12 Aprile 2014, 21:32
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CATANIA – È ufficiale. Salvo Pogliese è il candidato della Forza Italia catanese all’europarlamento. Un’indiscrezione che LiveSicilia aveva lanciato già nei mesi scorsi. Ma l’investitura è arrivata soltanto oggi in un centro fieristico le Ciminiere pieno in ogni suo ordine e grado. Maggiorenti tutti in gran spolvero. Fra loro anche Nello Musumeci, presidente della Commissione antimafia Ars e garante dell’accordo politico elettorale tra La Destra di Storace e il partito di Silvio Berlusconi. Sono tuttavia le vicende connesse alla nascita del Crocetta-bis a tenere banco. In particolare il conflitto tra l’ormai ex assessore all’Energia e ai Rifiuti, Nicolò Marino, e Confindustria: “Crocetta riferisca in aula. Marino – dichiara Musumeci – era riuscito ad accendere i riflettori su una vicenda ancora oggi poco chiara. Lui ha avuto il coraggio – continua – di imboccare la strada giusta per capire come mai negli ultimi anni le discariche pubbliche abbiano subito un freno rispetto a una politica più compiacente verso le discariche private”.
Tuttavia, Musumeci non condivide la tempistica delle accuse di Marino: “Dal punto di vista politico – precisa – sarebbe stato più credibile se queste cose le avesse dette prima, quando è emersa l’ambiguità e la doppiezza politica di Crocetta, il quale di giorno stava coi disoccupati e di notte coi poteri forti”. Esprime perplessità sul nuovo corso crocettiano anche Salvo Pogliese: “Questo rimpasto rappresenta l’ennesima tappa di un fallimento politico. Non capisco ancora come sia saltato il nome di Dario Cartabellotta, l’unico uomo su cui c’era un consenso unanime. Tuttavia, i catanesi all’interno della giunta sono autorevoli. Ma un governo che taglia i ponti col Pd non ha credibilità”.
Oltre la Regione, Pogliese al momento guarda a Bruxelles: “Vado in Europa – riferisce a LiveSicilia – a difendere gli interessi di un’Italia spesso bistrattata. Vado in funzione del mio territorio. Sapendo che l’Ue è sempre più invasiva nel decisioni locali. Se vogliamo superare il gap economico con il resto del continente puntare alle infrastrutture. Il ponte sullo stretto potrebbe determinare un effetto domino positivo”.
Difficile non notare però il tir parcheggiato appena fuori l’ingesso delle Ciminiere. Sui teloni campeggia il volto dello stesso Pogliese. Un espediente in perfetto di stile Forza Italia. Rassicura però il vicepresidente Ars: “Questa campagna elettorale è totalmente finanziata da me, come sempre”. Mentre sulle vicende giudiziare che lo vedono coinvolto in merito alle presunte “spese pazze” dei gruppi consiliari alla Regione, chiarisce: “Non ho ancora avuto alcun tipo di comunicazione in tal senso”.
Intanto a Catania Fi ha varato il nuovo coordinamento provinciale. Tra i nomi spunta anche quello di Gianluca Cannavò, ex consigliere di Palazzo dei Minoriti, rinviato a giudizio in merito all’inchiesta sui presunti rimborsi illeggittimi erogati in favore dei datori di lavoro degli stessi consiglieri. Interviene Vincenzo Gibiino: “Siamo garantisti e attendiamo tutti i pronunciamenti prima di assumere provvedimenti. In questa board abbiamo voluto inserire i nomi di chi ha avuto già esperienza nel gestione politica del territorio. Non c’è alcun imbarazzo, quindi”.
Presente in prima fila anche l’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli. Secondo i rumors sarebbe proprio lui il maggiorente forzista ad aver indicato a Pogliese la via della candidatura in Europa: “Non sono lo sponsor di nessuno – puntualizza a LiveSicilia – ma in questa competizione non posso che sostenerlo, appunto perché il suo nome è riconducibile alla mia stessa storia politica”. Intanto, però, Stancanelli è l’unico fra i leader catanesi della neonata Forza Italia a non ricoprire ruoli istituzionali: “Sono sempre stato – spiega ancora – un semplice elettore di destra. Non è una novità. La mia unica ambizione è che questo centrodestra, oggettivamente sfilacciato, possa ritrovare una strategia unitaria. Ncd è al governo, Fdi all’opposizione, mentre di Forza Italia non si capisce molto. L’elettorato è sfiduciato. Bisogna – conclude Stancanelli – individuare una nuova classe dirigente”.
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12 Aprile 2014, 21:32