19 Aprile 2015, 09:40
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PALERMO – Attaccati ai morti per restare vivi. I corpi dei compagni di viaggio trasformati in salvagente. Le ultime forze spese per lanciare un urlo nella notte, prima che l’acqua ti invada i polmoni e ti porti a fondo. Il racconto dei 28 sopravvissuti all’ecatombe al largo della Libia è un concentrato di orrore, disperazione, tristezza, rabbia. Un inferno che l’Europa culla della democrazia e del diritto dovrebbe cancellare per sempre dal suo cuore: perché è nel Mediterraneo che l’Europa è nata ed è nel Mediterraneo che, se non cambiano le cose, potrebbero davvero affogare i valori dell’Ue. “Ci siamo aggrappati ai morti, abbiamo sentito il rumore dei motori e abbiamo urlato con tutte le forze che ci rimanevano” hanno raccontato gli ultimi due naufraghi salvati. Poi i soccorritori hanno tirato su soltanto cadaveri. E una sorta di diario di bordo: un quaderno con nomi e cifre accanto che ora gli investigatori esamineranno per cercare di risalire ai responsabili di questo omicidio di massa. Il racconto dei due sopravvissuti è stato confermato dagli uomini della Guardia Costiera e del Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, che erano a bordo dei gommoni. “Siamo arrivati nella zona del naufragio attorno alle due di notte – ha spiegato il comandante di Nave Gregoretti Gianluigi Bove – del barcone non c’era più alcuna traccia, tranne alcuni detriti e chiazze di nafta. Siamo riusciti a recuperare due naufraghi, mentre altri 26 erano già a bordo della nave portoghese”. Il King Jacob era arrivato un paio d’ore prima. Quando dalla nave della Guardia Costiera hanno calato i gommoni non si vedeva a 10 metri di distanza. “Ho visto la gente in mare che gridava – racconta ancora Bove – abbiamo fatto di tutto per salvarli, ma non ce l’abbiamo fatta. E questa tristezza nessuno me la leverà mai”. Chi era su quei gommoni la racconta così: “Era buio pesto. Siamo andati in mare per recuperare i cadaveri, non pensavamo di trovare ancora persone vive. Ed invece abbiamo sentito delle urla. Quando ci siamo avvicinati abbiamo recuperato due uomini che si erano aggrappati ai morti per cercare di rimanere a galla. Urlavano con le ultime forze che gli erano rimaste. Erano allo stremo, siamo riusciti a issarli a bordo, ma non avrebbero resistito per molto”. Tutti gli altri sono andati a fondo. Ormai è chiaro. Nessuno più spera. Ufficialmente le ricerche sono ancora in corso: ma è un modo di dire. Pura formalità. Piuttosto, quello che tutti si augurano e che, dopo 48 ore, dal mare comincino a riemergere almeno i cadaveri di quelli che erano sul ponte. Perché tutti gli altri non torneranno mai più, a meno che non si decida di tirare su il barcone o andarli a prendere fin laggiù. Settecento? Novecento? Nessuno lo saprà mai davvero. E anche i racconti dei superstiti non consentono di avere certezze perché nessuno di loro è davvero in grado di dire quanti disperati i trafficanti hanno stipato alla partenza. Quel che invece è certo è che quel barcone maledetto era come l’inferno di Dante, diviso in gironi. “Il peschereccio aveva tre livelli – ha raccontato il giovane sopravvissuto del Bangladesh che ieri è stato trasferito all’ospedale di Catania – Quello più basso era la stiva e centinaia di persone sono state costrette ad entrare li dentro. Poi i trafficanti hanno chiuso i boccaporti, per evitare che uscissero durante la navigazione”. Il secondo livello era invece quello della piccola cabina che c’è in coperta, all’altezza della murata del barcone. “Anche qui erano stipate centinaia di persone”. Infine quelli sul ponte, i più fortunati: i sopravvissuti erano tutti qui. “Si capisce chiaramente – dice il procuratore di Catania Giovanni Salvi – che la maggior parte di loro non avrebbe potuto salvarsi”. No, non avevano speranza. Sul ponte di nave Gregoretti i vivi stanno accanto ai morti: distesi gli uni e distesi gli altri; lo sguardo verso il niente e un dolore troppo grande da spiegare a sinistra; sacchi neri e bianchi con la scritta ‘body’ e un numero a destra. I morti, quando la nave arriva a Malta, li portano via in una lenta processione, con i marinai che si portano la mano al cappello come si fa quando c’è da salutare un superiore. Per tutto il giorno, gli abitanti sono andati in pellegrinaggio all’obitorio, chi portando un fiore chi lasciando un pensiero su un foglio di carta. Ci sono anche i vivi su nave Gregoretti, dieci metri più in là. Stanno sul ponte uno vicino all’altro come se fossero ancora sul barcone. O forse soltanto per farsi un po’ di coraggio. Alcuni sono a piedi nudi, altri indossano le tute cerate che l’equipaggio gli ha dato; uno dei più giovani è steso a pancia in giù, indossa dei guanti di lattice e non guarda i cadaveri lasciare la nave: il suo è uno sguardo dolce, innocente e pieno di tristezza. Tra loro c’è pure qualcuno che ha dei pantaloni arancioni che sembrano quelli dei prigionieri di Guantanamo e pensi che no, meglio scacciare l’immagine perché di orrore ce n’è già abbastanza.
