07 Maggio 2010, 17:13
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Intervista col “Manifesto”. Titolone: “Il Pd Lumia avverte Miccichè: “E’ ora di scegliere, lascia Dell’Utri”. Svolgimento: “In Sicilia c’è un solo Pd e sfido a chiunque di parlare di ribaltone. Noi con Lombardo abbiamo fatto un accordo in Parlamento sulle riforme, non un accordo di programma. Domanda: con l’onorevole Crisafulli lei guerreggia da anni. Risposta: “Fin dal 2004. La vicenda Crisafulli sta lì da anni e non riguarda Lombardo. Il cosiddetto “crisafullismo” è un modo di organizzare la politica che considero l’altra faccia dell’ “Utrismo” e del “Cuffarismo”. Domanda: una bella contraddizione. Dell’Utri contro le riforme, mentre Miccichè che prime le sostiene e ora sta in silenzio. Risposta: “Se Miccichè vuole continuare, deve rompere col centrodestra e fare altre scelte”.
Ricapitoliamo. Nella sostanza non fa una grinza. Tengo il morso e la cavezza di Lombardo finché mi conviene, con l’intenzione di saltare dalla sella, un attimo prima di essere disarcionato. Come schema di potere utile funziona. Ma, per tutto il resto, ci sono domande da cittadini e da elettori. Che significa né all’opposizione, né al governo, quale luogo metafisico della politica è mai questo? Dell’Utri è il demonio, ma la contingenza impone che si votino provvedimenti qualificanti accanto a compagni di viaggio che di Dell’Utri celebrano il mito che non rinnegheranno mai. E non cosuzze, provvedimenti che definiscono il perimetro di una vera e propria coalizione sommersa. Come si spiega alla luce della benedetta questione morale, patrimonio genetico della sinistra? Che c’entra il profilo riformista con quello giudiziario o anche della valutazione politica sull’illibatezza presidenziale? Se il tentativo è quello di cavare il massimo da un governo comunque estraneo, votando “le cose che fanno bene alla Sicilia”, perché ciò non potrebbe accadere con un Lombardo (Dio non voglia) in ceppi? Sarà un rinvio a giudizio, saranno le voci dal sen fuggite circa presunte frequentazioni del governatore a certificare la morte dell’afflato riformista, “tanto necessario alle sorti dell’Isola”? Dice: c’è la questione morale. Vedi paragrafo precedente. Se già voti con i discepoli e gli ammiratori di Dell’Utri, che dichiarano di ispirarsi a colui che tu rifuggi, ci pare che il problema sia stato già abbondantemente assorbito. O no?
Come si vede sono tanti gli interrogativi da porre e non per malvagità o strumentale opposizione di questo giornale. Ci sono e restano. Soprattutto, balena il domandone principale: come fai a percorrere l’ardua strada delle convergenze parallele, se non sei Aldo Moro?
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07 Maggio 2010, 17:13