Sfiducia e conti paralizzano l’Ars | In 20 giorni lavoro per… 91 minuti

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13 Dicembre 2015, 19:54

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PALERMO – L’Ars è ferma perché esiste una mozione di sfiducia contro il governatore. L’Ars è ferma anche perché ancora non si è discussa la mozione di sfiducia contro il presidente. Il famoso cane che morde se stesso abita a Palazzo dei Normanni. Dove Sala d’Ercole è immobile anche perché non esiste un bilancio. Ed è ferma proprio perché a Roma si discute su come fare il bilancio. Paradossi nei paradossi, in un’Isola che affonda.

Una cosa però è certa: il parlamento siciliano da quasi venti giorni è sostanzialmente inattivo. E lo sarà ancora per un po’. “Merito” da un lato della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, che “obbliga”, regolamento alla mano, l’Assemblea a trattare esclusivamente quell’argomento prima di ogni altro. E poi, anche della ormai famosa trattativa con lo Stato per i conti della Sicilia. Una storia che si lega, tra l’altro, all’atto di accusa nei confronti di Crocetta.

Prevista per giovedì scorso, infatti, la mozione non si è discussa proprio perché il governatore era impegnato a Roma per provare a sottoscrivere l’accordo col governo Renzi per il riconoscimento alla Sicilia di circa un miliardo e mezzo l’anno. Un passaggio che a sua volta è necessario per provare a mettere su un bilancio degno di questo nome. Il risultato di tutto questo, però, è un quadro desolante: l’attività d’Aula è ridotta a zero, mentre non esiste nemmeno una bozza della manovra finanziaria che dovrebbe essere approvata in due settimane.

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Non a caso, in queste ore è arrivata l’ennesima bacchettata del presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone: “È un fatto gravissimo che il bilancio della Regione non sia ancora arrivato all’Ars, io mi sono stancato di fare richiami, il governo deve venire in Aula”. Ma in Aula non si vede gente già da un po’. Anzi, paradossalmente Palazzo dei Normanni ha vissuto una giornata di “pienone” proprio quando una seduta d’Aula non era nemmeno all’ordine del giorno.

Già, perché l’ultimo risultato concreto portato a casa dai deputati regionali è stata la spartizione di poltrone, incarichi e relative indennità legate alle Commissioni legislative. In quelle ore erano tutti presenti. Indaffarati tra i corridoi e le sale del Palazzo. Intenti a portare avanti frenetiche trattative, a esultare per la nomina di questo o quel parlamentare amico, a brindare alle riuscite strategie per accaparrarsi strapuntini di potere.

Dopo quel giorno, ciao ciao Assemblea. È arrivata la mozione, che ha fermato tutto. E sono arrivate le necessità di un bilancio che non esiste ancora. Così, la prossima seduta è fissata per martedì. Sarà appena la terza dal 26 novembre. Tre sedute in venti giorni. Sedute, del resto, completamente inutili. E durate complessivamente il tempo di una partita di calcio. Quaranta minuti la prima, ventinove la seconda e ventidue la terza. Novantuno minuti in venti giorni. Tanto hanno lavorato i nostri deputati regionali. Che nel frattempo, nel risiko delle commissioni, hanno anche deciso a chi dovevano andare i “bonus” per il lavoro… extra.

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13 Dicembre 2015, 19:54

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