20.49. Il naufragio di ieri nel mar Mediterraneo non ferma i migranti che cercano di approdare in Sicilia: oggi ne sono stati soccorsi 638, che erano a bordo di sei gommoni di difficoltà. Tutti gli interventi sono stati coordinati dal Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera. Il primo gruppo di 93 migranti è stato soccorso a 35 miglia a nord della Libia dall’equipaggio di un mercantile; navi della Marina Militare impegnati nell’operazione Triton hanno raggiunto quattro gommoni – con un totale di 440 migranti a bordo – a circa 40 miglia a nord della Libia. Sette miglia più a settentrione, infine, Nave Fiorillo, della Guarda Costiera, ha intercettato un gommone avvistato da un aereo ed ha tratto in salvo 105 migranti.
19.58. “Vorrei unirmi alle parole della presidente Laura Boldrini per esprimere lo sgomento e il dolore insopportabili per la morte nel canale di Sicilia, a nord della costa libica, di centinaia di migranti in cerca di speranza e di vita”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso durante l’incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti dei Parlamenti Ue. Quella che sta avvenendo nel Mediterraneo, osserva, “è una vera catastrofe umanitaria”.
18.24. I soccorritori sono arrivati nella zona dove si è capovolto il barcone a notte fonda e immediatamente hanno iniziato le ricerche a bordo dei gommoni. “Durante le ricerche in mare dei cadaveri – raccontano – abbiamo trovato due persone vive in mezzo ai morti”. “Erano allo stremo delle forze – aggiunge chi ha partecipato all’operazione di recupero – hanno urlato con le loro ultime forze perché hanno sentito il rumore del motore e siamo riusciti ad individuarli e a salvarli. Non avrebbero resistito ancora a lungo”.
18.11. “Aggrappati ai morti per non finire a fondo”: si sono salvati così due dei 28 sopravvissuti alla strage di due giorni fa al largo della Libia. Secondo quanto si apprende dai soccorritori che li hanno recuperati, i due annaspavano in mezzo ai cadaveri, urlando con le ultime forze per attirare i gommoni che perlustravano la zona.
17.58. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avuto oggi una conversazione telefonica con il presidente greco Prokopis Pavlopoulos. I due presidenti,informa una nota, hanno concordato sulla necessità che l’Ue rafforzi significativamente il suo ruolo nella gestione del problema migratorio nel Mediterraneo affinché questi drammi non abbiano più a ripetersi.
17.17. “I sopravvissuti al naufragio a largo della Libia sono solo uomini. Al momento un unico testimone ha parlato di 200 donne e 50 bambini tra le vittime”. Lo ha affermato il procuratore di Catania Giovanni Salvi precisando anche che “al momento non sappiamo se tra i sopravvissuti ci siano anche scafisti”. Il magistrato ha precisato che certamente “non lo è il migrante ricoverato nell’ospedale Cannizzaro di Catania”.
17.16. “Non ci risulta che ci siano collegamenti con la mafia nel traffico di migranti, ma c’è l’ipotesi di reato sullo sfruttamento degli affari nella gestione dei centri accoglienza”. Lo ha detto il procuratore di Catania Giovanni Salvi, sottolineando che “non ci sono collegamenti tra l’inchiesta sul naufragi e quella della procura di Palermo che ha portato all’esecuzione di provvedimenti restrittivi al Cara di Mineo”.
16.27 “Il dispositivo attuale per soccorrere i migranti “che si basa sostanzialmente sull’intervento delle navi mercantili, può provocare un non adeguato intervento di soccorso”. Lo ha detto il procuratore di Catania Giovanni Salvi sottolineando che il soccorso in mare richiede “elevata professionalità”.
13.18 – Quest’ultima strage è stata un “game changer”, un punto di svolta. E’ quanto riferiscono fonti Ue invitando anche tutti a mettere da parte lo scambio di accuse. Ora, sottolineano le stesse fonti, bisogna lavorare sulle linee guida di maggio per affrontare il problema con scelte “chiare e sostanziose”.
12.44 – Un barcone con 200 migranti è naufragato davanti alla costa orientale di Rodi, in Grecia. Lo riferiscono i media locali. Per ora sono stati recuperati tre corpi, tra cui quello di un bambino, mentre 57 sono stati messi in salvo ma si temono molte vittime.
12.20 – Le condizioni di salute del migrante sopravvissuto al naufragio in Libia e ricoverato da ieri nell’ospedale Cannizzaro di Catania “sono buone”. Lo precisano dalla direzione sanitaria dell’azienda, sottolineando che il paziente è “un uomo di 33 anni proveniente dal Bangladesh”. “L’uomo ha riferito – si spiega dalla direzione sanitaria del Cannizzaro – di avere un trauma toraco-addominale e ieri è stato sottoposto a tutti gli accertamenti diagnostici. E’ ricoverato in via precauzionale nel reparto di malattie infettive ma non presenta alcun tipo di patologia infettiva. Era molto provato e la notte scorsa ha riposato bene. Le sue condizioni di salute sono buone”.
11.43 – Sono ancora in corso sul molo del porto de La Valletta le operazioni di sbarco dei 24 cadaveri recuperati in seguito al naufragio avvenuto sabato notte davanti alle coste libiche. In banchina, insieme al ministro dell’Interno maltese Carmelo Abela, c’è anche l’ambasciatore italiano a Malta, Giovanni Umberto De Vito. Il premier maltese Muscat stamane è infatti partito per Roma dove incontrerà il presidente del consiglio Matteo Renzi per un’esame della situazione nel Mediterraneo. Le operazioni delle forze dell’ordine sono coordinate dal capo della polizia Michael Cassar, mentre le indagini sulla tragedia sono affidate al magistrato di turno Giovanni Grimi. I risultati delle perizie necroscopiche sulle 24 vittime e tutti gli atti in possesso della magistratura maltese, compreso un documento di identità recuperato da una motovedetta sul luogo della tragedia, saranno trasmessi alla Procura di Catania che ha già aperto un’inchiesta. Non appena saranno ultimate le operazioni di sbarco la nave Gregoretti, al comando del capitano Gianluigi Bove, ripartirà alla volta di Catania.
