11 Ottobre 2018, 17:52
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PALERMO – “L’ex senatore Lumia avrebbe dichiarato che il sistema Montante avrebbe appoggiato tutti e tre i presidenti della Regione poi eletti. Io e il mio movimento politico abbiamo dichiarato tutte le risorse ricevute e si tratta di atti pubblici e in quegli atti non figura nessun finanziamento da parte del dottor Montante”. Il presidente della Regione Nello Musumeci sta per concludere il proprio intervento a Sala d’Ercole sui rifiuti, quando dedica un’ultima parentesi alle indiscrezioni sull’audizione dell’ex senatore Pd all’Antimafia che indaga sul ‘sistema Montante’.
Lumia, secondo indiscrezioni, avrebbe parlato di un sostegno dell’ex numero uno di Confindustria agli ultimi tre presidenti che hanno ricoperto la poltrona più importante di Palazzo d’Orleans. “E d’altronde – ha proseguito Musumeci – il presidente di Confindustria Albanese afferma che la sua associazione nella ultima campagna elettorale non ha finanziato nessun candidato. Chiederò al presidente della commissione Antimafia domani di potere ricevere copia del verbale dell’audizione nella parte che riguarda le indiscrezioni giornalistiche. Infatti, intendo valutare ogni mia possibile tutela. Quanto a spazzatura – ha chiuso – con la prima e la seconda parte, ho completato”.
Il presidente della Regione era in Aula all’Ars per riferire sulla questione rifiuti. E, in seconda battuta, sulla vicenda Riscossione Sicilia. “Dopo alcuni mesi – ha esordito Musumeci – siamo nelle condizioni di poter trarre un primo provvisorio bilancio”. Musumeci però inizia la sua riflessione con un profilo storico delle vicende storiche che hanno interessato i rifiuti in Sicilia. “Da qualche anno – ha ricordato Musumeci – la magistratura si occupa delle vicende sulla gestione dei rifiuti in Sicilia e delle responsabilità che potrebbero ricadere nelle passate gestioni della Regione. Una situazione che è sfuggita per distrazione o determinata volontà ai governi passati”
“La causa dell’emergenza – ha poi detto il presidente della Regione – è la scarsa raccolta differenziata e la gestione da parte degli attuali 15 Ato, prima 27, che hanno prodotto 1 miliardo e 850 milioni di debiti e 4500 assunzioni molte delle quali senza una selezione pubblica. Il mio governo ha trovato una situazione emergenziale caratterizzata da una serie di ordinanze che consentivano il ricorso alle discariche e siamo stati costretti a richiedere la dichiarazione dello stato d’emergenza”
Ma il presidente contesta il provvedimento di nomina facendo dei paragoni con l’ordinanza con cui nel 2010 il presidente del Consiglio nominava Raffaele Lombardo commissario straordinario per la situazione dei rifiuti. “Continuo a sentirmi – ha spiegato Musumeci – un commissario straordinario dimezzato perchè non sono stati riconosciuti poteri derogatori rispetto alla situazione di emergenza. Nel 2010 l’ordinanza della stessa natura conferiva al Presidente della Regione una serie di poteri emergenti. Ad esempio entro 60 giorni poteva imporre un piano dei rifiuti che doveva essere approvato con decreto del ministro dell’Ambiente e solo dopo sottoposto alla valutazione ambientale strategica sarebbe stata successiva. Questo Governo – ha proseguito il presidente della Regione – invece ha avuto il compito di fare fronte all’emergenza con i poteri ordinari. Quando mi sono insediato al dipartimento dei rifiuti erano rimasti senza dirigenze quattro servizi: era stata messa in capo una spoliazione di quel dipartimento che doveva lavorare più di altri. Malgrado l’esiguità delle forze amministrative, oggi è stata aperta la pratica per l’approvazione della Vas ma è naturale che non può essere approvato il piano di gestione dei rifiuti senza l’approvazione della legge siciliana. Il commissario straordinario – ha concluso il presidente della Regione – inoltre nel 2010 aveva una altro potere per l’approvazione dei progetti da parte del commissario anche per la valutazione di impatto ambientale. Mi chiedo, malgrado tutti questi poteri, cosa è stato fatto dal 2010, dato che stiamo partendo solo adesso a programmare il sistema integrato”.
Musumeci parla dello stato dei progetti sugli interventi per i quali è stato nominato commissario straordinario e rivendica alcuni risultati specie sulla differenziata. “I sindaci e i cittadini – ha detto il presidente – hanno preso consapevolezza di questa battaglia di civiltà e voglio ringraziarli per l’impegno. Il risultato medio si assesta al 30 per centro e quando ci siamo insediati la raccolta differenziata si assestava al 20 per cento. Se si escludessero – continua Musumeci – le città metropolitane si arriverebbe al 40 per cento. Il freno è generato dalle città metropolitane: Palermo fa il 15 per centro di raccolta differenziata, lo stesso Messina mentre Catania fa il 7 per cento di differenziata. Siracusa che però sembrava più indietro ha superato il 22 per cento”.
Poi Musumeci parla del piano dei rifiuti e delle discariche. “Stiamo elaborando – ha detto – il piano dei rifiuti ordinario e non quello straordinario proprio come vuole la Commissione europea che per questo non ci eroga le risorse. Prima avremo il piano dei rifiuti e prima potremo dotarci dei nuovi impianti anche di quelli già esistenti. A Ragusa abbiamo visitato un impianto – Musumeci alza la voce – pubblico, ma rimasto chiuso. Grazie a questo impianto riattivato la provincia iblea sarà autonoma. Ho scoperto – ha poi concluso Musumeci – che in Sicilia ci sono 511 discariche e invece non esiste un piano regionale delle discariche e non sappiamo quali possono essere pericolose per la salute e per le falde acquifere. Sappiamo solo che 15 sono pericolose e per questo abbiamo costituito un ufficio straordinario per le bonifiche”.
Infine, il governatore ha parlato della gestione di Riscossione Sicilia. Il presidente ha tracciato anche in questo caso tutti i passaggi che hanno portato alla situazione attuale: allo stallo sulle nomine e a quello sul processo di cessione della partecipata regionale all’Agenzia delle Entrate e riscossione. Il titolare di Palazzo d’Orleans ha raccontato i tentativi del governo regionale di avere un’interlocuzione con Roma ma l’avvicendamento dei vertici istituzionali statali ha bloccato qualsiasi atto. Quanto alle nomine Musumeci annuncia: “Riproporremo le nomine già bocciate dalla commissione Affari istituzionali”. Dopo il dibattito il presidente della Regione ha risposto a chi lo ha accusa di fare confusione sul futuro della partecipata e ha lanciato un messaggio ai lavoratori di Riscossione Sicilia. “La legge – ha detto – prevede che il passaggio avvenga dopo la stipula della convenzione con il governo centrale. Fino a quel momento non ci sono rischi per il personale”.
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11 Ottobre 2018, 17:52