24 Ottobre 2012, 17:15
3 min di lettura
PALERMO – La giunta Orlando vara le linee generali del nuovo Piano regolatore di Palermo. Solo il primo passo di un iter che non sarà di certo breve, e per la cui progettazione l’amministrazione ha messo in bilancio un milione di euro, ma che serve a “soddisfare”, almeno in parte, le pressanti richieste della Regione. Il vecchio Piano regolatore, infatti, risale agli anni Novanta ed è scaduto nel 2007. Da allora la Regione ha sollecitato più volte piazza Pretoria a predisporne uno nuovo, dando come ultimatum lo scorso 25 maggio, anche se l’amministrazione Orlando ha ottenuto una deroga.
“Abbiamo lavorato in clandestinità – scherza il sindaco Orlando, protagonista di una conferenza stampa con l’assessore Tullio Giuffrè – ma abbiamo definito le linee generali che adesso andranno in consiglio comunale per essere approvate entro 90 giorni. Stiamo provando ad immaginare la Palermo del 2050, per questo stiamo ragionando in termini di area metropolitana, e il nostro obiettivo sarà quello di non consumare altro suolo ma di riqualificare l’esistente elimando i buchi neri”.
A lavorare al nuovo Prg saranno gli uffici comunali, con un’unità creata ad hoc, ma è previsto il coinvolgimento attivo della cittadinanza, del mondo della scuola, delle 54 unità territoriali e di professionisti di caratura internazionale. “Non è importante la distanza tra la casa e l’ufficio, ma quanto tempo impieghi a percorrerla, per questo faremo della città il nostro centro storico e dei parchi il nostro teatro Massimo”, ha detto il sindaco rivendicando i successi delle sue precedenti amministrazioni. “Supereremo le divisione della città, rappresentante dalla circonvallazione e dall’Oreto – ha continuato Orlando – ci riprenderemo gli otto porti storici (Sferracavallo, Mondello, Vergine Maria, Arenella, Acquasanta, Cala, Sant’Erasmo e Bandita, ndr), realizzeremo un centro congressi, un museo all’Ucciardone, un polo interreligioso, un museo della città. E lo faremo in modo tale da mettere in sicurezza le nostre acquisizioni: eravamo convinti che bastasse riaprire il teatro Garibaldi, lo Spasimo, i Cantieri della Zisa o le Mura delle cattive per lasciarli ai palermitani, ma gli ultimi dieci anni hanno dimostrato che non è così”.
“Non sarà un libro dei sogni ma un’agenda programmatica – ha commentato Giuffrè – crediamo nel decentramento e nella necessità di delocalizzare i servizi e ci avvarremo delle idee degli studenti: apriremo laboratori didattici nelle oltre 200 scuole della città per raccogliere suggerimenti”.
E proprio le scuole dovrebbero essere interessate a grandi cambiamenti. “Abbiamo 80 istituti comunali – ha detto Orlando – e 260 plessi, e altri cento ne sono previsti. Con il risultato che una famiglia che ha più figli che vanno in scuole diverse deve fare più viaggi ogni mattina: per questo creeremo dei poli scolastici che comprendano più istituti di diverso ordine e grado, che siano anche dei centri di aggregazione sociale per il territorio”. Le linee generali prevedono anche maggiore intermodalità fra trasporto pubblico e privato, un investimento sulla digitalizzazione, uno sviluppo verticale del centro urbano.
“Fino all’apertura del parco Uditore – ha continuato il sindaco – eravamo l’ultima città italiana per spazi verdi, oggi siamo la quart’ultima. Siamo ancora la quarta, invece, per spazi verdi potenzialmente fruibili ma non realizzati. Inoltre, i tempi sono cambiati: ci sono molti più single e famiglie meno numerose, il che significa che le case diventano più piccole. Ma questo ci obbliga a compensare aumentando gli spazi pubblici e curandoli di più”.
Adesso la parola passerà al consiglio comunale, che entro fine anno riceverà dalla giunta Orlando anche il nuovo Piano urbano del traffico. “Sono tante tessere di uno stesso mosaico – ha concluso il Professore – predisporremo anche il piano strategico ambientale e, perché no, anche su uno sulle coste e uno sulle strutture sanitarie”.
Pubblicato il
24 Ottobre 2012, 17:15