11.09 – “Gli scafisti usano imbarcazioni non impermeabilizzate che non sono fatte per galleggiare. Se si fermano in mare affondano nel giro di due ore”. Lo ha detto il sostituto procuratore di Agrigento Salvatore Vella in un’ intervista trasmessa al Gr3 della Rai. “Gli scafisti – ha proseguito – usano migranti per condurre queste navi. Quindi non usano membri dell’organizzazione ed è gente che dalle indagini risulta che magari sono stati addestrati a guidare un’imbarcazione soltanto la sera prima. E’ gente che non ha nessuna esperienza di mare e gli si affidano 200, 300 persone che poi muoiono. Noi oggi riusciamo ad arrestare questi elementi; non riusciamo a toccare, nella stragrande maggioranza dei casi, l’organizzazione che lucra milioni di euro.” “I nostri migranti ci raccontano che la vigilanza del porto di Zhuara, una cittadina a nord ovest di Tripoli – ha affermato – i porti e le persone che loro considerano merce umana sostanzialmente vengono vigilate da uomini in uniforme armati, con armi da guerra”. Per il pm, “è un fenomeno che non si riesce a fermare. Il problema non è neanche solo la Libia che oggi è una polveriera; il problema sono anche gli stati sub sahariani di cui noi conosciamo pochissimo. Niger, Nigeria, Ghana, Senegal, da cui partono oggi masse enormi di persone. Non vedo soluzioni facili né’ immediate”.
9.56 – Sono cominciate nel porto de La Valletta le operazioni di sbarco dalla nave Gregoretti della Guardia Costiera dei 24 cadaveri recuperati in seguito al naufragio avvenuto ieri davanti alle coste libiche. Fino ad ora sono state portate a terra le salme di sei migranti, subito trasferite sui carri funebri nell’ospedale Mater Dei dove saranno eseguiti gli esami autoptici. A bordo dell’unità italiana è salito anche il personale medico per valutare le condizioni dei 27 superstiti, che si trovano sotto coperta. Non appena saranno ultimate le operazioni, che potrebbero richiedere alcune ore, la nave Gregoretti dovrebbe ripartire per il porto di Catania, dove ieri è stato trasferito in elicottero uno dei sopravvissuti in gravi condizioni.
9.28 – “Alle ore 7.30 resta ancora confermato il bilancio del naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica nelle acque libiche. 28 le persone salvate”. Lo afferma una nota della Guardia costiera confermando l’arrivo della Nave Gregoretti a Malta dove saranno fatte sbarcare le 24 salme.
9.20 E’ appena arrivata nel porto de La Valletta, con un leggero ritardo rispetto all’orario previsto, la nave Bruno Gregoretti della Guardia Costiera italiana con a bordo 24 cadaveri e 27 dei 28 superstiti del naufragio avvenuto davanti alle coste libiche che avrebbe causato fra 700 e 900 vittime. L’unità italiana è scortata da una motovedetta maltese. Subito dopo lo sbarco delle salme e un controllo medico delle condizioni dei sopravvissuti la Gregoretti dovrebbe ripartire facendo rotta verso Catania, dove ieri è stato trasferito d’urgenza in elicottero uno dei migranti originario del Bangladesh. E’ stato lui a riferire che a bordo del barcone vi sarebbero stati circa 950 profughi. Il nuovo molo di Isla, davanti al porto grande della fortezza de La Valletta, è affollato da centinaia di persone tra forze dell’ordine, militari, medici, giornalisti e troupe televisive. Oltre al personale dell’ospedale maltese Mater Dei in banchina si trovano anche gli operatori di Medici senza frontiere che proprio in questi giorni hanno stretto un accordo con l’ong maltese Moas (Migrant Offshore Aid Station) per prestare soccorso ai migranti nel Canale di Sicilia con una nave medica.
IL DRAMMA DI DOMENICA
PALERMO– Uno dei tanti viaggi della speranza dalla Libia verso l’Italia, la nuova terra promessa per centinaia di migliaia di disperati che premono dall’Africa dilaniata dalle guerre e dalla povertà verso l’Europa, si è trasformata in un’ecatombe di migranti. Nel naufragio di un barcone, di circa 20 metri, sono morte centinaia di persone; le prime stime fatte dalla Guardia Costiera parlavano di 700 persone, ma la testimonianza di un sopravvissuto, portato in elicottero all’ospedale di Catania, parla di 950 persone a bordo. Si tratterebbe della più grave sciagura del mare dal dopoguerra, peggiore anche della strage di Lampedusa (Agrigento) del 3 ottobre 2013, che fece 366 morti e 20 dispersi. I numeri devono ancora essere verificati, ma la Guardia Costiera ha confermato che il barcone che si è capovolto era in grado di portare “diverse centinaia di persone” ed era “sovraccarico di migranti”. Scafisti senza scrupoli – l’Italia ne ha arrestati 976 negli ultimi mesi, ha sottolineato il premier Renzi – avevano portato a termine al di là del Mediterraneo l’ennesimo “affare”, raccogliendo tra i disperati il denaro preteso per la traversata del Canale di Sicilia e avevano riempito di migranti il barcone oltre ogni ragionevole limite. Molti erano stati chiusi nella stiva ed i portelloni, secondo la testimonianza di un sopravvissuto, erano stati bloccati alla partenza. Su ciò tenterà di fare luce l’inchiesta aperta dalla Procura di Catania. Ieri, sabato, l’organizzazione che gestisce la tratta ha dato il via libera alla partenza verso l’Italia con un copione anche questo già conosciuto. Il barcone partito dall’Egitto ha caricato i migranti da un porto della Libia, vicino alla città di Zuara. Era quasi sera, infatti, quando al Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera è arrivata una telefonata da un satellitare Thuraya. “Siamo in navigazione, aiutateci”, ha detto un uomo – forse complice degli scafisti – con tono di voce neanche concitato. Una telefonata simile a tante arrivate nelle ultime due settimana da barconi e gommoni carichi di migranti. Quasi un invito affinché le navi italiane raggiungessero il barcone per consentire ai “passeggeri” – così tanti da riempire ogni spazio del barcone – di completare la traversata verso le coste italiane. Il dispositivo di soccorso si è subito messo in moto: grazie al sistema satellitare di chiamata, la Guardia Costiera ha potuto rapidamente individuare le coordinate del punto dal quale era partita la telefonata e ha organizzato i soccorsi. Il barcone era a circa 70 miglia a nord delle coste libiche (110 miglia a sud di Lampedusa) quando è stato raggiunto dal King Jacob, un portacontainer di 147 metri di lunghezza, con bandiera del Portogallo, che aveva già compiuto negli ultimi giorni quattro soccorsi di naufraghi e che è stato dirottato, insieme a un altro mercantile, verso i migranti. Secondo quanto ha raccontato il comandante del mercantile i migranti, visto il portacontainer, si sono spostati in massa su una stessa fiancata, quella del lato del mercantile. “Appena ci hanno visto, si sono agitati – ha raccontato il comandante del ‘King Jacob’ – e il barcone si è capovolto. La nave non ha urtato il barcone”. E’ stata l’ultima beffa: il naufragio in presenza della nave di soccorso. Dal mare sono stati tratti in salvo 28 migranti e uno di loro – un eritreo che si esprime in inglese – ha parlato di circa 700 persone finite in acqua. Ma un sopravvissuto originario del Bangladesh, che è stato portato in elicottero all’ospedale di Catania, ha poi detto alla polizia che a bordo c’erano fino a 950 persone, fra cui 40-50 bambini e circa 200 donne. Subito dopo il naufragio è stata messa in campo un’imponente operazione di soccorso, che ha coinvolto anche navi dell’operazione Triton, dell’agenzia Frontex: unità navali della Guardia Costiera, della Marina Militare italiana e maltese, mercantili e pescherecci di Mazara del Vallo (Trapani) – 18 mezzi in tutto, coordinati da nave Gregoretti, della Guardia Costiera, che ha assunto il comando dell’intervento – hanno recuperato 24 cadaveri (che, a bordo della stessa Gregoretti, saranno trasferiti nelle prossime ore a Malta) ed hanno perlustrato un vasto tratto di mare alla ricerca di altri superstiti. Aerei militari hanno sorvolato l’area lanciando zattere e salvagente: la temperatura dell’acqua, di 17 gradi circa, e le buone condizioni del mare lasciano ancora una flebile speranza, che, tuttavia, non basta a cancellare l’immagine di un Mediterraneo sempre più simile ad un grande cimitero di guerra.
(fonte Ansa – Enzo Quaratino)
LA DIRETTA DELLA GIORNATA
19.44 Ci sarebbe anche un ragazzino tra i 10 e i 15 anni tra le vittime del naufragio che sono state recuperate dai soccorritori. “E’ stato uno dei primi che abbiamo recuperato – raccontano alcuni di loro – era a faccia in giù in una chiazza di nafta”.
19.40 “C’è soltanto nafta e detriti, non troviamo più nulla dalle 10 di stamattina”. Così uno dei soccorritori che sta operando dalla notte scorsa nella zona del naufragio a largo della Libia, racconta quel che si è trovato davanti.
19.25 Dalle ore 17.00 saranno attivati un numero telefonico ed una mail della Croce Rossa italiana (Cri) per richiedere informazioni sui dispersi e le vittime tra le persone a bordo del peschereccio naufragato nel Canale di Sicilia. Lo rende noto il presidente del Comitato provinciale Cri di Catania, Stefano Principato. Il numero telefonico è 389-3432063 e la mail è rfl@cricatania.it, finalizzata ai ricongiungimenti familiari. Al numero telefonico risponderanno operatori italiani e mediatori culturali in arabo e senegalese.
19.16 Occorre una iniziativa umanitaria straordinaria che coinvolga, oltre all’Unione Europea, gli organismi internazionali e le agenzie dell’Onu per politiche che affrontino l’emergenza sin dai Paesi di origine”. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
19.15 “Il governo italiano sta compiendo, con tempestività, passi importanti a livello europeo e internazionale. Mi auguro che la sensibilità ai diritti umani prevalga sull’indifferenza che spesso sconfina nel cinismo”. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella commentando il naufragio nel canale di Sicilia.
19.13 “La morte di centinaia di profughi manifesta la totale insufficienza delle iniziative assunte fin qui dalla comunità internazionale rispetto alla conseguenze delle guerre, delle persecuzioni, delle carestie che flagellano tanta parte dell’Africa e del Medio Oriente”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una nota.
19.12 “Ci troviamo davanti a una tragedia immane che deve scuotere la comunità internazionale e richiama all’impegno i Paesi dell’Unione Europea”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota.
19.10 L’elicottero con a bordo l’uomo è atterrato nella base militare di Maristaeli e condotto in una struttura sanitaria. La Procura, che ha delegato le indagini alla polizia di Stato, disporrà il suo interrogatorio appena ci saranno le condizioni idonee. A Catania dovrebbero arrivare domani mattina gli altri sopravvissuti con un mezzo navale della guardia costiera.
