06 Maggio 2010, 16:25
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L’opposizione di sala delle Lapidi è alla prova del nove. Oggi il consigliere comunale del Partito democratico Davide Faraone ha preparato una mozione per sfiduciare il sindaco di Palermo Diego Cammarata. Ma perché il documento possa passare il primo ostacolo, ovvero il raggiungimento di venti firme tra gli inquilini di palazzo delle Aquile, i partiti che non appoggiano la giunta guidata dal primo cittadino dovrebbero serrare le proprie fila. E sembra proprio che a questo giro il quorum potrebbe essere raggiunto, con la possibile adesione dei cinque del Movimento per l’autonomia, che andrebbero ad aggiungersi ai consiglieri del Pd, dell’Italia dei valori e di Un’altra storia. Il secondo step consisterebbe nella votazione dell’atto in aula, e lì la sbarra viene posta a trentatré.
Faraone invita tutti i suoi cinquanta colleghi consiglieri, con una lettera nelle quale formalizza la presentazione del documento, ad apporre in calce la propria firma alla mozione: “I cittadini palermitani si aspettano dal consiglio comunale un atto risolutivo che ponga fine all’attuale fallimentare stagione Cammarata. Ti comunico che ho predisposto e firmato la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, ritenendo questo il gesto più giusto, più nobile e più richiesto dalla città che il Consiglio possa fare come suo ultimo atto”. Poi il rappresentante democratico motiva così la sua decisione: “Le drammatiche condizioni in cui versa la città sono sotto i nostri occhi: ingovernabilità, mancanza di progettualità, assenza di qualsiasi atto che possa prefigurare un’inversione di tendenza. Gli operatori economici denunziano a viva voce lo stato di degrado in cui versa Palermo, costringendo i turisti a fuggire o addirittura a revocare importanti manifestazioni”.
Già una volta nel settembre scorso, all’indomani del servizio di Striscia la notizia sulla barca del sindaco in affidamento ad un operaio Gesip, la strada della mozione era stata provata dal Pd, fermandosi però a diciotto consensi.
Lo scenario stavolta potrebbe essere diverso, con l’opposizione più che vicina al traguardo delle venti firme. Dato che dal gruppo dell’Mpa è stato aperto uno spiraglio alla piena adesione, differentemente da otto mesi fa, quando in due (Sandro Oliveri e Leonardo D’Arrigo) decisero di passare la mano. Lo confermano Jimmy D’Azzò (“Siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda”) e lo stesso Oliveri: “Stavolta stiamo pensando seriamente di firmare, perché si stanno realmente determinando le condizioni per potere mandare a casa il sindaco, magari mettendo assieme i trentatre voti necessari in Consiglio”.
Diversa è la posizione dell’altro pezzo di opposizione in municipio, il Pdl Sicilia. Nel caso dei ribelli del Popolo della libertà, a prevalere è la cautela: “Quello richiesto da Faraone è un atto molto forte – per bocca di Manfredi Agnello – Non possiamo prendere una decisione così critica su due piedi. Dobbiamo prima di tutto sentire quello che ha da dire il nostro referente politico, Gianfranco Miccichè. Ma dubito che il nostro possa essere un sì”.
Niente toglie che i voti del gruppo del Pdl Sicilia possano arrivare in un secondo momento, quando la mozione (sempre che non venga stoppata) venisse votata dal Consiglio. Allora i favorevoli potrebbero essere ventisei. Ne mancherebbero altri sette da pescare nella maggioranza formata dal Pdl lealista e dall’Udc. A questo punto, però, si rischia di sfociare nella fantapolitica.
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06 Maggio 2010, 16:25