09 Marzo 2019, 13:30
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PALERMO – Quattro siciliani su dieci hanno fiducia nel presidente della Regione Nello Musumeci ma solo due su dieci credono nell’istituzione Regione. Tre gli assessori più conosciuti dai siciliani mentre gli altri sono noti solo alla popolazione della loro provincia di appartenenza. Solo il 38 per cento degli intervistati valuta positivamente l’azione del governo regionale. Questi sono solo alcuni dei dati che emergono dall’analisi che Palazzo d’Orleans ha commissionato all’Istituto Demopolis per conoscere la percezione dei siciliani sull’azione del governo regionale e sulle priorità per il 2019.
La fiducia nella Regione
La fiducia dei siciliani nella Regione siciliana risale al 18% dopo il record negativo del 2017 quando si è assestata al 12%. Il livello di fiducia rimane però lontano dai livelli precedenti alla crisi del 2011: nel 2010 infatti la fiducia nei siciliani era pari al 25%. La percentuale di popolazione che crede nell’istituzione che governa la propria regione, inoltre, rimane lontana dalla media delle altre regioni italiane. Mentre nel resto dei paese infatti la fiducia nelle Regioni è pari al 37% la Regione Siciliana si piazza a 19 punti di distanza dalla media.
I servizi e la crescita che manca
Il 73% dei siciliani, quasi a confermare il dato sulla fiducia ha un voto negativo ai servizi pubblici erogati nell’Isola. Il 20% da la sufficienza mentre solo il 7% da un voto fra otto e dieci.
I dati diffusi da Palazzo d’Orleans raccontano che il 94% della popolazione siciliana reputa che la condizione economica della propria famiglia paragonata agli ultimi cinque anni non sia migliorata. Per il 49% il reddito familiare è rimasto più o meno invariato mentre per il 45% la situazione economica è peggiorata. Una Sicilia, insomma, che si sente in crisi o che si percepisce stagnante. Secondo l’istituto Demopolis infatti nei siciliani pesa ancora la “crisi che dal 2011 ha investito il Paese e il Mezzogiorno”.
“Segni positivi – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – vengono ravvisati oggi nello sviluppo turistico dell’Isola e nel miglioramento della produzione agroalimentare. Negativo, per la maggioranza assoluta dei siciliani, è il bilancio dell’ultimo quinquennio sulle opportunità di lavoro, sullo sviluppo economico, sullo stato della viabilità e dei trasporti nell’Isola”.
La fiducia negli uomini del governo
Dopo una flessione nel maggio 2018 quando l’indice di gradimento ha toccato il 40%, oggi il governatore Nello Musumeci viene apprezzato dal 43% dei siciliani. L’istituto parla di una fiducia “personale” che porta il presidente della Regione oltre la soglia di fiducia di cui godeva a novembre 2017, mese delle elezioni regionali. Allora il 41% dei siciliani dava fiducia a Musumeci. “Particolarmente apprezzate – si legge nella nota diffusa da Palazzo d’Orleans – sono state alcune recenti prese di posizione del presidente della Regione sullo stato delle infrastrutture e della viabilità nell’Isola contro Anas e Rete ferroviaria italiana o la denuncia sul dissesto idrogeologico”.
La notorietà tra i siciliani dei componenti del Governo regionale risulta nel complesso piuttosto bassa. Accanto al presidente, risultano conosciuti dalla maggioranza assoluta dei siciliani tre membri della Giunta: Gaetano Armao, Ruggero Razza e Roberto Lagalla. Gli altri assessori risultano più conosciuti nella propria area di appartenenza: Marco Falcone in provincia di Catania, Toto Cordaro nel Palermitano, Mimmo Turano in provincia di Trapani, Bernadette Grasso nel Messinese, Edy Bandiera in provincia di Siracusa. Quarto per notorietà è risultato l’assessore ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa, tecnico conosciuto anche per le sue apparizioni da archeologo sulle reti nazionali. Cresce, rispetto all’insediamento, la popolarità di Sandro Pappalardo (Turismo) e Alberto Pierobon (Energia e rifiuti). La valutazione sulla notorietà del neo assessore Antonio Scavone è anch’essa legata al bacino di provenienza (Catania), ma condizionata dalla sua recente nomina.