19.08 Un sopravvissuto al naufragio di migranti a largo della Libia è a Catania. Secondo quanto apprende l’ANSA è un ferito arrivato con un elicottero della marina militare. Non è stato sentito per il suo stato di salute.
19.00 Un minuto di silenzio, prima della replica di Toreador e di Cavalleria Rusticana, per commemorare le vittime del naufragio nel Canale di Sicilia è stato osservato dal pubblico del Teatro Massimo di Palermo, accogliendo l’invito del sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo Leoluca Orlando e del sovrintendente Francesco Giambrone. “Un’iniziativa doverosa – dice Giambrone – per ricordare l’enormità della tragedia avvenuta vicino a noi e di fronte alla quale nessuno può restare indifferente”. Sempre in segno di lutto, al Teatro Massimo domani bandiere a mezz’asta.
18.42 “Non abbiamo informazioni su questo naufragio”: lo ha detto all’ANSA il colonnello Reda Issa, capo della Guardia costiera del “Settore centrale” della Libia. Anche se la sua area di competenza va da Marsa Al Brega (nell’est del Golfo della Sirte), ad al Khums (in Tripolitania), l’ufficiale ha detto che non sono venute informazioni neanche dal resto della costa ovest del paese.
18.21 La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sul naufragio di migranti nel canale di Sicilia in cui sono morte 700 persone. I reati ipotizzati dal procuratore Giovanni Salvi sono naufragio e omicidio colposo plurimi.
17.45 Resta confermato dalla Guardia Costiera, alle 17.10 di oggi, il bilancio del naufragio avvenuto nelle acque libiche. “Al momento – si legge in una nota – le 28 persone tratte in salvo sono a bordo di nave Gregoretti insieme alle 24 salme recuperate in mare. “Proseguono le ricerche nella zona – riferisce la Guardia Costiera – attraverso un consistente assetto aeronavale coordinato dal Centro nazionale di soccorso” della stessa Guardia costiera.
17.20 Secondo le informazioni ricevute dall’Unhcr dalle autorità maltesi, sono circa 50 le persone salvate sulle 700 che erano a bordo del barcone che si è ribaltato nel Canale di Sicilia. Se questi numeri fossero confermati, sottolinea l’agenzia dell’Onu, si tratterebbe della più grande perdita di vite di rifugiati e migranti mai verificatasi in un singolo incidente nel Mediterraneo. “E’ necessaria un’azione immediata” dice l’Alto Commissario per i Rifugiati Antonio Guterres.
16.40 Il premier maltese, Joseph Muscat, ha sentito al telefono il presidente della commissione europea, Jean Claude Juncker e quello del consiglio Ue, Donald Tusk, sostenendo – secondo quanto si è appreso – la richiesta italiana di un urgente vertice europeo sull’emergenza immigrazione.
16.20 Secondo l’Unhcr i morti in mare durante l’operazione Mare Nostrum, tra cadaveri recuperati e cifre fatte a seguito dei racconti dei superstiti, sono circa 3.500. E’ quanto riferiscono fonti del Viminale. L’operazione Mare Nostrum è partita il 18 ottobre 2013 e si è conclusa nel novembre 2014.
16.05 “Dobbiamo lavorare in tutte le sedi e su tutti i tavoli affinché il salvataggio di vite umane in mare sia un impegno comune dell’Ue. L’immane tragedia che da anni si consuma nel Mediterraneo, in una sequenza di capitoli sempre più tragici, non può finire senza una presa di responsabilità di tutta l’Europa. Domani e dopodomani, alla riunione annuale dei Presidenti dei Parlamenti nazionali degli Stati Ue a Montecitorio, questo sarà uno dei temi su cui chiederemo ai Presidenti di impegnarsi attraverso l’adesione a una dichiarazione congiunta”. Lo scrive su facebook il presidente della Camera Laura Boldrini.
15.40 Il premier Matteo Renzi ha sentito al telefono, poco fa, il collega maltese Joseph Muscat. Lo si apprende da La Valletta. Nel corso della telefonata il premier maltese ha espresso “piena sintonia” con l’Italia anche nella richiesta della convocazione di un vertice straordinario dell’Ue dopo la strage del naufragio di oggi.
15.25 Se l’Europa continua a chiudere gli occhi sarà giudicata nei termini più duri come in passato, quando la cecità ha permesso i genocidi”. Il premier di Malta, Joseph Muscat, commenta così il naufragio nel Mediterraneo: “Questa tragedia deve finire, i giorni delle dichiarazioni irrilevanti devono finire e l’Ue deve agire”, spiega parlando di “piena sintonia con Matteo Renzi. Se non ci sarà sforzo concreto per la messa in sicurezza della Libia trafficanti di migranti continueranno a proliferare, a fare festa”, aggiunge, ricordando l’impegno delle forze maltesi, con quelle italiane, nei soccorsi.
15.05 Dai mezzi aerei che stanno operando nell’area del naufragio del barcone carico di migranti sono stati lanciati in mare, all’alba, zattere e salvagente. “Sono passate ancora poche ore dal naufragio – ha spiegato un operatore della Guardia costiera – per considerare perse tutte le speranze”.
15.00 Oltre alle unità navali e aree militari di Italia e Malta, alle ricerche di eventuali superstiti del naufragio del barcone carico di migranti diretto in Italia partecipano anche gli equipaggi di sei pescherecci italiani che sono stati inviati in zona dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera. I sei pescherecci appartengono tutti alla marineria di Mazara del Vallo (Trapani).
14.54 I 28 superstiti del naufragio avvenuto la scorsa notte in acque libiche, con un bilancio presunto di circa 700 morti, sono a bordo di quattro navi: 22 sono sulla motonave “King Jacob”, con bandiera portoghese, che – secondo una prima ricostruzione – avrebbe assistito al capovolgimento del barcone, due sono a bordo di nave Gregoretti (della Guardia Costiera), due sono su un altro mercantile. Gli ultimi due, infine, sono su una nave militare impegnata nei soccorsi.
