Nascosto nella casa della compagna| Catturato il latitante Di Forte

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12 Maggio 2013, 12:52

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SAN CATALDO (CALTANISSETTA) – Tradito dalla pizza. Perché il garzone che ha portato la cena al boss Cosimo Di Forte, 35 anni, è stata l’ennesima conferma che l’uomo abitasse la casa di via Galilei, a San Cataldo. Così gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta, guidati dal neo Dirigente Marzia Giustolisi, hanno fatto irruzione nell’appartamento e sono riusciti a catturare uno dei più bracci armati di Cosa Nostra nissena, latitante dal 18 Febbraio di quest’anno, giorno in cui la Corte d’Appello di Caltanissetta gli aveva inflitto la pena dell’ergastolo con isolamento diurno per un anno. A portare gli inquirenti sulle tracce del Di Forte, che fa capo alla famiglia capeggiata da Dino Calì, è stata la fidanzata Maria Carmela Castello con la quale gli agenti hanno scoperto intrattenesse ancora una relazione sentimentale. La donna infatti, che per settimane è stata pedinata dagli uomini della Mobile, aveva preso in affitto un appartamento, in passato abitato dallo stesso boss, dove si incontrava più volte al giorno con il figlio diciassettenne dell’esponente di Cosa Nostra.

Approfittando della festa che si celebra a San Cataldo, Di Forte aveva deciso di riunire la famiglia per trascorrere la serata pensando di passare inosservato alle Forze dell’Ordine, forte, a suo modo di pensare, della stretta complicità della compagna che gli aveva messo a disposizione l’appartamento. Ma subito dopo l’arrivo dei figli, gli agenti hanno fatto irruzione nella casa, mentre rocambolescamente il boss tentava di nascondersi in un piccolo sottotetto al quale aveva avuto accesso da un incavo, chiuso da una porta a soffietto e ricavato nel muro della cucina, al primo piano dello stabile strutturato su più livelli. Immediatamente scovato è stato ammanettato insieme con la compagna accusata di favoreggiamento personale.

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Di Forte è accusato di associazione mafiosa armata ed è ritenuto uno dei mandanti dell’omicidio di Salvatore Calì, avvenuto a San Cataldo il 27 Dicembre del 2008, in concorso con Diego Calì, Gioacchino Mastrosimone e Salvatore Matrosimone, quest’ultimo esecutore materiale del delitto, commesso con armi fornite dallo stesso Di Forte. Sul boss pendono anche le accuse di tentato omicidio ai danni di Stefano Giuseppe Mosca, in concorso con Diego Calì, mandante del delitto, e Salvatore Mastrosimone, Patrizio Calabro ed Enzo Mancuso. I fatti sono avvenuti a San Cataldo il 29 Novembre di tre fa. Di Forte, dopo le formalità di rito è stato tradotto nel carcere di Caltanissetta. La fidanzata invece è rinchiusa nella casa circondariale di Enna.

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12 Maggio 2013, 12:52

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