Musumeci si dimette: la palla passa agli alleati - Live Sicilia

Musumeci si dimette: la palla passa agli alleati

Adesso la coalizione ha tempi stretti per trovare la quadra.
CENTRODESTRA
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PALERMO – Le dimissioni del presidente Musumeci vengono alla luce dopo un lungo travaglio che lascia per ore cronisti e attori politici con il fiato sospeso incollati agli schermi dei cellullari come i tifosi al televisore il giorno della finale dei Mondiali.

L’annuncio sui social

La riunione di giunta termina dopo quattro ore con un nulla di fatto.  L’attesa si spezza tre ore più tardi quando il presidente in versione  Mark Zuckerberg affida il suo messaggio 2.0 a un mezzo poco convenzionale: il web. Una diretta Facebook in cui si rivolge direttamente ai siciliani dicendo che la scelta “sofferta” e il conseguente election day sono legati a motivazioni di carattere pratico: il risparmio in termini economici, evitare di chiudere le scuole due volte a stretto giro, facilitare il lavoro della macchina organizzativa dei partiti già gravata dalla tornata delle politiche e dribblare il probabile aumento dei contagi da Covid. 

La palla passa agli alleati

Musumeci mette le mani avanti e soltanto alla fine della diretta ribadisce che la propria disponibilità a correre per il bis, alleati permettendo. Il messaggio è chiaro e dice molto della decisione di Musumeci, al netto delle valutazioni “pratiche”: la palla adesso passa agli alleati che dovranno cimentarsi nella scelta di un candidato “non divisivo”. Il presidente, insomma, attende un passo falso degli alleati chiamati adesso a trovare la quadra scoperchiando il vaso di Pandora. Poche ore prima dell’annuncio, infatti, Matteo Salvini da Lampedusa ha annunciato che “sceglierà presto il candidato governatore”. In mattinata voci insistenti davano il coordinatore regionale del Carroccio, Nino Minardo, in pole. Ma nemmeno gli azzurri sono rimasti con le mani in mano (complice probabilmente la presenza di Gianfranco Miccichè nella Capitale). A stretto giro dalle dimissioni di Musumeci, il cellulare di Stefania Prestigiacomo ha iniziato a squillare. Dall’altro capo della cornetta Silvio Berlusconi. Il Cav ha chiesto la disponibilità della deputata siracusana (non troppo amata dai leghisti) a correre per Palazzo d’Orleans incassando un sì. Insomma, la partita è aperta. Anche perché il nome di Musumeci rimane sul tavolo. Sibilline in tal senso le parole del colonnello meloniano Ignazio La Russa che in una nota ringrazia Musumeci dicendo: “A lui va la mia gratitudine per quanto fatto in questi anni per la Sicilia e che spero possa continuare a fare”.

L’assenza all’Ars accende gli animi

In attesa di capire come si combineranno, con la clessidra che scorre, i tasselli del puzzle del centrodestra siculo rimane una nota amara che chiude una legislatura tribolata. Musumeci oggi non andrà a riferire in aula ma invierà una nota protocollata. Il presidente impegnato nella posa della prima pietra per la costruzione della nuova Cittadella giudiziaria di Catania non potrà presenziare in aula. Nei palazzi palermitani si vocifera che si sarebbe rifiutato di farlo declinando l’invito del presidente Miccichè disponibile a fare slittare la seduta per consentire la sua presenza. Un incidente diplomatico che segnerebbe un solco ancora più profondo tra il presidente e l’Assemblea. “Sarebbe uno schiaffo istituzionale gravissimo assestato al Parlamento: l’ennesimo”, sbotta un big del centrodestra siculo. Staremo a vedere. 


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