14.40 La richiesta di intervento per dare assistenza al barcone carico di migranti, che si è poi capovolto, è arrivata ieri sera al Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera ed è stata fatta con un telefono satellitare Thuraya. Il tono di voce dell’interlocutore – secondo quanto si è appreso – non era concitato: “siamo in navigazione, aiutateci”, ha detto un uomo. La telefonata è apparsa simile a tante richieste di soccorso che arrivano agli operatori del Centro Nazionale Soccorso della Guardia di Soccorso, che, grazie al sistema satellitare di chiamata, ha potuto rapidamente individuare le coordinate del punto dal quale è partita la chiamata e organizzare i soccorsi.
14.35 “Non ci affezioniamo ai numeri ipotizzati, non sappiamo quanti erano a bordo”, ha detto inoltre Marini. “Stiamo cercando di capire – ha inoltre riferito – le dinamiche del ribaltamento. Spesso, quando arrivano i soccorsi, i migranti si portano tutti su un lato del peschereccio” e questo può aver provocato il ribaltamento del natante. “Se sia stata questa la dinamica lo appureremo”, ha concluso.
14.30 “L’acqua del mare in questo momento ha una temperatura di circa 17 gradi: se qualcuno è ancora in mare c’è la possibilità che possa rimanere vivo, se si aggrappa a qualcosa e se può essere individuato”. Lo ha detto il portavoce della Guardia costiera Filippo Marini, che intervistato da RaiNews 24, ha riassunto la possibile dinamica della tragedia nel canale di Sicilia e ha riepilogato le operazioni di soccorso messe in atto.
14.16 “E’ un dovere di tutti, ma innanzitutto della politica, ricordare che la sofferenza di una parte del mondo è affare di tutti, non solo di chi lo vive in prima persona, perché bisogni e diritti sono interconnessi, e se una parte di umanità è costretta a fuggire da guerre e miseria e a morire in mare per questo, tutta l’umanità è chiamata in causa. E’ quindi un dovere prioritario rimuovere le cause che determinano tali ingiustizie e le conseguenti tragedie”: è il commento del direttore della sezione italiana di Amref, Guglielmo Micucci. “Quella di stanotte è l’ennesima tragedia, forse la più grande mai avvenuta nel Mediterraneo. Gente che fugge da guerre, persecuzioni e miseria. Non parliamo di andare a studiare in un altro Paese o di cercare un lavoro migliore, ma di migliaia di persone che ogni mese lasciano tutto, i loro cari, i loro beni, il diritto ad avere un futuro normale dove sono nati, esclusivamente per salvarsi la vita. L’Europa, inerme, non riesce a dare una risposta adeguata”. “Amref Health Africa lavora nei Paesi da dove queste persone fuggono. Lavoriamo proprio per migliorare la loro condizione di salute cosi da permettere loro di rimanere nelle loro comunità, ma sappiamo bene cosa significhi vivere in quelle situazioni. E proprio per questa ragione, con forza, che specialmente oggi ribadiamo l’importanza che l’Italia e l’Europa possano diventare un vero luogo di accoglienza. Per dare una speranza di salute a tutte quelle persone che fuggono. Non a queste 700. Queste, a causa di una politica che si è persa in parole e a volte ha girato lo sguardo dall’altra parte, non potranno essere aiutate mai più”.
14.05 Ci serve un’azione immediata per prevenire ulteriori perdite di vite e un’approccio globale per gestire meglio l’immigrazione in tutti i suoi aspetti”, spiega la Commissione, spiegando che “ci sono vite umane in gioco, e la Ue ha un obbligo morale e umanitario ad agire”. La Commissione “si sta al momento consultando con gli Stati membri, le agenzie europee e le organizzazioni internazionali, per preparare una nuova ‘Strategia europea per sulle migrazioni’, che sarà adottata dalla Commissione a fine maggio”. L’unico modo “per cambiare la realtà è affrontare la situazione alla radice. Finché ci saranno guerre e difficoltà nei nostri vicini più o meno lontani, le persone continueranno a cercare un porto sicuro sulle coste europee. Finché i Paesi di origine e transito non prenderanno azioni per prevenire questi viaggi disperati, le persone continueranno a mettere le loro vite in pericolo”. Per questo, spiega la Commissione, “gran parte del nostro approccio è cercare di lavorare con i Paesi terzi” e “a questo scopo sarà organizzato un incontro congiunto di ministri dell’Interno e degli Esteri”. Il presidente Juncker, conclude la nota, ha incaricato il primo vicepresidente Frans Timmermans, l’alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini e Dimitris Avramopoulos, il commissario all’immigrazione, “di lavorare insieme su tutti questi aspetti in preparazione della nuova Strategia e per l’attuazione efficace di tutti gli strumenti europei che già esistono”.
14.03 “La commissione europea è profondamente frustrata dagli ultimi sviluppi nel Mediterraneo”, una situazione “dura che richiede un’azione decisa”: così l’esecutivo Ue in comunicato, precisando che il problema va affrontato “alla radice”,cioè con i Paesi di origine e transito.
14.00 Il naufragio del barcone carico di migranti diretto verso l’Italia è avvenuto in un tratto di mare tra 60 e 70 miglia a nord della Libia, in acque libiche. Data la distanza dall’Italia, il Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera, ricevuta la richiesta di intervento, ha “dirottato” nell’area i due mercantili più vicini. Quando il “King Jacob”, battente bandiera portoghese, è arrivato nelle vicinanza del barcone, quest’ultimo si è capovolto.
