Nave Diciotti, Camera Penale |”Tutelare la Costituzione”

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23 Agosto 2018, 13:35

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CATANIA – La vicenda della nave della Guardia Costiera Italiana “Diciotti”, ferma al porto di Catania con il suo carico di 177 persone, tra cui 29 minori, e dei suoi uomini d’equipaggio, tutti “impediti” all’esercizio della loro libertà di movimento, di richiesta di asilo, con l’evidente violazione delle norme poste a tutela dei minori da una legge dello Stato, impone una riflessione, una domanda. E’ priorità la tutela dei principi fondamentali della Costituzione, il rispetto della quale  è impegno “giurato” da ministri e membri del governo, dei Diritti e delle libertà fondamentali dell’Uomo, di ogni Uomo, il rispetto di una Legge dello Stato che tutela i minori “migranti” che ne impone il divieto di respingimento ed il diritto ad aver nominato un Tutore che ne possa garantire l’esercizio dei più elementari diritti oppure è prioritaria la tutela di posizioni politiche nei rapporti tra gli Stati dell’Unione Europea. L’aver fatto rimanere, senza alcuna ragione legale, dei minori a bordo della nave per più di una settimana ne ha sicuramente limitato i diritti e le libertà degli stessi.

La vicenda, purtroppo, non si chiude con il permesso allo sbarco dei minori non accompagnati presenti a bordo – risultato indubbiamente da ascrivere alla chiara presa di posizione della Procura per i Minorenni presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, sostenuta dall’Associazione dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia – ma permane nella sua urgente e pressante necessità di risposta per la permanenza a bordo di uomini e donne che rendono carne viva il tema del senso della dignità umana e pongono agli Uomini di quello stesso Stato, che si è dato il compito di tutelare i diritti degli individui, la contraddizione della violazione dei principi e delle norme che di quei diritti si pongono a baluardo e difesa.

Al di là di tutto ciò, si propone con evidenza una pericolosa “filosofia”: può un Governo comprimere la libertà personale al di fuori delle prerogative che la Carta Costituzionale e le stesse norme di legge attribuiscono alla Magistratura? Può l’ordine di un Ministro sostituire un provvedimento giudiziario che per essere conforme a legge deve essere emesso nel rispetto delle norme che impongono l’obbligo di valutare e motivare e riconoscono a ciascuno il diritto di difesa e di assistenza tecnica?

Può un Governo, anche se sorretto dalla volontà popolare, violare norme e principi che sono il fondamento di ogni convivenza civile?

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La Camera Penale “Serafino Famà” di Catania ritiene che s’imponga più di una riflessione su quello che la vicenda della nave “Diciotti” rappresenta, nell’immediato e nell’orizzonte futuro, poiché nessun Governo può arrogare a se il diritto di limitare la libertà personale di un individuo, tale compito spetta solo ed esclusivamente all’autorità giudiziaria attraverso un provvedimento motivato e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Permettere che questo accada, oggi, mette in pericolo lo stesso stato di diritto e apre, ancor più pericolosamente, la porta all’autoritarismo, qualunque colore politico esso possa assumere.

La Camera Penale ”Serafino Famà” di Catania, manifesta il proprio appoggio a quanto sostenuto dal Garante Nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà personale, Mauro Palma: “ Le persone a bordo della nave si trovano in una condizione di privazione della libertà di fatto: senza la possibilità di libero sbarco e senza che tale impossibilità di movimento sia supportata da alcun provvedimento che ne definisca giuridicamente lo stato. Ciò potrebbe configurarsi come violazione dell’articolo 13 della Costituzione e dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

 

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23 Agosto 2018, 13:35

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