Muore in clinica ma il figlio |lo scopre solo 10 giorni dopo

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02 Gennaio 2014, 11:57

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CATANIA – Una brutta storia. Una di quelle storie che non si vorrebbero sentire mai e che, a Natale, assumono un sapore ancora più amaro. E’ quella che è capitata a Carmelo Gulino, camionista di Coccaglio, catanese di origine, sposato e con tre figli, che lui stesso definisce «una storia incredibile», riportandola al Corriere.it.

Tutto ha inizio il 15 dicembre scorso quando l’uomo viene contattato telefonicamente dal padre che gli comunica di essere stato ricoverato all’ ospedale Vittorio Emanuele per via di un problema alle gambe. “Ci sentiamo tra 15 giorni”, aveva detto l’anziano ricoverato al figlio. Da quel momento, però, il camionista non ha avuto più alcuna notizia del genitore, fino a quando, un paio di giorni fa, non è arrivato a Catania, scoprendo che il padre Bartolo, 85 anni, era morto alcuni giorni prima.

Gulino ha raccontato al Corriere che, con il padre, avrebbero dovuto risentirsi la domenica successiva a quella chiamata, “ma dopo tre giorni abbiamo cercato di contattarlo per sapere se fosse tutto a posto. E mio padre non rispondeva mai. Io e mia moglie avremo composto il suo numero mille volte mi creda”, racconta ancora Gulino. “Dall’ospedale Vittorio Emanuele di Catania il giorno dopo ci hanno confermato che mio padre era stato ricoverato lì, ma non risultavano uscite. Avrei dovuto sentire la patologia chirurgica, e sa cosa mi hanno risposto? Che il reparto era stato chiuso per ristrutturazione. Ma nessuno ha saputo dirmi dove fosse mio padre”.

A quel punto arriva in città la figlia maggiore di Carmelo, Roberta, che grazie a un amico, riesce a scoprire che il nonno non era più al Vittorio Emanuele, ma era stato trasferito in una casa di cura il 18 dicembre, giorno in cui un’embolia polmonare lo ha ucciso”. Alle richieste di delucidazioni “ci hanno spiegato che più volte hanno provato a contattarci su tre numeri – continua a raccontare Carmelo al Corriere.it – uno del medico di base, l’altro sconosciuto, il terzo? Un’altra utenza di mio padre. Si figuri, chiamavano il morto per dirgli che era…morto”.

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La salma, grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, è stata trasportata al cimitero di Catania, in attesa della tumulazione. Ma ora Gulino promette battaglia e, tramite il proprio legale di Bergamo, ha già richiesto le cartelle cliniche del padre.

Di seguito la nota inviata dalla Casa di Cura Madonna del Rosario.  “In merito alla notizia diffusa oggi e riguardante il decesso di Bartolo Gulino, il signore ottantacinquenne, morto il 18 dicembre 2013, nella struttura sanitaria, Madonna del Rosario di Catania, i responsabili della Casa di Cura, tengono a fare delle precisazioni in merito alle dichiarazioni del signor Carmelo Gulino, figlio del defunto. Ricostruendo le ultime ore che Bartolo Gulino ha passato nella Struttura viene sottolineato come l’uomo sia arrivato nella mattinata del 18, trasferito dal Vittorio Emanuele con uno scompenso cardiaco. I medici della Casa di Cura, hanno potuto rilevare come le condizioni dell’uomo fossero stabili, pur nella loro estrema gravita’. La situazione è precipitata nel pomeriggio e fino alla sera del diciotto stesso quando, alle 22.01 è stato dichiarato il decesso di Gulino per edema polmonare acuto. Dalla Casa di Cura Madonna del Rosario sottolineano poi come, dal momento del decesso, siano stati fatti diversi tentativi per contattare i congiunti di Gulino. Non riuscendo a rintracciare nessun congiunto e nessuno in grado di raggiungere i familiari, nella giornata del diciannove dicembre, dalla Casa di Cura Madonna del Rosario è stato inviato un telegramma all’indirizzo di residenza dell’uomo. Si è dunque proceduto a contattare i servizi sociali del Comune di Catania, dai quali si è appreso che l’uomo era nelle liste dell’amministrazione che prestava per lui dei servizi di assistenza. Esprimendo dunque il profondo cordoglio per la morte di Bartolo Gulino, dalla Casa di Cura Madonna del Rosario tengono infine a precisare che: “tutto quanto era in nostro potere è stato fatto per contattare i familiari”.

 

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02 Gennaio 2014, 11:57

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