07 Gennaio 2018, 15:58
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PALERMO – Sanità e Formazione, burocrazia e conti. Il governo regionale e la sua maggioranza ha iniziato l’opera di “cancellazione” dell’era precedente. Quella di Rosario Crocetta, che il nuovo corso alla Regione punta a dimenticare in fretta.
E in effetti un primo passo, più che simbolico, è avvenuto. Col trasloco di Patrizia Monterosso da Palazzo d’Orleans al vicino Palazzo dei Normanni si è chiusa – per il momento – una parabola iniziata negli anni del Cuffarismo vincente e che si è affermata con i governatori Lombardo e Crocetta. Musumeci, del resto, lo aveva detto a più riprese durante la campagna elettorale: la burocrate più potente degli ultimi dieci anni non sarebbe rimasta al suo posto. Che il “paracadute” offerto da Micciché fosse stato concordato col presidente della Regione, poco importa. L’arrivo di Maria Mattarella sulla poltrona di Segretario generale è, a suo modo, una piccola rivoluzione.
O forse solo l’inizio di questa. Stando almeno alle parole chiarissime che giungono da un big della maggioranza di Musumeci, il leader del Cantiere popolare Saverio Romano: “Nella burocrazia regionale – ha detto – i responsabili del fallimento a firma Crocetta sono ancora seduti ai loro posti, in settori delicati. Non è pensabile – ha aggiunto Romano – che coloro i quali hanno contribuito allo sfacelo che è sotto i nostri occhi restino un minuto di più sulle loro poltrone”. E i riferimenti del parlamentare nazionale “dalla sanità, la difesa del territorio alla lotta alla povertà” fanno già traballare alcune poltrone. Come quelle del dirigente dell’assessorato alla Salute Rino Giglione (parente dell’ex deputato di Sicilia Futura Michele Cimino), di Rosaria Barresi e Carmelo Frittitta (nella scorsa legislatura tra i più vicini a Crocetta) e di Mario Candore alla Famiglia.
La Sanità, diceva Romano. E del resto, un colpo di spugna potrebbe arrivare presto sul documento-cardine del settore in Sicilia. Il neo assessore Ruggero Razza ha infatti annunciato la sostituzione, di fatto, della vecchia rete ospedaliera con una nuova. In una recente nota, infatti, il responsabile della Sanità nel governo regionale parla di “definizione del progetto di riordino della rete attraverso le modifiche ritenute indispensabili, che saranno nel più breve tempo possibile oggetto di valutazione del nuovo governo regionale e di trasmissione alla competente commissione legislativa dell’Ars”. Si cambia tutto, insomma. E così, stop ai concorsi annunciati a lungo durante il governo Crocetta. Bisognerà, per un po’, dimenticare anche quelli.
Fermo, invece, è rimasto per metà della scorsa legislatura, il martoriato settore della Formazione professionale. Anche qui, si prepara un bel “colpo di spugna”. In questo caso suggerito anche da fatti non strettamente legati alla volontà politica del nuovo governo. La Corte dei conti, infatti, non ha approvato i decreti di finanziamento dell’Avviso 8, il bando da 136 milioni con il quale dovrebbero ripartire i corsi fermi ormai da due anni. E così, il neo assessore Lagalla si è trovato dentro un imbuto. Dal quale sembra si possa uscire solo gettando nel cestino l’Avviso, e lavorando a un nuovo bando per gli enti. Magari secondo il modello dei “corsi a catalogo”. Una “inversione a U”, non solo rispetto alla strada percorsa dall’ultimo governo, ma anche da quelle battute dalle precedenti giunte.
Ma l’opera di cancellazione non finirà lì. Ne ha parlato ad esempio l’assessore all’Economia Gaetano Armao, nel corso di una conferenza stampa annunciata come il primo passo di una “operazione verità” sui conti regionali. Che si tradurrà nella revisione degli accordi sottoscritti da Crocetta e il governo centrale. Ma non solo. Altri cambiamenti in arrivo anche altrove. Come annunciato dallo stesso Armao rispondendo alle critiche di tanti enti destinatari dei contributi regionali. Contributi che una volta arrivavano dalla Tabella h e che adesso vengono distribuiti attraverso bandi dei singoli assessorati. “Ma cambierà tutto” ha annunciato il governo regionale. Quella distribuzione finirebbe per penalizzare enti storici e importanti. E così, azzerare tutto. Un po’ per cancellare il passato. Un po’ per riproporlo.
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07 Gennaio 2018, 15:58