26 Settembre 2013, 17:17
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ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – “Stamani mi sono svegliato con una strana angoscia. Poi poco prima di pranzo ho ricevuto la telefonata di un funzionario della Costa Crociere che mi ha detto che hanno trovato resti di ossa umane. Si é riaccesa la speranza” . A parlare è Elio Vincenzo, il marito di Maria Luisa Trecarichi la donna originaria di Leonforte in provincia di Enna ma residente ad Augusta, una dei due dispersi del naufragio della Costa Concordia.
“Quando sono ritornato a casa ho parlato con mia figlia Stefania e le ho detto quello che mi era stato riferito. I suoi occhi si sono riempiti di lacrime”. L’esame del Dna sul mucchietto di ossa ritrovato oggi in fondo al mare, dirà se dopo 621 giorni d’angoscia i familiari avranno qualcosa su cui piangere.
“Ho già parlato con il sindaco di Leonforte – dice Vincenzi – Mia moglie voleva essere seppellita vicino alla madre che riposa nel cimitero del paese. Gli ho chiesto se sarà possibile esaudire il suo ultimo desiderio. Se questi resti sono di Maria Luisa voglio che il funerale sia fatto a Leonforte dove tornava sempre volentieri”.
Maria Luisa, provetta nuotatrice, che la notte del naufragio, il 13 gennaio 2012 compiva 50 anni, aveva organizzato proprio per questa ricorrenza la crociera con una amica Luisa Virzì – dipendente del Comune di Enna e il cui corpo fu trovato dopo qualche settimana all’interno della nave – la figlia Stefania e il fidanzato di quest’ultima. Era stata proprio lei, la Trecarichi, insieme all’amica a cedere il posto alla figlia e al fidanzato al momento di imbarcarsi nelle ultime scialuppe disponibili. La donna poi aveva chiamato una amico di famiglia a Leonforte che aveva ascoltato in diretta la sua fine. Per giorni secondo la Costa Crociere Maria Luisa e la sua amica erano state date tra le persone sbarcate. Ma nonostante le ricerche loro non erano mai arrivate all’isola del Giglio. Poi il loro inserimento nella lista dei dispersi.
Il commissario straordinario della Protezione civile Gabrielli ha dichiarato: ” le parti recuperate sono da ricomporre, lavoreranno i Ris, il dna darà certezze. Fino ad allora non ci fermeremo nelle ricerche. Avvertite le famiglie e la Procura Grosseto”.
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26 Settembre 2013, 17:17