‘Muovi-Menti’, la carica dei giovani | Don Garau: “Altro che sardine…”

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18 Dicembre 2019, 16:30

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PALERMO – Consapevoli, propositivi e stanchi dei proclami senza contenuti: sono i giovani imprenditori che stamani hanno partecipato a ‘Muovi-Menti’, iniziativa di Sicindustria che valorizza chi rimane a fare impresa nell’Isola e contrasta la fuga dei cervelli siciliani. C’è Gioa che ha deciso di restare in Sicilia per realizzare le sue borse; c’è Giuseppe, che da pneumatici in disuso tira fuori acciaio e un granulo utilizzato per pavimentazioni; e poi c’è chi ha scelto di fare associazionismo e politica. All’appello dei Giovani imprenditori di Confindustria hanno risposto in tanti, dando vita a un confronto che fra gli altri ha visto protagonisti anche il Movimento delle valigie di padre Antonio Garau, il movimento Si resti, arrinesci e Legambiente.

Diversi i contributi al dibattito: sono intervenuti il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, il vicepresidente della Regione siciliana Gaetano Armao (in videoconferenza), l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Palermo Giovanna Marano, il rettore dell’Università degli studi di Palermo Fabrizio Micari, il docente della Lumsa Giuseppe Notarstefano, il direttore generale di Legambiente Claudia Casa; a rappresentare i sindacati il segretario generale della Cisl Siciliana Sebastiano Cappuccio, Franco Tarantino per la Cgil e Giovanni Borrelli della Uil.

“I numeri, da soli, basterebbero a far saltare dalla sedia chiunque – ha detto in apertura dei lavori il presidente dei Giovani imprenditori siciliani, Gero La Rocca –: 5.608 laureati di 25 anni che nel 2018 in appena un anno hanno abbandonato la Sicilia per andare a lavorare altrove, e 200 mila già formati che dal 2002 al 2017 hanno ‘deciso’ di fare i bagagli. Lascia l’amaro in bocca perché troppo spesso la partenza non è una scelta ma una necessità. È per questo – continua – che abbiamo deciso di radunare tutti coloro che a diverso titolo rappresentano i giovani in Sicilia, perché siamo consapevoli che solo tutti assieme possiamo provare a cambiare direzione. Una cosa è certa: non vogliamo essere ricordati come la generazione che avrebbe potuto fare qualcosa e che non l’ha fatta”.

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“L’impresa è l’unico reale generatore di ricchezza capace di creare opportunità per i nostri giovani – ha sottolineato Albanese –. Oggi il problema reale è che i ragazzi vanno via e non c’è alcun ricambio, perché questa terra non è attrattiva. E allora chiedo: ci diamo finalmente un modello di sviluppo che alla Sicilia manca da cinquant’anni? E un modello di sviluppo serio non può prescindere dalla manifattura, dalla produzione, dalla creazione di valore”. Invito raccolto dall’assessore Armao, che ha annunciato: “Entro venerdì consegneremo lo schema strategico di sviluppo 2020-2030 che, appena varato dal presidente Musumeci, sarà distribuito a tutte le organizzazioni e ai sindacati per condividerlo perché non può esistere crescita senza condivisione. Questa Sicilia è stata finora troppo disattenta nei confronti di chi vuole investire qui”.

Le varie voci del dibattito, comprese quelle dei giovani imprenditori e politici intervenuti nella seconda parte dell’evento, si sono trovate d’accordo su alcuni aspetti chiave: il ‘no’ ai sussidi che non creano lavoro reale, la promozione di una crescita dimensionale delle imprese, la necessità di una burocrazia più snella e di un piano infrastrutturale adeguato a una produzione 4.0. Molte le critiche anche in merito all’attuale uso dei fondi pubblici, secondo i partecipanti al dibattito ancora legato a logiche clientelari, e al settore della formazione che sta perdendo i contatti col mondo del lavoro.

A esprimersi senza mezzi termini ci ha pensato padre Garau, che in aprile ha fondato il Movimento delle valigie, nato per protestare contro l’indifferenza della politica di fronte alla fuga dei giovani dell’Isola per necessità. “La mafia esiste e si vince dando il lavoro ai giovani – ha detto –. A tutti voi giovani, che siete ‘puliti’, faccio un appello: non fatevi comprare da nessuno, non fatevi prendere per i fondelli. E stiamo tutti assieme: altro che sardine, a me piacciono le alici perché il pescecane non le attacca mai quando sono tutte unite”.

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18 Dicembre 2019, 16:30

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