Lavoratori con le spalle al muro |Solidarietà o azienda in liquidazione

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14 Novembre 2014, 05:37

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CATANIA – Il lungo giorno di Multiservizi. Tra poco più di un’ora, al Centro fieristico Le Ciminiere, aprono le urne per il referendum interno che dovrebbe segnare le sorti dei dipendenti della Partecipata del Comune, messi di fronte a una scelta difficile ma, a quanto pare, ineluttabile. Per evitare i licenziamenti per esubero, infatti, i vertici della società hanno proposto contratti di solidarietà per tutti, con il bene stare di sette sigle sindacali. Un provvedimento che sarebbe a tempo limitato ma che consentirebbe all’azienda di rimanere sul mercato. Insomma, un vero e proprio piano di salvataggio, non gradito però dai lavoratori ai quali viene chiesto di rinunciare al 40 per cento dello stipendio (la cui metà, il 20 per cento, l’Inps provvederà a rimborsare).

Un momento delicatissimo, dunque: a rischio, infatti, non solo il posto di 130 lavoratori in esubero, ma la società tutta. Che, in caso di fallimento del referendum, potrebbe essere messa in liquidazione.

Pare infatti che, perché venga firmato il contratto di servizio con l’amministrazione, debba essere prima risolta la lunga vertenza che, iniziata nel lontano 2011, non si è ancora risolta. Piuttosto si è aggravata, portando oggi la presidenza del Cda, guidata da Michele Giorgianni, a dover chiedere un grosso sforzo ai lavoratori che, fino a dicembre, dovrebbero da “cedere” all’azienda il 40 per cento del proprio stipendio, oltre a rinunciare a Tredicesima e Quattordicesima (sospese e anticipate dall’azienda attingendo al Tfr dei lavoratori). La percentuale dovrebbe diminuire al 25 per cento a partire da gennaio 2015 (impattando sui lavoratori per circa il 10 per cento dello stipendio) e, in caso di riequilibrio del bilancio, interrompersi.

“La solidarietà sarebbe ovviamente estesa a tutti, compreso il sottoscritto– afferma il presidente del Cda Michele Giorgianni. Io faccio parte di questa azienda – continua – e mi sembra logico che il primo stipendio dal quale decurtare somme sia il mio”.

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Ma i lavoratori si sentono messi con le spalle al muro. “Ci stanno dicendo di bere o di affogare” – affermano, mentre ripercorrono gli ultimi anni di gestione aziendale, identificando il momento esatto in cui la sofferenza economica dell’azienda sarebbe iniziata: nel 2011, con il passaggio di circa 180 lavoratori impiegati nella pulizia delle scuole alla Dussman, lavoratori licenziati e poi reintegrati dal Tribunale del lavoro, con un aggravio di costi per la Partecipata che avrebbero fatto precipitare in un profondo rosso il bilancio.

Ottimista l’amministrazione comunale. Il vice sindaco Consoli e l’assessore D’Agata hanno partecipato all’Assemblea di ieri dei soci della Catania Multiservizi per, scrive il vice sindaco su Facebook “Testimoniare la determinazione con cui l’Amministrazione Comunale vuole vincere l’importante partita che la Catania Multiservizi si appresterà a giocare. Il Sindaco Bianco e con lui l’intera Giunta, non solo auspica che nelle prossime ore si possa, con l’aiuto dei Sindacati e di tutti i lavoratori, procedere al salvataggio dell’azienda ma altresì ,che dall’indomani del referendum, si possa tutti insieme lavorare per il rilancio della Catania Multiservizi. Tutto ciò passerà dalla definizione del nuovo contratto di servizi. L’Assessore Girlando, con grande determinazione, sta lavorando in questa direzione. La Catania Multiservizi con l’aiuto dei lavoratori e con la nostra voglia di rilanciarla, sarà salvata”. Ma questo si vedrà solo domani.

500 circa i lavoratori chiamati al voto e urne aperte dalle 7,30 alle 18.00, per il giorno più lungo della Partecipata comunale.

 

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14 Novembre 2014, 05:37

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