Muore Salvatore Crisafulli |Il fratello: “Presenterò esposto”

di

21 Febbraio 2013, 20:14

2 min di lettura

Catania – Non esclude la presentazione di un esposto alla Procura etnea Pietro Crisafulli, il fratello di Salvatore affetto dalla sindrome di “locked in” e deceduto oggi dopo la sua ennesima lotta per la vita. Aveva 48 anni e comunicava con gli occhi adoperando un computer a scansione. Entrato in coma a causa di un incidente stradale e risvegliatosi nel 2005, il suo cuore, dopo anni di battaglie non ce l’ha fatta. Un arresto cardiaco ha fermato la sua ennesima corsa contro il tempo. Ad accompagnarlo, passo dopo passo, in questo duro viaggio fatto di speranze e lotte legali, infatti, il fratello Pietro che dal 2009 ha istituito in suo onore “Sicilia Risvegli”. L’Onlus nata per venire incontro ai familiari di chi chiede la possibilità di utilizzare le staminali per migliorare casi di grande dipendenza fisica e stati comatosi.

Articoli Correlati

Lo scorso 12 febbraio Salvatore aveva, difatti, fatto ricorso urgente al tribunale etneo per essere sottoposto al trattamento infusionale, trattamento già concesso, con ottimi risultati, a tre minorenni. L’udienza era stata fissata per il prossimo 16 aprile ma alla luce degli ultimi fatti Pietro non esclude di presentare un esposto per “omissione di soccorso” a causa di un presunto ritardo di tre giorni in una visita domiciliare del medico pneumologo al fratello. La notizia della morte di Salvatore, intanto, ha spiazzato, tra i tanti, anche Giuseppe Camiolo. Il padre di Smeraldina, la bimba che da due anni vive nel reparto di rianimazione pediatrica del Garibaldi-Nesima a causa di un’asfissia ipossico-ischemica e a cui il tribunale di Catania ha concesso la terapia con le staminali perché ritenute l’unica via possibile per tentare di rimediare ai danni celebrali. “La morte di Salvatore – dichiara a Live Sicilia Catania Giuseppe Camiolo – mi addolora: lui e Pietro sono due persone molto care alla mia famiglia oltre che un esempio per chi, soprattutto a Catania, vive drammi del genere. Purtroppo in situazioni così delicate il tempo diventa fondamentale e sprecarlo per intraprendere battaglie legali dentro ai tribunali è assurdo quando si parla di sanità e di vite umane”.

Pubblicato il

21 Febbraio 2013, 20:14

Condividi sui social