13.55 E’ stato un migrante eritreo, superstite della tragedia, a riferire delle circa 700 persone che erano a bordo del barcone. Su tale cifra verranno sentiti anche gli altri superstiti, secondo le procedure previste. Il barcone che si è capovolto, di 20 metri – ha riferito la Guardia Costiera in una propria nota – è in grado di portare “diverse centinaia di persone” ed era “sovraccarico di migranti”.
13.50 La Guardia Costiera, che questa mattina ha fornito un primo bilancio del naufragio a largo della Libia, paventando il rischio di 700 vittime, intende verificare tale cifra ed eventualmente rideterminarla. Lo hanno riferito fonti della stessa Guardia Costiera.
13.28 “Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri in cerca di una vita migliore, affamati, perseguitati, sfruttati, feriti, vittime di guerre. Cercavano la felicità”. Ha aggiunto Papa Francesco.
13.25 “Stanno giungendo in queste ore notizie di una nuova tragedia nel Mediterraneo. Esprimo il mio sentito dolore di fronte a una tale tragedia e assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il ricovero della mia preghiera. E rivolgo un accorato appello affinchè la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza per evitare altre tragedie del genere”. Lo ha dicharato Papa Francesco al termine della preghiera del Regina Coeli in Piazza San Pietro.
13.19 L’Unione europea deve ‘rafforzare il numero di navi nell’operazione Triton, un nome forse che non è adatto'”. Lo ha detto in diretta alla tv Canal Plus il presidente francese, Francois Hollande, parlando del naufragio nel Canale di Sicilia. “Serve una lotta molto più intensa al traffico – ha continuato – chi mette le persone su queste navi sono dei trafficanti, ma anche terroristi. Sanno che sono delle carrette e che la gente morirà in alto mare. Eppure li mettono a questo rischio”.
13.16 “Abbiamo detto troppe volte ‘mai più’. Quello che è successo questa notte al largo delle coste d’Italia, quello che accade ogni giorno al confine meridionale d’Europa, è inaccettabile per un’Unione che è stata costruita sui principi della solidarietà, del rispetto dei diritti umani e della dignità per tutti”, sottolinea in una nota l’alto rappresentante Ue spiegando che “abbiamo bisogno di salvare vite umane tutti insieme, come tutti insieme dobbiamo proteggere le nostre frontiere e per la lotta contro la tratta di esseri umani”. “Ho deciso di mettere la questione delle migrazioni come un punto formale all’ordine del giorno del Consiglio Affari esteri convocato domani a Lussemburgo, dove andrò a presentare una serie di proposte per la Libia, una delle principali vie di traffico illegale di migranti”, aggiunge. “Abbiamo bisogno di continuare a lavorare sulle cause profonde della migrazione e soprattutto sulla instabilità di una zona più ampia, dall’Iraq alla Libia. Ogni singolo giorno, abbiamo il dovere di salvare vite umane, la condivisione tra tutti i 28 di questo dovere è una responsabilità che per troppo tempo è stata lasciata solo ai paesi del sud. Ecco perché domani mi appello a tutti i paesi europei – conclude la Mogherini nella nota – a mostrare e dimostrare attraverso l’azione che si attengono ai valori fondamentali comuni dichiarati quando hanno aderito all’Unione europea”.
13.12 “Ho deciso di mettere la questione delle migrazioni come un punto formale all’ordine del giorno del Consiglio Affari esteri convocato domani a Lussemburgo, dove andrò a presentare una serie di proposte per la Libia, una delle principali vie di traffico illegale di migranti”. Lo ha annunciato l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini in una nota sul naufragio nel canale di Sicilia.
13.08 Quanto accaduto “è inaccettabile”: ora “è il momento per l’Ue di affrontare queste tragedie senza indugio”, serve la condivisione della responsabilità tra tutti i 28 che “per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del sud”. Lo sottolinea in una nota Federica Mogherini che domani porrà il tema all’odg del consiglio Esteri Ue.
12.30 Contro le tragedie di immigrati in mare serve un’operazione “Mare Nostrum europea. La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata risposta”. Lo ha detto Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, intervistata da SkyTg24, sul naufragio nel Canale di Sicilia nel quale si temono 700 morti.
12.10 L’Europa intervenga di fronte a questa crisi umanitaria: lo chiede Amnesty International Italia a nome dei 300 delegati che stanno prendendo parte alla XXX Assemblea generale dell’organizzazione in corso a Roma. “Se le sue dimensioni sono confermate – dice il presidente Antonio Marchesi – quella di stamattina è la più grave e disastrosa perdita di vite umane nel Mediterraneo e la passività dell’Europa di fronte a tutto questo diventa sempre più scandalosa e insopportabile”. “Se l’Unione europea non attiverà immediatamente un’ operazione di ricerca e soccorso in mare almeno pari all’ italiana Mare nostrum – sottolinea Marchesi – la credibilità delle istituzioni europee già compromessa ne uscirà definitivamente sconfitta. Soprattutto, se non si garantiranno ricerche e soccorso efficaci lungo la rotta marittima più mortale del mondo continueremo a perdere centinaia, se non migliaia di vite umane, di persone che dopo aver scampato alla morte di fame o di guerra l’hanno trovata annegando mentre chiedevano aiuto all’Europa”.
12.02 Rientrando a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Francois Hollande a proposito della vicenda del barcone nel Mediterraneo. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi
12.00 Un vertice urgente dei capi di Stato dell’Unione europea in Sicilia per una nuova convenzione sull’immigrazione e sul diritto d’asilo dei rifugiati. A lanciare la proposta è il governatore della Sicilia Rosario Crocetta dopo l’ennesima tragedia nel Mediterraneo con migranti 700 morti. “Faccio appello a presidente del Parlamento Ue Martin Schulz e al capogruppo del Pse Gianni Pittella per organizzare subito il vertice”, dice Crocetta all’ANSA.
