Nuovo Consiglio camerale |Verso la presidenza Agen

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18 Giugno 2016, 12:25

6 min di lettura

PALERMO – Con mesi di ritardo, è arrivata la fumata bianca da parte della Regione siciliana con la pubblicazione del Decreto di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa (LEGGI QUI). La pubblicazione sul sito della Regione è di oggi, anche se la firma sul decreto l’assessore regionale alle Attività Produttive l’ha messa il 16 giugno. Ecco la composizione del nuovo Consiglio Camerale che sarà composto – come abbiamo specificato più volte – da 33 componenti che sono stati assegnati con questa suddivisione:

n. 4 consiglieri per il settore agricoltura – pesca;

n. 4 consiglieri per il settore industria;

n. 3 consiglieri per il settore artigianato;

n. 8 consiglieri per il settore commercio;

n. 1 consigliere per il settore cooperative;

n. 2 consigliere per il settore turismo;

n. 1 consigliere per il settore trasporti e spedizioni;

n. 5 consiglieri per il settore servizi alle imprese;

n. 1 consigliere per il settore assicurazione e credito ;

n. 1 consiglieri per il settore “Altri Settori”;

oltre ai componenti di diritto rispettivamente:

n. 1 consigliere in rappresentanza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori;

n. 1 consigliere in rappresentanza delle associazioni di tutela dei consumatori;

n. 1 consigliere in rappresentanza dei liberi professionisti.

Il Decreto Assessoriale è il n. 1854 ed è quello su cui l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mariella Lo Bello, il 16 giugno ha apposto la firma per la costituzione del Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Catania, Ragusa e Siracusa della Sicilia Orientale. Stamattina la pubblicazione online del decreto sul sito della Regione tra le news del Dipartimento. E tra queste news Catania-Siracusa-Ragusa non sono da sole perché, con la stessa data e con un numero di protocollo progressivo (il 1855), è stata costituita anche la Camera di Commercio di Palermo ed Enna.

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La data è importante, visto che a fronte di un decreto già firmato, la riunione – convocata per ieri (17 giugno) alla Camera di Commercio di Siracusa – con cui è stata votata l’uscita di Siracusa dall’accorpamento del Sud Est forse – e sottolineiamo forse – qualche dubbio di legittimità, giusto in merito all’esistenza in vita di un ente che sembra non esistere più, o di opportunità lo pone. Ma per questo si vedrà.

In ogni caso al momento i seggi sono stati assegnati con una ripartizione che sembra attribuire la maggioranza alla cordata di Confcommercio. Da una lettura non tecnica del decreto sembra che, escludendo i tre seggi di “diritto” sindacati, credito e professionisti – i restanti 30 seggi siano stati assegnati con un valore di 20 a 10 per Confcommercio. I totali però non li abbiamo fatti noi, ce li hanno riferiti. 

LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO – “Meglio tardi che mai!”. Questo è stato il primo commento di Riccardo Galimberti, presidente di Confcommercio Catania, che ha aggiunto: “Gorse è venuto il momento di mettere una pietra sopra su tutte queste guerre e pensare veramente a costruire. Il discorso da fare non è “chi ha vinto” ma cosa faremo con le Camere per il territorio. Si è perso di vista l’aspetto fondamentale del problema: l’impegno per il territorio e l’idea e la visione della nuova SuperCamera. Con tutte le problematiche che riguardano sia la sopravvivenza dell’ente camerale sia le sue funzioni in vista di un progetto di più ampio sviluppo. Sicuramente ci saranno ricorsi, ma dopo quattro anni di commissariamento questo non mi stupisce più di tanto. Trenta giorni in più o in meno di stipendio a qualcuno… pazienza!”.

Cosa pensa della decisione presa ieri da Siracusa?

“Non ho parole. Faccio solo un rilievo e l’unica domanda che mi pongo è: se per arrivare alla decisione di accorparsi c’è voluto un anno con centinaia di pagine di studi, con il coinvolgimento di tutte le forze sociali, la lettura dei bilanci e le caratteristiche specifiche di ogni Camera, ora per tornare indietro una volta sconfitti basta un semplice “Sì” senza presentare nessun programma o altro? Adducendo come scusa la presunta subalternità a Catania. Che fine ha fatto il famoso Patto del Sud Est che doveva essere il volano economico della Sicilia Orientale?”.

