17 Gennaio 2013, 16:45
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PALERMO – Conti in equilibrio all’Università degli Studi di Palermo, che chiude il bilancio 2012 con un attivo di due milioni e mezzo e riduce ancora una volta il suo ammanco di amministrazione a quattro milioni e trecento mila euro. Nel corso della conferenza stampa a Palazzo Steri, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, il Rettore Roberto Lagalla, ha focalizzato l’attenzione sulla ricerca introducendo le principali novità del nuovo percorso didattico e rendendo nota la volontà di continuare, nonostante la crisi, il processo di miglioramento dei servizi agli studenti e la qualità dell’offerta formativa.
Il controllo puntuale della spesa unito ad un’adeguata rivoluzione della governance e alla razionalizzazione delle strutture didattiche con l’utilizzo massimale delle risorse interne. Sono queste le principali novità della riforma ministeriale avviata dall’Università di Palermo dal 1 gennaio 2013. Una situazione che fa prevedere al Rettore, Roberto Lagalla, di riuscire ad azzerare interamente nel 2013 quei debiti pregressi che, negli anni scorsi, pesavano come un macigno sull’Ateneo. “La rigorosa attenzione al bilancio – ha asserito il Rettore – ha consentito di neutralizzare le costanti e significative decurtazioni dei trasferimenti ministeriali e di riportare in equilibrio l’annuale rapporto entrate-uscite”.
Una riforma che prevede, tra le altre cose, la nascita di nuovi dipartimenti con competenze di didattica e di ricerca e la progressiva scomparsa delle facoltà. “Il 2013 è un anno di svolta per l’Ateneo di Palermo, sono state portate a termine realizzazioni importanti sul piano della ricerca con un incremento significativo dei flussi finanziari a sostegno dello sviluppo sia europeo sia nazionale sia regionale – ha affermato il Rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla – Si conclude anche un processo di riforma della governance con la riduzione a venti del numero dei dipartimenti e l’aggregazione di questi in strutture di raccordo macrotematiche che entro la fine dell’anno andranno a sostituire le precedenti dodici facoltà in un numero non superiore a cinque strutture di raccordo”.
Nel corso della conferenza, infine, il rettore ha espresso il proprio parere sulla fuga dei cervelli: “Se da un lato consola il fatto che le giovani menti formate nel nostro Ateneo vadano ad arricchire altri contesti didattici, dall’altro sconforta il venir meno di questo ingente capitale umano all’interno del nostro sistema regionale. Mi auguro che il governo regionale, che fin adesso ha mostrato segni di discontinuità, possa trovare nelle università degli interlocutori importanti e significativi per sviluppare una politica che possa essere funzionale ai giovani per il futuro inserimento nel mondo del lavoro”, ha concluso Lagalla.
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17 Gennaio 2013, 16:45