30 Luglio 2015, 18:31
2 min di lettura
CATANIA – Scene da guerra al Pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi, stanotte. I parenti di un giovane deceduto in seguito a un incidente stradale hanno infatti messo a ferro e fuoco il reparto d’urgenza del nosocomio, dopo aver appreso che per il giovane i medici non hanno potuto fare nulla. A denunciare l’accaduto è la F.S.I. Federazione Sindacati Indipendenti che, in una lunga nota, ricostruisce quanto accaduto. “I familiari del ragazzo, in preda alla rabbia e al dolore, sono andati in escandescenza – si legge. Presso l’ambulatorio di chirurgia, hanno spaccato tutto. Calci e i pugni contro le porte danneggiando attrezzature, carrelli, defibrillatori e pc. Nella concitazione è stato aggredito anche un infermiere che ha riportato una ferita all’orecchio con 5 giorni di prognosi”.
Sul posto, racconta ancora la Fsi, sono subito intervenuti i poliziotti, allertati dai camici bianchi attraverso il collegamento tra la sala operativa della Polizia di Stato e i pronto soccorso della città, previsto dal protocollo assessorato-questura. “Cogliamo l’occasione per porgere la nostra solidarietà ai colleghi coinvolti nelle aggressioni – hanno commentato Coniglio segretario regionale CNI-FSI Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti e Vincenzo Messina Segretario Territoriale FSI di Catania – assicurando che questa organizzazione sindacale continuerà a vigilare”.
Non ha parole di scusa il direttore generale dell’Arnas Garibaldi, Giorgio Santonocito che condanna fermamente quanto accaduto. “E’ un atto di inqualificabile barbarie – commenta. Nessun dolore, nessuno stress possono giustificare aggressioni fisiche e danneggiamenti alle cose. E’ grave, oltretutto – continua – turbare l’equilibrio di un pronto soccorso dove c’è gente malata, o interrompere il servizio”.
Santonocito assicura che, all’interno dell’ospedale, le condizioni di sicurezza sono garantite. “Ci sono le telecamere – sottolinea – e ritengo che i sistemi di sorveglianza siano validi e che vi sia la massima sicurezza. Purtroppo nulla si può fare contro episodi di follia. Comprendo il nervosismo – prosegue, a questo è un eccesso inaccettabile. Sono sicuro – aggiunge – che la magistratura approfondirà”. Al momento, però, pare non ci siano denunce.
Foto inviata dal FSI
Pubblicato il
30 Luglio 2015, 18:31