Museo di Castelbuono e Buccheri: al via un progetto artistico terapeutico - Live Sicilia

Museo di Castelbuono e Buccheri: al via un progetto artistico terapeutico

"Pharmakon" ispirato all'esperienza realizzata al museo Fine Art di Montreal in Canada
PROVINCIA DI PALERMO
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PALERMO – Il Museo Civico di Castelbuono collaborerà con l’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di Palermo per il progetto artistico/terapeutico sperimentale “Pharmakon” ispirato all’esperienza realizzata al museo Fine Art di Montreal in Canada. Gli Incontri si tengono online.

Il progetto artistico curativo è stato ideato da Claudia Villani e da Monica Sapio, responsabile dell’Unità Operativa di terapia del dolore dell’Ospedale Buccheri La Ferla, co-ideatrice del progetto e responsabile scientifico dello stesso. Il progetto “Pharmakon” è rivolto ai pazienti affetti da fibromialgia (disturbo da dolore cronico diffuso e di affaticamento che colpisce sia i muscoli e le articolazioni che il tessuto molle o fibroso). Gli incontri si concluderanno il 24 giugno 2021.

Afferma la direttrice del Museo Civico Laura Barreca: “Siamo felici di contribuire al progetto Pharmakon, che rappresenta una concreta possibilità per la nostra istituzione di collaborare con l’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo per un progetto sperimentale e intervenire positivamente con l’arte nel contesto della cura della persona. Sono ormai diversi gli studi scientifici che hanno acclarato che la partecipazione culturale migliori la qualità della vita e il benessere fisico e mentale. In questo momento storico così complesso il Museo Civico intende promuovere azioni rivolte alla comunità, attraverso forme di partecipazione artistica”.

“L’obiettivo – spigano Monica Sapio e Claudia Villani – è quello di sperimentare terapie alternative o complementari alla cura farmacologica e validare gli effetti che la metodologia transdisciplinare, mediata dall’arte e dall’uso della medicina narrativa, può apportare nella sindrome fibromialgica, per il miglioramento dell’approccio diagnostico e terapeutico sia per medici che per i pazienti, indirizzando quest’ultimi ad una rielaborazione del vissuto di malattia per sviluppare l’assunzione personale di responsabilità nei confronti della cura”.


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