Myrmex, Calvi: “Nessun mandato| Il centro non è in vendita”

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11 Febbraio 2016, 13:32

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CATANIA. IL centro di ricerca della Myrmex di Catania non è in vendita.“ Non abbiamo dato mandato a nessuno, meno ancora ad un’agenzia immobiliare di mettere in vendita il Centro di ricerca” – precisa il presidente della Myrmex, Gian Luca Calvi. A dare martedì la notizia della comparsa dell’avviso di vendita di uno dei due immobili del laboratorio in un sito web, sono stati i rappresentanti sindacali dell’azienda che anche ieri hanno proseguito con la protesta assieme ai lavoratori dinanzi i cancelli dello stabilimento nella zona industriale di Catania.

“Il clima di tensione è in aumento; ogni giorno che passa è uno schiaffo alla volontà di salvare posti di lavoro e laboratorio. La Myrmex ora è in vendita ad un prezzo ben preciso; scelta che non ci è stata comunicata da chi ha messo in atto l’operazione di offerta, ma che tutti possono verificare con un semplice clic su Internet. Questo deve far riflettere sulle reali intenzioni che spingono la proprietà a fare alcune scelte anziché altre”– hanno spiegato in una nota il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, la segretaria confederale della Cgil Margherita Patti, il segretario generale della Filctem Cgil Catania Peppe D’Aquila – “Un colpo di scena – prosegue la nota diramata dalla Cgil – che ha lasciato di stucco i lavoratori che adesso vedono contrapposta la loro proposta, in campo da mesi, che prevede la vendita dell’azienda allo stesso Ente o ad un’altra realtà da esso designato, al prezzo di un euro (previa attivazione di delibera regolarmente approvata dalla Regione nel 2011), ad una vendita “a caro prezzo”, che avverrebbe proprio ora che la Myrmex si ritrova svuotata dai ricercatori.

“Ribadisco che il Centro di ricerca non è ancora in vendita”- prosegue Calvi. Il presidente della Myrmex, dunque, che ha inviato le lettere di licenziamento ai lavoratori giusto qualche giorno fa, afferma , però, di non essere stato a conoscenza dell’annuncio di avviso di vendita del laboratorio di cui risulta proprietario. L’annuncio sarebbe stato pubblicato da qualcuno a sua insaputa. “Io non ne sapevo nulla. – dice – Non so chi abbia dato disposizioni a far pubblicare l’avviso su questo sito. Quell’annuncio, che per la prima volta ho visto giusto lunedì perché mostratomi dall’assessore regionale Maria Lo Bello – non rispecchia la volontà della Myrmex. E’ un fatto che non conosco”.

L’avvocato Calvi si scaglia poi contro la Cgil etnea: “Consentitemi di uscire da questa situazione nella quale mi ha messo la Cgil, non ci sto a questo gioco. Ci tengo rivendicare come ogni cittadino e presidente di una società italiana la possibilità di operare in un regime di libertà economica. Il principio è il seguente: se domani la Myrmex decide di vendere è libera di farlo. Non devo risponderne. Ma nel caso, non venderemo a un euro e neppure a 9 milioni”- sottolinea.

I lavoratori in queste ore stanno portando avanti la lotta anche attraverso un fitto tam tam partito sui social accompagnato dall’hashtag #lamyrmexènostra. Ma riguardo alla proposta avanzata dai lavoratori, costituitisi in cooperativa, di essere disponibili ad investire 1 euro, cioè allo stesso prezzo con cui l’imprenditore ha acquistato il centro, afferma: “Non vedo perché mi debba far espropriare un bene a un euro, quando la mia società ha dovuto accollarsi un bad will di 15 milioni di euro. Non è un comportamento legittimo quello sostenuto dalla Cgil. Questo trovo sia il reale e vero tentativo di speculazione finanziaria”.

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L’annuncio apparso sul sito web sarebbe comunque già scaduto, nonostante sia ancora visualizzabile. A confermarlo a LiveSicilia oltre a Calvi è anche l’agente immobiliare, che avrebbe curato inizialmente l’eventuale compravendita. L’agente, dopo una verifica, riferisce che la richiesta di mediazione immobiliare sarebbe stata ritirata sin da subito dai committenti e risalirebbe a molti mesi fa. Nel breve periodo i cui l’annuncio rimase attivo nessun acquirente si sarebbe mostrato particolarmente interessato ad investire nel laboratorio.

