25 Agosto 2017, 20:33
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CATANIA – Maurizio Famà è morto in cella. Lo hanno trovato impiccato al sifone della doccia. Almeno questa è la ricostruzione dell’amministrazione penitenziaria del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. I familiari del catanese però vogliono vederci chiaro e hanno già depositato una denuncia contro ignoti per omicidio colposo. L’inchiesta è stata avviata ed è stata disposta l’autopsia che è stata eseguita nei giorni scorsi. Ieri si sono svolti i funerali a Catania. Il catanese era finito in carcere per alcune indagini relative alle gang specializzate in furti d’auto e del cosiddetto “cavallo di ritorno”.
Da Piazza Lanza Famà era stato trasferito al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto perché aveva già tentato due volte di farla finita. A quel punto era stato sottoposto a una perizia da parte di un medico legale. La dottoressa Ragazzi aveva depositato un provvedimento dove evidenziava che Famà era un soggetto a rischio autolesionismo e che quindi aveva bisogno di essere vigilato a vista e necessitava di supporto psicologico e del Sert. “Il dubbio della famiglia che l’amministrazione penitenziaria non abbia fatto di tutto per evitare il peggio è legittimo – afferma l’avvocato Francesco Maria Marchese – anche perché il provvedimento della dottoressa Ragazzi era chiaro, Famà era un soggetto a rischio autolesionismo e aveva bisogno di assistenza costante. Era stato trasferito da piazza Lanza a Barcellona Pozzo di Gotto per questo, ma visto il tragico epilogo è stato inutile. Ora attendiamo le indagini”.
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25 Agosto 2017, 20:33