11.40 Matteo Renzi sta rientrando a Roma per seguire gli sviluppi della situazione del naufragio nel Canale di Sicilia. Nel pomeriggio è in programma un punto stampa a Palazzo Chigi. Renzi, dopo la tappa a Mantova, aveva in programma degli appuntamenti in Veneto e una manifestazione a Sanremo.
11.18 “Nel Mediterraneo tutti i giorni c’è una strage”: il premier Matteo Renzi lo ha detto nel suo intervento al Teatro Stabile di Mantova dove oggi ha ufficialmente aperto la campagna elettorale del Pd. “Il cuore batte forte”, ha aggiunto chiedendo come si fa a restare insensibili davanti a cose del genere.
11.10 Un imponente dispositivo navale composto da 17 unità, coordinato dal Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera, è impegnato a circa 60 miglia a nord della Libia, nelle ricerche di eventuali superstiti del naufragio del peschereccio carico di migranti diretto verso l’Italia. Del dispositivo fanno parte unità della Guardia Costiera e, inoltre, della Marina Militare e della Guardia di Finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex. Vi sono, infine, mezzi navali di Malta e numerosi mercantili dirottati nell’area. Alle ricerche partecipano anche diversi mezzi aerei che stanno sorvolando l’area.
11.00 Il mercantile portoghese che ha recuperato i 28 superstiti del barcone con circa 700 migranti naufragato a 60 miglia dalle coste libiche è il King Jacob, un portacontainer di 147 metri di lunghezza. Hanno già raggiunto la zona del disastro per partecipare alle operazioni di soccorso la nave Bergamini della Marina Militare, alcuni mercantili in transito come il City Of Lutece, il Cave, e il Se Pantheae anche una motovedetta Marina maltese. Oltre alle unità della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza si stanno dirigendo verso quel tratto di mare anche numerosi pescherecci della flotta di Mazara del allo, nonostante il fallito sequestro di venerdì scorso dell’Airone da parte dei militari libici.
10.52 Sono 24 i cadaveri recuperati finora dai mezzi di soccorso nell’area a circa 60 miglia a nord della Libia dove è avvenuto il naufragio del peschereccio, con un bilancio di circa 700 morti. Non sono stati trovati altri superstiti, in aggiunta ai 28 tratti in salvo nell’immediatezza del naufragio da un mercantile che era stato inviato in soccorso dei migranti.
10.48 “Nonostante le enormi difficoltà e la vicenda ancora fresca del tentato sequestro di un peschereccio, la marineria di Mazara del Vallo mostra la propria generosità: cinque barche in attività di pesca sono state precettate dalla Marina militare; hanno tirato a bordo le reti per partecipare alle operazioni di soccorso dei naufraghi nel Canale di Sicilia”. Lo dice Giovanni Tumbiolo, del Dipartimento della pesca Cesvop di Mazara del Vallo. “Lo Stato, che legittimamente chiede aiuto ai nostri pescatori – aggiunge -, sappia che a Mazara del Vallo c’erano 500 pescherecci e ora la flotta ne conta un quinto. Giustissimo salvare le vite in mare, ma vanno salvate anche le famiglie di chi dal mare aveva un proprio reddito e oggi è alla fame”.
Aggiornamento 10.30 “Cos’è cambiato a 18 mesi da Lampedusa? Servono altri 700 morti per bloccare le partenze? Se le istituzioni Ue hanno un senso ci vuole tanto a organizzare dei blocchi navali e identificare chi è immigrato clandestino e chi è rifugiato? Non so più come dirlo. L’ipocrisia di Renzi e Alfano crea morti”: così Matteo Salvini, a Sky Tg24.
Aggiornamento 10.21 Sono 21 i cadaveri recuperati finora dai mezzi impegnati nelle operazioni di soccorso del barcone naufragato a 60 miglia dalle coste libiche.
Ancora una strage di migranti nel Canale di Sicilia. Secondo quanto riporta l’Ansa, ci sarebbero 700 morti. Si tratta di un peschereccio con a bordo circa 700 migranti che si è capovolto la scorsa notte nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile dirottato nella zona ha recuperato solo 28 superstiti, per cui si teme che il bilancio del naufragio sia di poco meno di 700 vittime.
Dal peschereccio – secondo le prime informazioni – era stata lanciata ieri una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera poiché era stato riferito che l’unità con circa 700 migranti a bordo, aveva difficoltà di navigazione. La sala operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto ha dirottato un mercantile portoghese, che giunto in prossimità del mezzo in difficoltà, ha visto il peschereccio capovolgersi. Sono iniziate frenetiche operazioni di soccorso che hanno consentito di recuperare 28 persone finite in mare. E’ verosimile, secondo quanto si è appreso, che, alla vista del mercantile, i migranti si siano portati tutti su un lato del peschereccio, facendolo capovolgere. Nella zona sono stati dirottati numerosi altri mezzi che sono ora impegnati nelle ricerche di eventuali altri superstiti.
Un’imponente operazione di soccorso è in corso nel canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia, dove la scorsa notte si è capovolgo un peschereccio con un bilancio di circa 700 morti. All’operazione, coordinata dal centro nazionale soccorsi della Guardia Costiera, partecipano unità navali e aeree della stessa Guardia costiera, mercantili che sono stati dirottati in zona, e inoltre mezzi aerei e navali della marina militare e della guardia di finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex.
Pubblicato il
19 Aprile 2015, 09:40