14 Febbraio 2017, 19:46
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PALERMO – Il rischio è quello di restare in mezzo al guado. A Roma come a Palermo. Nell’attesa di capire dove portare le sue truppe, abbondanti di poltrone più che di voti, Angelino Alfano resta appeso a metà strada con il suo Ncd. Che però a Palermo dovrà scegliere da che parte stare. E il tempo dell’attesa, predicata dal leader, sta per finire. Francesco Cascio, coordinatore regionale del Nuovo centrodestra, sembra pronto a rompere gli indugi in settimana. “Non capisco questo istinto masochista del Pd, che vuole trasmettere anche a noi, di votare qualcuno che ci prende a calci in faccia. Da questa perversione masochista mi tiro fuori”, commenta telegraficamente Cascio. Che di andare con Orlando non vuole sapere. Sentimento reciproco, visto che il sindaco avrebbe già fatto sapere ai dem di non gradirlo come compagno di viaggio. E così ha preso corpo in questi giorni l’ipotesi del sostegno a Fabrizio Ferrandelli, candidato gradito a Cascio, che potrebbe rivolgere all’ex deputato regionale il suo endorsement entro questa settimana. Con o senza l’intero partito. Un appoggio che allargherebbe il campo della coalizione che sostiene l’ex deputato regionale, dove probabilmente non ci saranno i Fratelli d’Italia (che addirittura potrebbero schierare un proprio candidato) e sono in forse i salviniani.
I tormenti di Ncd, a Roma come a Palermo, continuano. Alle prese con un futuro quanto mai incerto per un partito nato da una scissione di Palazzo, il cui peso elettorale è tutto da dimostrare. E le cui alleanze da qui a prossimi mesi sono tute da costruire, visto che a sinistra, anche dentro il Pd c’è chi di un’alleanza elettorale con Alfano e i suoi proprio non vuole saperne. D’altro canto, i giornali nazionali hanno raccontato nei loro retroscena delle difficoltà nel riallacciare un dialogo con Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Intanto, c’è l’urgenza di definire una linea su Palermo. Ieri una lunghissima riunione con gli eletti del partito non ha sciolto i nodi. Si è parlato parecchio ma una decisione ancora non c’è. Un pezzo del partito vuole restare sullo schema dell’alleanza di centrosinistra che governa a Roma e alla Regione, visti anche gli appuntamenti elettorali prossimi. “C’è un’evoluzione giornaliera e di certo ci sono delle situazioni legate a incastro, perché le comunali di Palermo sono vicinissime alle regionali”, si limita a commentare il deputato regionale Pietro Alongi.
Tanta confusione, insomma. Ma il tempo stringe. E bisogna dare risposte a quanti si vogliono candidare prima che si accasino altrove. E così, malgrado l’attendismo romano, a Palermo Cascio è pronto a rompere gli indugi appoggiando Ferrandelli – il dialogo con Saverio Romano è avviato – sperando di portarsi dietro l’intero partito. Uno scenario che certo non piace alla segreteria regionale del Pd, che sul patto politico con gli alfaniani aveva investito. Salvo poi assistere ai patti stretti da Ncd col centrodestra in diversi comuni siciliani in cui si è votato per le amministrative.
Il futuro è un’incognita. Anche il progetto di una riunificazione centrista con i casiniani langue. Le prospettive per regionali e politiche sono tutt’altro che chiare. L’eterna attesa di chi in questi anni ha vissuto di rendita grazie alle poltrone del parlamento nazionale non potrà protrarsi all’infinito. Ed è da Palermo che gli alfaniani dovranno cominciare a prendere una decisione.
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14 Febbraio 2017, 19:46