Napolitano-pm, la Consulta decide | sull’ammissibilità del ricorso

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19 Settembre 2012, 10:34

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ROMA- La Corte Costituzionale è riunita in camera di consiglio per valutare l’ammissibilità del ricorso per conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato presentato dalla Presidenza della Repubblica nei confronti dei pm di Palermo. Al centro, le intercettazioni disposte nell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia, durante le quali sono state indirettamente captate anche conversazioni del Capo dello Stato. Dodici le cause a ruolo oggi per la Corte: la penultima iscritta é quella che riguarda il Capo dello Stato.

Le telefonate al Presidente Giorgio Napolitano sono state registrate intercettando le conversazioni telefoniche dell’ex ministro Nicola Mancino, la cui utenza era stata messa sotto controllo su mandato dei magistrati palermitani, e le registrazioni non sono state distrutte. Il Presidente della Repubblica, ritenendo lese le proprie prerogative garantite dall’articolo 90 della Costituzione, ha promosso un ricorso alla Consulta. La Procura di Palermo sostiene invece che per procedere alla distruzione delle intercettazioni è necessaria, in base al codice di procedura penale, un’apposita udienza, in contraddittorio, davanti al gip. Oggi la Corte Costituzionale deve decidere solo sull’ammissibilità, cioè deve verificare se il ricorso ha i requisiti oggettivi e soggettivi perché si possa passare, nelle prossime settimane, all’esame nel merito: i giudici, in questo primo vaglio, devono stabilire se Quirinale e Procura sono poteri dello Stato e se il conflitto é fondato. Due i giudici che hanno l’incarico di relatori: Gaetano Silvestri e Giuseppe Frigo, il primo eletto nel giugno 2005 su indicazione del centrosinistra, il secondo nell’ottobre 2008 su proposta del centrodestra. L’esame di oggi avviene senza sentire gli avvocati delle parti.

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19 Settembre 2012, 10:34

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