Come possono essere riassunti i seggi attribuiti nel decreto?

“Venti da una parte e dieci dall’altra” (rispettivamente Confcommercio e Confindustria, nda).

Secondo lei c’è già un presidente designato?

“Dovrebbe essere espressione della maggioranza… diciamo che il nome è scontato. Di certo Pietro Agen. Ma non sarà il presidente di Confcommercio, sarà il presidente di tutti. Che sia chiaro!”.

LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA – Se la cordata di Confcommercio sembra aver avuto modo di leggere e studiare il decreto di accorpamento, quella di Confindustria ne è ancora all’oscuro. “Intanto, a oggi, noi non abbiamo avuto alcuna notifica. Quando avremo il decreto – ha commentato Gaetano Mancini presidente regionale di Confcooperative – faremo una riunione, parleremo con i nostri legali e vedremo quali sono le iniziative da intraprendere. C’è già un ricorso al Tar, presentato da sei mesi, in carreggiata. Ricorso che non è stato mai ritirato o bloccato ma, congiuntamente alla parte avversa, si è stabilito di chiedere di discutere la cautelare di fronte alla disponibilità di avere un’udienza a breve. E ci sarà un’udienza a breve. e si entrerà nel merito. Di sicuro valgono e sono ferme tutte le contestazioni che noi abbiamo fatto. E mi sembra – continua Mancini – che lo stesso presidente della regione e l’assessore Mariella Lo Bello hanno dichiarato pubblicamente di non escludere che questi fatti ci siano. Noi siamo sereni nell’attendere le decisioni della magistratura.

Sulla decisione presa ieri da Siracusa cosa pensa?

“Comprendo bene le ragioni e lo stato d’animo di chi, dopo avere denunciato le gravi irregolarità ed addirittura i falsi denunciati direttamente dalle imprese, sperava in una risposta più pronta ed efficace, ma è pur vero che non procedere nel grande progetto strategico della Camera unica del sud-est significherebbe rinunciare all’opportunità di dare alle imprese di questo territorio una più forte prospettiva di sviluppo attraverso il maggior peso istituzionale”. “È giusto piuttosto – conclude Mancini – andare avanti, rafforzare e ampliare la coesione tra le associazioni e pretendere il rispetto delle regole e legalità in un percorso di maggiore condivisione tra chi ha a cuore gli interessi del territorio. solo così questa parte della Sicilia può diventare competitiva e attrattiva”.

DAL DECRETO ALL’INSEDIAMENTO – Una volta che è stato pubblicato il decreto viene notificato alle associazioni. Da quel momento le associazioni hanno 30 giorni di tempo per designare i propri rappresentanti. L’ufficio della Regione verifica che non ci siano cause di incompatibilità e prepara il decreto di insediamento del Consiglio. Potrebbero comunque esserci degli impedimenti, una delle due cordate, o un’associazione datoriale, potrebbe rifiutarsi di designare i propri rappresentanti. Una possibilità che non inficerebbe l’insediamento se le “defezioni” fossero meno o pari a un terzo dei componenti. Facendo cifra tonda, diciamo che questo terzo corrisponde a 10 seggi (sui 33 previsti nel consiglio della SuperCamera). In questo caso, quindi – e fatti salvi i tempi previsti per tutti i passaggi burocratici del caso, compresa l’eventuale diffida a nominare i propri componenti – sarebbe il presidente della Regione, con proprio atto, a designare i componenti mancanti scegliendoli tra personalità di prestigio, del settore e di esperienza. Orientativamente tra fine agosto e metà settembre il nuovo Consiglio potrebbe insediarsi.

Nel decreto è prevista la possibilità di presentare ricorso al Tar. Per questo c’è tempo 60 giorni dalla data del Decreto 16 giugno 2016.

 

 

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18 Giugno 2016, 12:25

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