08 Dicembre 2015, 06:15
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PALERMO – Richiesta di archiviazione respinta. E anche sulla banca che si spostano le indagini per verificare che le voci su “commissioni, remunerazioni e spese” non abbiano provocato il superamento del tasso soglia di usura bancaria. Di fatto, almeno per l’accesso ai dati, si rompe un tabù che vede spesso il cliente soccombere rispetto all’istituto di credito.
La vicenda riguarda una coppia di giovani palermitani a cui, negli anni scorsi, è stata pignorata la casa. Erano rimasti indietro con le rate del mutuo. Nel corso delle procedure di pignoramento marito e moglie avevano chiesto, senza successo, che l’istituto bancario consegnasse la documentazione che ricostruiva il debito.
E così la coppia, tramite gli avvocati Alessandro Martorana e Marco Consales, ha deciso di presentare una querela, non escludendo che fossimo di fronte a casi di usura e anatocismo bancario, e cioè il calcolo di ulteriori interessi su altri già scaduti e non pagati.
L’ipotesi del legale è che le voci relative a “commissioni, remunerazioni e spese” siano diventate la giungla che ha mascherato il superamento del tasso soglia di usura. La Procura, però, aveva concluso le indagini chiedendo l’archiviazione. Una perizia, infatti, aveva stabilito il corretto operato della banca. “Senza che sia stato verificato il reale andamento del rapporto bancario”, hanno tuonato i legali. Il giudice per le indagini preliminari Fernando Sestito ha accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione. Bisogna svolgere ulteriore accertamenti che facciano le pulci alla banca.
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08 Dicembre 2015, 06:15