Muos, il Tar dice no al ministero | I lavori restano bloccati

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09 Luglio 2013, 14:49

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PALERMO – Il Tar di Palermo ha respinto le richieste di sospensiva presentate con due ricorsi del ministero della Difesa contro la Regione che aveva arrestato i lavori per il Muos (Mobile user objective system), il sistema di comunicazione satellitare che doveva essere realizzato a Niscemi (Caltanissetta).

Il docente universitario Marcello D’Amore, perito nominato dal Tar, aveva riferito ai giudici che “il campo elettromagnetico irradiato dal Muos può produrre effetti biologici sulle persone esposte; interferenze elettromagnetiche in apparecchiature elettroniche, strutture aeroportuali e aeromobili; effetti sulla biocenosi e sulla fauna del Sito di importanza comunitaria Sughereta di Niscemi”.

Resta dunque in vigore la decisione della Regione di bloccare i lavori, che vengono contestati dalle popolazioni locali nel timore di conseguenze sulla salute per le emissioni dei radar.

Proprio di questo hanno parlato stamani gli avvocati Sebastiano Papandrea e Paola Ottaviano, legali dei comitati No Muos, durante l’incontro tenutosi oggi presso “Giardino dei Giusti” a Palermo, in attesa del pronunciamento del Tar che non ha tenuto in considerazione la valutazione del perito per la sentenza finale.

I giudici ora dovranno fissare un’udienza per la discussione del ricorso del ministero della Difesa, che chiede, tra l’altro, alla Regione un risarcimento di 25 mila euro per ogni giorno di fermo dei lavori, ritenuti di interesse strategico nazionale.

Durante la conferenza stampa di stamattina si è parlato anche dell’attività di repressione nei confronti dei manifestanti lo scorso 19 giugno, giorno in cui alcuni di loro, dopo aver chiesto di poter parlare con i giornalisti convogliati con aereo ministeriale e scortati all’interno della base di Niscemi, sono stati multati per blocco stradale con una sanzione che va da un minimo di 2500 a un massimo di 10 mila euro. I comitati No-Muos sono sul piede i guerra e chiedono il trasferimento del prefetto e del questore.

“Ci stiamo attivando – ha detto Nadia Furnari del Comitato No Muos – sui provvedimenti illegittimi che sono stati presi contro gli attivisti perché è come se ci stessero togliendo il diritto a manifestare”.

Si tratta di “gravi violazioni di diritti costituzionalmente garantiti – scrivono – eppure i manifestanti volevano solo fare presente che l’informazione rischiava di essere strumentalizzata. Inoltre apprendiamo che ai manifestanti che avevano chiesto in questi giorni al Prefetto, come garantito dalla legge, di essere sentiti personalmente nell’ambito del procedimento sanzionatorio, è stata spedita una convocazione che è stata recapitata dopo la data fissata per l’audizione”.

Secondo il comitato no Muos, tale comportamento “è finalizzato ad eludere il diritto di partecipazione al procedimento e di difesa dei cittadini, dimostrando ancora di più che la contestazione delle sanzioni risponde esclusivamente a finalità politico-repressive”.

Gli attivisti sottolineano inoltre il mancato intervento sulle misure che dovrebbero essere adottate rispetto “alla mancanza di certificato antimafia per una delle ditte che lavorano all’interno del cantiere del Muos”. Proprio per tale motivo, “insieme agli altri Enti che si occupano della tutela dei diritti – scrivono – e considerata la sussistenza dell’incompatibilità ambientali, le associazioni “Rita Atria”, Futuro Verde, Malausséne – Circolo Arci Palermo, Cobas Antirazzista Palermo, Borderline Sicilia Onlus, comitato per i diritti civili di Catania, Cobas Sicilia, Cobas Scuola Ct, Rete Antirazzista Ct, chiedono il trasferimento ad altra sede del Prefetto e del Questore di Caltanissetta”.

 

 

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09 Luglio 2013, 14:49

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