18 Dicembre 2014, 11:51
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CATANIA -I 69 lavoratori del laboratori di tossicologia Myrmex riceveranno le lettere di licenziamento nei prossimi giorni. La notizia è stata comunicata ieri, e in via ufficiale, ai rappresentanti sindacali. Lo annunciano i segretari provinciali di Filctem Cgil, Uilctem Uil e Cisal di Catania , Giuseppe D’Aquila, Alfio Avellino e Giuseppe La Mendola, e il segretario confederale della Cgil, Margherita Patti, che segnalano alla stampa per le ore 10,30 di domani, venerdì 19 dicembre, un incontro con sit in all’Ufficio provinciale del lavoro organizzato per tentare un ultimo confronto con la proprietà. Il clima tra i lavoratori è molto teso.
“Non ci resta che prendere atto del fallimento di tutte le istituzioni che in questi anni sono state coinvolte in una vertenza che non rappresenta solo la chiusura di un laboratorio e il conseguente licenziamento di 69 dipendenti specializzati, – sottolineano i segretari delle sigle di categoria- ma una sconfitta del territorio, di una concezione dello sviluppo possibile legata all’eccellenza. Con la chiusura del laboratorio Myrmex si chiude una vicenda tutta siciliana fatta di illusioni, lunghe attese e false promesse. Puntiamo il dito prima di tutto contro la Regione Sicilia, responsabile di aver fatto un clamoroso passo indietro che ha segnato l’inizio della fine di quest’esperienza storica. Già quest’estate avevamo lanciato l’allarme, molto prima del superamento del 17 settembre scorso, giorno di scadenza della salvaguardia occupazionale sancita dalla delibera della Regione Sicilia, in seguito all’ inadempienza dell’azienda e di un Piano industriale mai rispettato. Poi la Regione dichiarò per bocca dell’assessore Vancheri che la delibera regionale risalente a tre anni fa sotto il governo Lombardo avrebbe potuto essere non legittima. Il condizionale è d’obbligo visto che al dubbio, almeno per adesso, non è seguita alcuna segnalazione ufficiale alle sedi di giustizia. Il resto è storia: tra un incontro negato e un concesso, siamo arrivati al licenziamento”.
Cosa fare adesso? “Sono solo due le possibili vie d’uscita che indichiamo da mesi – concludono i segretari- e cioè creare le condizioni affinché il laboratorio venga comprato e rilanciato, (anche se in questo senso le rassicurazioni del Comune di Catania non hanno purtroppo prodotto risultati,) e rimettere il destino dei lavoratori nelle mani della Pfizer. Chiediamo che l’azienda assuma nuovamente i suoi ex dipendenti, fuoriusciti a seguito di una cessione di un ramo aziendale che non ha portato affatto il rilancio promesso negli anni scorsi”.
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18 Dicembre 2014, 11:51