Ma Calvi torna a ribadire che, qualora decidesse di mettere in vendita il centro, indicherebbe una cifra ben al di sopra dei 9 milioni indicati dall’annuncio. “Laddove procedessimo con la vendita, – aggiunge – e qualora non fossero state individuate soluzioni alternative, lo faremo indicando una cifra adeguata al valore di mercato e quindi diversa da quella comparsa in quell’annuncio. Il valore di 9 mila euro è incongruo e insoddisfacente per la Myrmex. Tutti aspetti della vicenda che ho anche fatto presente all’assessore regionale Maria Lo Bello lunedì ”.

La Cgil etnea oltre ad attaccare la società Myrmex in relazione all’annuncio di vendita dell’immobile apparso sul sito web, ha anche riportato la “visita” al laboratorio, avvenuta martedì, di esponenti del CNR. “Ci sembra che la visita di dei rappresentanti del CNR, – prosegue la nota della Cgil – a licenziamenti definitivamente avvenuti, sia un fatto particolarmente degno di nota. Sarebbe questo il “progetto segreto” di cui Calvi ha riferito alla stampa locale? Se così fosse, sarebbe la prova che quanto denunciato da mesi da sindacato e lavoratori corrisponde a verità: sulla Myrmex ci sarebbe, sino alla fine, una speculazione finanziaria e non certo un’operazione di rilancio imprenditoriale. Ricordiamo inoltre all’amministratore delegato, che la Regione Sicilia non “promette” finanziamenti, anche perché la delibera regionale si appoggia ad uno strumento, ossia il “contratto di sviluppo settoriale”. In parole povere, solo dietro un progetto con particolari caratteristiche di ricerca sarebbe stato possibile ottenere milioni di finanziamento. Caratteristiche che, evidentemente, non sussistevano nel progetto della società. Ci turba, infine, che da parte di Calvi vengano adottati toni partecipativi al futuro dei lavoratori e dell’impresa stessa. Se ci fosse stata una reale volontà di sfruttare al massimo l’apporto dei ricercatori a tempo debito, non sarebbero mancati né occasioni, né progetti. Invece il tempo è trascorso invano. E a investire energie, ore ed ore di confronti con le istituzioni, assessori regionali compresi, ansie e viaggi a Roma, ci sono stati i lavoratori e le sigle sindacali che li hanno affiancati. Questo lo dice la storia della vertenza, che è senza “segreti” .

Riguardo la visita del CNR, il presidente non nega il fatto che sia in corso una fase di confronto. “La Myrmex ha già da anni un laboratorio in collaborazione con il CNR. Adesso, al dispetto di ogni polemica, – aggiunge – se una collaborazione con il CNR possa dare un impulso sano e corrispondente al fabbisogno occupazionale, – che non sia di natura assistenzialistica, o basato su un’alterazione delle regole del mercato con l’espropriazione di un bene a un euro – continuerò a portare avanti qualsiasi tentativo. Ma al momento non c’è nulla”.

Qualora inoltre la delibera datata 5 agosto 2011 dovesse venire attivata dalla Regione, secondo Calvi, non sarebbe, comunque, prevista la possibilità di rivendere l’azienda al prezzo simbolico di un euro. “La Regione, non ha diritto – dice – di riprendersi il centro a un euro. E neppure di riprenderselo per regalarlo ad una fantomatica cooperativa della quale io non so nulla. La delibera non dice che la Regione possa rivendere a un euro. La Regione ha assunto un atto unilaterale con cui stanziava delle somme che alla Myrmex non sono mai state erogate. Solo qualora la mia società non avesse allungato il patto di stabilità occupazionale da due a tre anni, la Regione , previa contestazione di un eventuale inadempimento , (che da parte mia non c’è stato), avrebbe allora potuto rivalersi sul centro”. E sulla spesa di 500 mila euro mensili sborsata per il mantenimento del patto di stabilità, – somma enorme considerando che il presidente ha affermato, nella recente intervista, che il laboratorio sia stato costretto nei tre anni ad operare in una condizione fortemente al di sotto delle sue reali potenzialità – , ha detto: “La Myrmex è una società che ha un capitale di 9 milioni di euro che svolge delle attività finanziate dal socio con ulteriori somme che possono creare profitti o perdite. Perdite a cui abbiamo fatto fronte anche attraverso l’aiuto delle banche” – conclude.

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11 Febbraio 2016, 13:32

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