14 Marzo 2018, 06:00
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MESSINA – Ci sarebbero responsabilità mediche nella morte di Carmelo Testa, architetto ripostese di 47 anni deceduto nel novembre del 2015 nel reparto di radiologia dell’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia “Franco Scalabrino” di Messina. Il sostituto procuratore di Messina Piero Vinci ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio per colpa medica, di Alfio Garrotto, medico chirurgo della struttura sanitaria. Secondo la Procura peloritana l’imputato avrebbe omesso di rinviare l’intervento chirurgico, programmato per la collocazione di un mini bypass gastrico, nonostante dalle analisi compiute fossero emersi nel paziente “uno stato di piastrinosi ed elevati valori glicemici, tali da comportare un rischio trombo-embolitico elevatissimo”.
Non solo. Sempre secondo l’accusa anche la decisione di eseguire una colecistectomia, pur non urgente e senza aver ottenuto prima uno specifico consenso informato, avrebbe causato l’allungamento dell’intervento chirurgico, protrattosi per più di tre ore, esponendo così il paziente ad un maggiore rischio di trombosi venosa. Infine, non sarebbe stata disposta “adeguata profilassi trombo-embolitica nella fase post operatoria”. Due giorni dopo l’intervento, Carmelo Testa muore in seguito ad arresto cardiocircolatorio e respiratorio da tromboembolia polmonare. “È certamente un passo avanti importantissimo – commenta Enzo Iofrida, avvocato che assiste i familiari della vittima – Adesso aspettiamo il giudizio, fiduciosi che a questo punto verrà fatta giustizia”.
Per la difesa invece non vi sarebbero responsabilità dell’imputato nel decesso del 47enne. “L’operazione, eseguita da un professionista specializzato in questi interventi, è stata tecnicamente ineccepibile – dichiara l’avvocato Ettore Grippaldi, difensore di fiducia dell’imputato – A riprova di ciò, nel capo di imputazione non vi è alcun riferimento all’intervento, eseguito con estrema professionalità. Purtroppo alcuni pazienti sono portatori di cofattori che incidono sull’esito dell’intervento, rendendo più elevati i rischi. Siamo convinti – conclude il legale – che non vi siano dei profili di colpa”. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 8 maggio davanti al gup di Messina Eugenio Fiorentino.
L’INCHIESTA. E’ il 25 novembre del 2015 quando la Procura di Messina, avuta notizia del decesso di Carmelo Testa, dispone il sequestro della salma. La moglie il giorno dopo sporge formale denuncia ai carabinieri. L’uomo tre giorni prima, racconta la donna, era stato ricoverato all’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Messina per un intervento chirurgico, eseguito il 23 novembre, per l’inserimento di un mini bypass gastrico e per la pulizia della colecisti per calcoli. Ma qualcosa non sarebbe andato come previsto. Subito dopo l’intervento, infatti, il 47enne avrebbe iniziato ad accusare forti dolori. Col passare delle ore il quadro clinico sarebbe via via peggiorato fino al decesso. La Procura di Messina dispone tutti gli accertamenti del caso, affidando a Giuseppe Navarra, specialista in Chirurgia generale e in Chirurgia vascolare, ed a Fabrizio Perri, specialista in Medicina legale e delle Assicurazioni, una consulenza tecnica medico legale per accertare se vi siano responsabilità nella morte di Carmelo Testa. Per i due medici ci sarebbe stata una certa imperizia nell’aver deciso di sottoporre il paziente all’intervento “in mancanza di un adeguato approfondimento diagnostico del quadro ematologico, caratterizzato dal riscontro di trombocitosi, in soggetto obeso e in fase di scompenso glicometabolico”. Per i due consulenti, inoltre, il prolungamento dell’operazione avrebbe rappresentato un ulteriore fattore di rischio. Elementi che tutti insieme sarebbero stati responsabili “dell’instaurarsi di alterazioni del sistema coagulativo, con embolia polmonare massiva, cui risulta da correlare il verificarsi del decesso”.
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14 Marzo 2018, 06:00