26 Giugno 2021, 18:19
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Non solo alla fine il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha parlato di politica, ma ha confermato chiaramente la sua autocandidatura e ha lanciato un messaggio chiaro agli alleati di centrodestra: “Io mi ricandido. E’ umanamente comprensibile che i partiti abbiano bisogno di tempo per scegliere se appoggiarmi o meno. Ma se la coalizione dovesse pensare che non sono l’uomo giusto, allora dovranno spiegarmi precisamente quali sono i motivi. Solo se mi convinceranno, farò un passo indietro. La mia ambizione non sarà più forte del valore del centrodestra unito”, ha detto sul palco dello Spasimo, a Palermo, in chiusura della convention sui tre anni e mezzo di governo.
“Abbiamo trovato le macerie – ha aggiunto -. A Palazzo d’Orleans ho trovato una regione devastata. Ho dovuto scalare le rocce con i miei assessori. E abbiamo affrontato un anno e mezzo di blocco per il Covid, inseguendo l’emergenza della pandemia. Abbiamo seminato tantissimo in questi tre anni e mezzo e lo faremo ancora. Ma abbiamo ancora il diritto di raccogliere. Lo dice la legge del contadino: chi semina raccoglie. Non siamo così generosi di avere sputato sangue tanti anni e di fare raccogliere i frutti al primo che arriva in doppio petto”.
“Una volta – ha spiegato il presidente Musumeci – all’interno del governo della Regione comandavano i partiti, oggi non è più così. I partiti servono per selezionare la classe dirigente con cui poi si governa”. Il presidente della Regione nega che ci siano tensioni con i leader nazionali della coalizione che lo sostiene e che nei prossimi mesi dovrà esprimersi sulla sua ormai acclarata autocandidatura: “Col presidente Berlusconi ho un rapporto filiale, con Giogia Meloni proveniamo dalla stessa casa madre, con Salvini stiamo lavorando alle sfide del Pnrr, Cesa è un pezzo di pane. Con Diventerà bellissima – scherza – ho un ottimo rapporto”. E prosegue: “Abbiamo messo insieme il centrodestra nel novembre del 2017, compiendo un miracolo, non riusciranno a farci tornare indietro di 30 anni. La Sicilia non è mai stata, per natura, di sinistra”.
Poi l’attacco alle opposizioni: “Dobbiamo restare uniti, non possiamo far tornare un uomo del Pd, perché sappiamo quello che hanno lasciato. E non credo che vogliano fare vincere un grillino: non hanno mai conquistato una regione e questa la dice lunga”.
E su Palermo e il dopo-Orlando: “Non mi occupo di elezioni comunali, perché ho un ruolo istituzionale per cui devo dialogare con tutti. So che nella coalizione ci sono due o tre proposte, tutte autorevoli, e spero che sia un candidato unitario”.
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26 Giugno 2021, 18:19