“Coerenza e democrazia”| Il nuovo movimento di Orlando

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13 Maggio 2013, 06:15

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L'assemblea al Centro congressi di Roma

PALERMO – Il nome dovrebbe essere “Coerenza e democrazia 139”, anche se non è ancora ufficiale, mentre i grafici sono già al lavoro sul logo: quello che è certo, per ora, è che il nuovo movimento del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha già scaldato i motori. Consumata definitivamente la rottura con l’Idv di Antonio Di Pietro, che ha commissariato il partito in Sicilia esautorando Fabio Giambrone, i “ribelli” si sono ritrovati ieri al Centro congressi di via Cavour di Roma per tenere a battesimo il nuovo soggetto politico.

Una sala gremita ha formalizzato la nascita di quello che nelle intenzioni di Orlando, dell’ex capogruppo al Senato Felice Belisario e del pescarese Carlo Costantini dovrebbe essere uno degli interlocutori privilegiati del nuovo centrosinistra: e non è un caso che alla kermesse di ieri sia intervenuto il capogruppo al Senato del Pd Luigi Zanda, mentre il candidato sindaco di Roma Ignazio Marino (che ha rifiutato l’apparentamento con l’Idv per le Comunali) si sia premurato di inviare un messaggio.

Segnali di attenzione verso quello che potrebbe diventare, da qui a qualche mese, un nuovo contenitore politico in grado di accogliere non solo i transfughi dell’Idv ma anche di altri partiti (Pd e Sel su tutti) e che si collochi sì nel centrosinistra, ma su posizioni più moderate rispetto all’Italia dei Valori degli ultimi anni. Il nome, come detto, dovrebbe essere “Coerenza e democrazia”, come il documento firmato alcune settimane fa proprio dagli ex dipietristi, con l’aggiunta del numero 139: un riferimento agli articoli della Costituzione e il nome dato all’appello presentato alcuni giorni fa in una conferenza stampa alla Camera dei deputati.

I tempi, come detto, saranno stretti, anzi strettissimi: l’obiettivo è quello di arrivare a costituire il movimento e a strutturarlo nel giro di qualche mese per presentarsi al Pd come interlocutore privilegiato prima che questo celebri il suo congresso di ottobre. Un’accelerazione dovuta a due fattori: da un lato lo strappo ormai irreversibile con l’Idv, alla cui segreteria nazionale si candida l’ex orlandiano Ignazio Messina, e dall’altro la partita tutta interna ai democratici divisi fra correnti. Non è un mistero il dialogo fra Orlando e Matteo Renzi, così come non lo è quello con altri sindaci d’Italia come Pizzarotti, Tosi, Pisapia e De Magistris, ai quali potrebbe aggiungersi, in caso di vittoria, anche Marino. Primi cittadini spesso in rotta con i propri partiti o con la necessità di affrancarsi da essi e che potrebbero trovare in Coerenza e democrazia un interessato interlocutore.

“Per anni, e in tempi non sospetti, ho provato a far cambiare rotta a Di Pietro opponendomi con forza a decisioni sbagliate, contraddizioni insostenibili e metodi poco democratici”, ha detto Belisario a una platea composta da consiglieri regionali e amministratori locali provenienti da tutta Italia. “Di Pietro – ha aggiunto – ha fatto prosperare all’interno mediocri arrampicatori, qualche faccendiere, tanti nani e qualche ballerina. Per questo avevo proposto, insieme a Leoluca Orlando, di azzerare l’IdV e ripartire da una assemblea costituente di 50 componenti eletti con le primarie, senza tessere fasulle. Di Pietro e i suoi famigli hanno avuto paura di perdere il controllo di un partito ormai virtuale e del suo consistente patrimonio. Con Orlando e Costantini ho lanciato la nostra proposta, che non è nell’ennesimo partito ma un’iniziativa politica e culturale in grado di aggregare le forze sane del Paese”.

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“Questo sarà un movimento aperto a tutte le realtà politiche – spiega Fausto Torta, ex coordinatore palermitano di Idv – che promuoverà primarie aperte e una costituente che già riscuote grandi entusiasmi, recuperando un rapporto diretto con gli elettori e coinvolgendo le migliori energie presenti sul territorio”. Adesso, però, bisognerà anche capire che ricadute questa accelerazione avrà proprio a Palermo. La presenza nella Capitale di tre consiglieri comunali come Torta, Giusy Scafidi e Francesco Bertolino, oltre che di Giambrone e dell’ex coordinatore provinciale di Palermo, Pippo Russo, sono indice della volontà del Professore di accelerare i tempi coinvolgendo da subito amministratori locali e fidati collaboratori.

Per metà della settimana dovrebbe essere convocato un incontro con il gruppo consiliare di Sala delle Lapidi, così da aggiornarlo degli ultimi sviluppi romani, mentre per il primo giugno a Villa Boscogrande Russo ha organizzato un incontro con gli elettori. “E’ stato avviato il percorso per la costruzione di una proposta politica – spiega Russo – che, prendendo atto della morte della forma partito si rivolge ai cittadini e non agli apparati, vuole privilegiare i contenuti programmatici dentro il quadro dei principi fondamentali della Costituzione e che vuole promuovere primarie aperte sulle idee, per scegliere non un capo ma i componenti di una costituente. E presto anche gli eletti avranno la possibilità di aderire”.

Scontato che il nuovo movimento nascerà anche a Sala delle Lapidi e, a meno di clamorose sorprese, quasi tutto il gruppo di maggioranza dovrebbe passare sotto le insegne del nuovo movimento: a parte la defezione di Paolo Caracausi, resta il dubbio su un paio di consiglieri, anche se gli orlandiani puntano su qualche new entry. Un nuovo gruppo che potrebbe rivedere i propri equilibri oppure, vista la fase delicata, riconfermare chi ricopre posizioni di responsabilità. L’incontro con la maggioranza avrà proprio l’obiettivo di ricompattare le fila e mettere tutti al corrente degli ultimi sviluppi.

“E’ l’inizio di un percorso – spiega Bertolino – che porterà ad una nuova soggettività politica, ancora da costituire formalmente. L’idea che ci spinge a questa necessità parte dalla non condivisione delle scelte autonome e solitarie di Antonio Di Pietro, che ha chiaramente deciso un percorso verso un congresso nazionale basato sulla logica di tessere di partito. La stessa logica che ha visto la crisi e la sconfitta del Pd. Non siamo certo noi ad avere tradito il nostro percorso, semmai chi oggi non rispetta le decisioni dell’ufficio di presidenza e commissaria una segreteria regionale, così come avvenuto con il nostro segretario Fabio Giambrone, dimostrando un atteggiamento poco disponibile al confronto e intento a proteggere qualcosa che oggi risulta superato e distante dai veri valori che hanno contraddistinto la nostra storia politica”.

 

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13 Maggio 2013, 06:15

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