La valutazione sui primi 15 mesi di governo Musumeci
Il 43% dei siciliani è critico con l’operato dell’esecutivo guidato da Nello Musumeci mentre il 38% valuta bene i primi 15 mesi di governo. Il 19% invece non si esprime. A pesare sembra essere la scelta, pure rivendicata dalla presidenza della Regione, di tenere “un profilo basso nella comunicazione”. L’istituto parla così di opinione pubblica poco informata. “Delle attività del Governo regionale – si legge nella nota che illustra i dati del sondaggio – i siciliani ricordano spontaneamente alcune “uscite” del presidente Musumeci e apprezzano in particolar modo la scelta di avviare un’azione di rilancio della sanità siciliana e di investire sul sistema di viabilità nell’Isola. Altre importanti decisioni del primo anno di Governo rimangono meno note”.
Fra le cose fatte dal governo targato Musumeci, l’azione maggiormente apprezzata, con il 68 per cento,sono i licenziamenti dei dipendenti pubblici assenteisti e l’incremento degli organici nella Sanità pubblica, indicato dal 63 per cento dei siciliani. 6 cittadini su 10 segnalano il proprio apprezzamento sugli investimenti di messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. Superano il 54 per cento di citazioni anche 3 interventi di respiro ambientalista: lo stop alla plastica negli stabilimenti balneari e al bollo per auto elettriche o ibride per tre anni, il nuovo piano rifiuti per l’incremento della differenziata. Il 51% degli intervistati segnala positivamente anche l’avvenuta certificazione dei fondi Ue alla fine del 2018.
“Sull’attività di Governo – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – incidono pesanti eredità, nella percezione dei siciliani: le responsabilità di Crocetta e delle precedenti amministrazioni regionali; la consapevolezza di un divario di sviluppo rispetto ad altre aree del Paese, sul quale poco hanno inciso le politiche nazionali e comunitarie. L’85 per cento valuta negativamente le politiche di sviluppo del Sud attuate negli ultimi 10 anni dai Governi nazionali: nelle convinzioni dei cittadini, il divario vero con il centro nord non è nel Pil, ma nella dotazione infrastrutturale della Sicilia e nella qualità dei servizi pubblici”.
Le priorità dei siciliani per il 2019
Demopolis infine ha raccolto le opinioni dei cittadini sugli interventi prioritari da attuare nei prossimi mesi. In testa agli interessi dei siciliani ci sono le politiche per l’occupazione e il lavoro (81% degli intervistati), la maggiore efficienza nella sanità regionale (70%) e gli investimenti per migliorare per la rete stradale e ferroviaria (67%). “La richiesta – spiega la nota – è che ‘si faccia qualcosa’ per arrestare la fuga dal Mezzogiorno dei più giovani che non trovano spazio nel fragile tessuto produttivo locale”. Per circa sei persone su dieci poi le priorità sono la gestione dei rifiuti, la buona gestione dei fondi europei e la qualità dei trasporti pubblici. Al 53% dei siciliani sta a cuore la messa in sicurezza del territorio, al 51% gli investimenti sul turismo mentre il 48% dei siciliani indica come prioritaria l’efficienza della burocrazia regionale. Sopra la soglia del 40% poi c’è anche la valorizzazione dei prodotti agroalimentari siciliani
Come è stato condotto il sondaggio
L’indagine demoscopica è stata condotta dall’Istituto Demopolis dal 18 al 24 febbraio 2019 su un campione stratificato di 2008 intervistati, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia. L’Istituto spiega che la rilevazione quantitativa è stata preceduta da una fase di ricerca qualitativa di colloqui aperti, finalizzati a una analisi degli orientamenti dell’opinione pubblica sulle tematiche di ricerca.
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09 Marzo 2019, 13:30