01 Novembre 2012, 15:08
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È un Raffaele Lombardo per niente scosso dal risultato politico delle ultime elezioni regionali in Sicilia, quello che risponde colpo su colpo alle domande di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”. Nell’intervista a tutto campo l’ormai ex governatore dell’isola non si sottrae neanche alle domande più scomode e non risparmia attacchi e critiche ad avversari ed ex alleati, come Alfano e Musumeci, si definisce vittima di una campagna mediatica al massacro, orchestrata dai suoi oppositori, primo fra tutti Silvio Berlusconi e al suo successore Crocetta consiglia di andare avanti seguendo il solco da lui precedentemente tracciato.
E sulle ultime elezioni: “Volevamo vincere – ha detto nell’intervista Lombardo – o almeno essere determinanti. E lo siamo”. “A Crocetta – continua – non chiedo niente. Mi auguro che prosegua sulla mia strada”. L’ex presidente sostiene che sia stato Musumeci, un uomo dal “passato economista, di destra ma non legato al Pdl”, a buttare via la vittoria rifiutando l’alleanza con Pds e Grande Sud, che, sempre secondo Lombardo, lo hanno inventato, mentre Francesco Storace, segretario nazionale de La destra, partito di Musumeci, invece, “aveva troppa fretta di fare qui un accordo con Alfano, da giocarsi poi alle politiche in primavera. E Musumeci ha fatto la sciocchezza di andare a chiedere l’appoggio di Angelino”.
Ribadisce anche il suo addio alla politica, Raffaele Lombardo, e la sua intenzione di “disintossicarsi” dai veleni di palazzo, ma difende strenuamente la sua gestione della Regione in un fitto botta e risposta con il giornalista in cui l’ex governatore esalta il suo operato parlando della riduzione del deficit della sanità, del blocco delle assunzioni e al contempo della stabilizzazione di oltre 4500 precari, della riduzione delle Asl, di consulenze, “8 milioni in un bilancio da 27 miliardi sono un’inezia”, e persino delle nomine. “Le ho ridotte – dice Lombardo riferendosi alle nomine – forse a un decimo! Gente scelta sulla base della fiducia, ovvio. Perché, cosa fanno in Emilia o in Lombardia? Li estraggono a sorte?” Insomma, il solito Lombardo che non perde neanche stavolta l’occasione per attaccare la sua ultima nemesi, Marco Venturi, definendo l’ex assessore “autore di una cosa indegna” e protagonista di un’antimafia “non proprio disinteressata”.
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01 Novembre 2012, 15:08