07 Novembre 2017, 18:14
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PALERMO – Chiusa la campagna elettorale con i suoi eccessi, la Sicilia guarda ai compiti che dovrà affrontare il nuovo presidente della Regione Nello Musumeci. I dossier sul tavolo sono molti, dal lavoro al rilancio del turismo e delle infrastrutture. Abbiamo chiesto a cinque esponenti del mondo della cultura, della finanza e delle imprese come andrebbero affrontati questi temi. Dalle diverse idee su quali siano le priorità da affrontare, emerge un consiglio univoco per il nuovo presidente della Regione: la prossima giunta dovrà avere una visione complessiva del futuro, abbandonando un approccio basato sull’emergenza.
“C’è una nuova maggioranza, un parlamento rinnovato in termini anche generazionali. Ci aspettiamo che in Sicilia si torni ad avere una visione complessiva verso il futuro”. A parlare è Maurizio Carta, urbanista, architetto e docente della facoltà di architettura di Palermo. Per Carta, “Musumeci non potrà più lavorare per singoli interventi e per manutenzioni. Questo chiediamo, come mondo della cultura: riprendere l’immagine di futuro che si vuole dare alla Sicilia. Al momento invece è un puzzle di tante visioni”. Il campo principale in cui questo puzzle va ricomposto è proprio il territorio siciliano: “Dobbiamo ripensare – dice il docente di architettura – il nostro modello di città e di territori interni. Ci ritroviamo in una regione con tre città metropolitane che non riescono a svolgere il loro ruolo di motore culturale, ed è stato lasciato indietro anche quel patrimonio di borghi rurali e territori montani che potrebbe diventare la nostra ricchezza”.
Di visione unitaria parla anche Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia e amministratore delegato della Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania. “Auguro al nuovo presidente di fare un buon lavoro, nell’interesse di tutti – dice Torrisi – e a prescindere di chi lo ha votato: la Sicilia si aspetta misure che portino alla soluzione di problemi legati al mondo delle infrastrutture”. Torrisi sottolinea l’importanza di “un’azione convinta del governo che non deve esaurirsi, come nel passato, in scelte verticistiche che non si incontrano con la base, o in discussioni che si sono fatte solo in campagna elettorale. Musumeci dovrebbe concentrarsi su turismo e infrastrutture, per esempio intervenendo sul tema, molto sentito, dei biglietti aerei troppo cari. Con lo status di insularità potremmo avere biglietti a prezzi sociali, come la regione Sardegna, aumentando i flussi turistici, e penso che il nuovo presidente possa avere una buona sensibilità a riguardo”.
“Il centrodestra ha una seconda prova davanti: ha una piena maggioranza di governo e dunque una piena responsabilità, e confido che la userà nel modo migliore”: Paolo Inglese, ordinario della facoltà di Scienze agrarie e direttore del Centro servizi del sistema museale dell’università di Palermo, guarda con interesse alla nomina di Vittorio Sgarbi ad assessore ai Beni culturali, annunciata da Musumeci nel corso della campagna elettorale. “Sono sicuro – dice Inglese – che da direttore del sistema museale dell’università troverò un interlocutore competente. Sgarbi ha l’assessorato chiave del futuro della Sicilia, e la possibilità di mettere in pratica quello che ha sempre sostenuto sulla gestione del patrimonio artistico, passando dalla critica alla costruzione”.
Di trasformazione dell’economia parla invece Francesco Maiolini, direttore generale di Igea Banca che chiede al centrodestra di “fare il centrodestra”, mettendo in atto una trasformazione dell’economia siciliana: “La nuova giunta dovrebbe creare i presupposti – dice Maiolini – perché la nascita e i risultati di un’impresa dipendano dalla bravura dell’imprenditore e non dall’assistenza pubblica. Oggi le transazioni finanziarie in Sicilia sono, all’ottanta per cento, da o per la pubblica amministrazione. Invece si devono creare le premesse per creare un’economia sana, libera, che attiri le imprese, e capendo che economia di mercato non significa non rispettare le regole. Secondo me – conclude Maiolini – una figura come Musumeci, con la sua storia e il suo rigore morale, rappresenta una garanzia per lo sviluppo del territorio”.
Della necessità di attirare capitali e imprese è convinto anche Alessandro Albanese, vicepresidente di Sicindustria: “Il nuovo presidente, al quale Sicindustria augura buon lavoro, avrà un compito importante: quello di rendere la Sicilia attrattiva”. Per questo la richiesta del mondo industriale siciliano è, per Albanese, quella di “costruire insieme alle istituzioni e agli altri stakeholder le condizioni per sviluppare capacità progettuali, imprenditoriali, di innovazione e poter così rispondere ai nuovi bisogni del mercato garantendo ricchezza ai territori”.
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07 Novembre 2017, 18:14