. Che però quel giorno non si è visto. Se dopo il 4 marzo a Roma sarà inciucio, meglio tenere fuori il governo regionale da eventuali fibrillazioni.

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22 Febbraio 2018, 05:40

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