19 Marzo 2011, 10:48
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Avvocato penalista per tradizione, agrotecnico per “amore” politico per passione. E’ la definizione che ha scelto per il suo sito internet Francesco Musotto, capogruppo del Movimento per l’Autonomia all’Assemblea regionale siciliana. Figlio d’arte – il padre Giovanni era professore ordinario di diritto penale all’Università, esponente di spicco del Psi e deputato al Parlamento nazionale dal 1968 al 1976 – inizia la carriera politica da ragazzo. Primo segretario della Federazione Regionale dei Giovani Socialisti e membro della Direzione Nazionale del Partito, a 25 anni viene eletto al Consiglio comunale di Cefalù, mentre dal 1983 al 1986 ricopre il ruolo di deputato all’Ars. Nel 1994 aderisce a Forza Italia e nello stesso anno diventa presidente della Provincia di Palermo. Nel 1995 finisce in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e bancarotta fraudolenta, per essere assolto tre anni dopo. Nel 1998 si ricandida e viene rieletto a Palazzo Comitini. Nel 1999 approda al Parlamento europeo. Nel 2003 viene rieletto presidente della Provincia, mentre dal 2008 torna a occupare uno scranno a Sala d’Ercole.
Onorevole Musotto, sembra che all’Ars finalmente si sia mosso qualcosa dopo mesi di stallo.
“Siamo stati per tre mesi bloccati sulla semplificazione… un paradosso. Ci siamo complicati la vita su un provvedimento che invece dovrebbe servire a snellire, semplificare appunto. Mesi senza far nulla di concreto con la frustrazione di quei deputati che vogliono fare. C’è poi una macchina burocratica troppo lenta, troppo complessa”.
Le ultime sedute sono state un continuo appellarsi di questa o quella parte politica al regolamento e di un muro contro muro. C’è il rischio che dall’esterno si pensi male, che non facciate nulla.
“Di lavorare lavoriamo, ci sono le commissioni, l’aula. Il problema è che si era creato uno stallo. Anche il regolamento non aiuta, è inadeguato, inutile nella sua forma attuale. Deve essere rivisto subito”.
I cittadini sembrano avere sempre meno fiducia nei vostri confronti.
“Sono stanchi, e si sente. Io vivo tra le persone e ho tangibili dimostrazioni dei questa stanchezza. Basta pensare al rancora, all’odio che si percepisce tra chi manifesta. Poi di recente ci sono stati due episodi, le dichiarazioni del presidente Cascio e il caso Vitrano, che non aiutano…”.
Le dichiarazioni del presidente dell’Assemblea non sono passate inosservate né dentro né fuori il Palazzo?
“Beh, no. Le sue parole sono state incomprensibili e immotivate. I toni usati poi…Incomprensibile, davvero, incomprensibile” .
Sono però arrivare delle scuse ufficiali e una rettifica per alcune affermazioni.
“Ha fatto retromarcia sulla questione benzina ma non sul resto. Il danno intanto è stato fatto. Alimentare l’antipolitica, il rancore della gente non eleva di certo il ruolo del presidente”.
E poco dopo anche la “tegola” Vitrano.
“Sul piano umano mi dispiace, sarà il futuro a dire la verità. Che sull’energia ci fossero lentezze, blocchi, quello si sapeva. Ma allo steso tempo che un deputato possa bloccare un progetto non è possibile… Anzi, faccio un appello agli imprenditori: non fidatevi di chi vi dice che può fare qualcosa, andate avanti per l aviostra strada, denunciate lentezze ed episodi di illegalità. Se la vicenda di Vitrano è solo la punta dell’iceberg spero venga fuori tutto il marcio, così almeno potrà essere tolto. Ho molta fiducia poi nel nuovo assessore, persona capace, competente, che vuole fare davvero qualcosa di buono”.
Lei è un politico di lungo corso, cosa le manca degli anni alla Provincia o di quelli a Bruxelles?
“Della Provincia mi manca la capacità di agire concretamente, di lavorare e realizzare le cose. Dell’Europa il confronto di alto livello, ma anche l’organizzazione del lavoro. Votazioni puntuali, tempi certi per gli interventi..”.
Manca all’appello un periodo con la fascia tricolore da primo cittadino.
“Ho detto che mi candiderò come sindaco di Palermo e lo farò per davvero. Lo farò da solo, fuori dagli schieramenti. Se poi mi vorranno sostenere si vedrà. Io amo questa città e voglio lavorare per il suo bene”.
Per l’attuale sindaco cosa c’e’? Una promozione o una bocciatura?
“No comment…”
Nella sua carriera ci sono stati anche periodi bui. Cosa l’ha spinta a dire ‘ci riprovo’?
“Un incontro con Berlusconi e il primo congresso di Forza Italia, nell’aprile del 1998, quando ho sentito il calore della gente. Di certo il 1995 rappresenta uno spartiacque nella mia vita. Ho venduto lo studio, non ho più fatto l’avvocato, sono tornato alla mia passione per la campagna. Di certo però la soddisfazione più grande è stata la rielezione alla Provincia”.
Le è servito anche per capire quali erano i veri amici e quali no?
“No, quello no. Non ho mai posto troppa fiducia nel prossimo… Devo dire però che Miccichè mi è stato vicinissimo in quel periodo. Era convinto della mia innocenza e mi ha sempre sostenuto”.
Parlando del sottosegretario, che ne pensa del Partito del Sud di Miccichè?
“Sta crescendo… Spero che le nostre strade si riuniscano e si possa arrivare a un unico Partito del Sud”.
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19 Marzo 2011, 10:48