Musumeci: “Subito le primarie” | Ma ecco tutti i motivi per evitarle

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06 Febbraio 2017, 19:26

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PALERMO – “Chi non vuole le primarie, vuole perdere”. Due giorni fa, alle primarie del centrodestra ha ufficialmente aderito il movimento Diventerà Bellissima. Lanciando, nella convention di Caltagirone, il candidato Nello Musumeci. “Una vera e propria festa – racconta – che dimostra come oggi la gente abbia voglia di essere coinvolta”. Anche nella scelta dell’uomo da lanciare verso Palazzo d’Orleans, ovviamente. “Credo – ribadisce Musumeci – che quello delle primarie sia il metodo più democratico”. Che non sembra però piacere a tutti, nel centrodestra siciliano e non solo. Del resto, questo strumento non è quasi mai stato utilizzato nella scelta dei candidati di questi partiti. “Ma chi oggi – insiste Musumeci – non vuole le primarie per le Regionali, non vuole vincere. E la Sicilia può lanciare un segnale di novità”.

E a dire il vero, in vista delle elezioni esisterebbe già una sorta di road map. Per giovedì 9 febbraio, infatti, i partiti della coalizione, che si sono già incontrati due volte, si sono dati appuntamento per fissare le regole. “Entro la fine del mese – dice Musumeci – va fissato il termine per la presentazione delle candidature. E la consultazione non può essere svolta più tardi del 2 aprile. Cioè prima dell’inizio della campagna elettorale per le amministrative. Non credo – aggiunge – che esistano motivi per rimandare ancora. A meno che qualcuno non decida di defilarsi”.

E il dubbio è legittimo. Perché tra i partiti del centrodestra, almeno alcuni di loro, l’entusiasmo per le primarie non è altissimo. “Dobbiamo deciderci – spiega Musumeci – ci presentiamo come i partiti che vogliono l’elezione diretta dei sindaci, dei presidenti di Provincia, dei politici romani e poi, quando dobbiamo scegliere i nostri candidati, pensiamo si possa evitare di rivolgersi alla gente. Sarebbe un errore che in tanti non capirebbero. Io sono e sarò sempre – prosegue – rispettoso delle regole. Chi vince le primarie sarà il candidato di tutti e io, dovessi essere sconfitto, mi metterò al servizio di quel candidato. Ma stavolta diciamo no alle scelte calate dall’alto. Questa è l’occasione per dimostrare che anche i partiti padronali sanno ascoltare la gente”.

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Ma come detto, non tutti i partiti sembrano così “caldi” nei confronti dello strumento-primarie. E ciascuna di queste forze politiche ha buoni motivi per coltivare la propria diffidenza. A cominciare, ad esempio, da quelli relativi all’individuazione del cosiddetto “perimetro” della coalizione. E qui, le posizioni sono apparentemente inconciliabili. Ad esempio, il leader siciliano del Cantiere popolare Saverio Romano si è detto disponibile alle primarie, ma solo se queste “aprono” il più possibile ai movimenti civici, ma anche ai partiti moderati. Una posizione che sembrava appunto indicare il coinvolgimento, ad esempio, del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. “Ma come facciamo – dice ad esempio lo stesso Musumeci – a proporci come alternativa al Pd e poi aprire ai partiti che stanno ancora governando con Crocetta?”.

Ma a complicare il quadro, ecco anche le altre forze: il Partito dei Siciliani-Mpa, ad esempio, tramite le parole del deputato regionale Giovanni Greco, ha messo in dubbio la possibile alleanza, seppur nell’ottica delle amministrative palermitine, tra i partiti di centrodestra e lo stesso Cantiere popolare di Romano “che non ha fatto altro finora – ha detto – che appoggiare a Roma un governo di sinistra”. Un rebus, insomma. Al quale si aggiunge anche il dubbio assai concreto che lo stesso leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, non sia alla fine favorevole a primarie siciliane che rischiano di aprire uno spiraglio, nel resto d’Italia, nei confronti ad esempio della Lega di Salvini. Che a Palermo ha scelto come coordinatore l’ex An e Pdl Salvino Caputo, ha deciso di lanciare, in vista delle Regionali, il proprio candidato alle primarie Angelo Attaguile, ma che non sembra nemmeno così entusiasta di allearsi con i partiti moderati del centrodestra.

Insomma, più che di motivi per svolgerle, queste primarie, sembra ne esistano di più per evitarle. “Ma come si fa – chiede Musumeci – dopo esserci seduti tutti intorno a un tavolo, a dire: le primarie non si fanno più? Io sono convinto che alla fine vincerà il senso di responsabilità. Ma sia chiaro: chi non vuole fare le primarie, vuole perdere. E se ne assumerà tutte le responsabilità”.

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06 Febbraio 2017, 19:26

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