Nel computer i segreti | dell'Architetto Liga - Live Sicilia

Nel computer i segreti | dell’Architetto Liga

L'inchiesta di S, l'anticipazione
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Alcune lettere, una sfilza di nomi, affari e una nuova certezza per gli investigatori: già dal 2000 l’architetto Giuseppe Liga gestiva il business di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, all’epoca entrambi latitanti. Il ministro dei Lavori pubblici del clan di San Lorenzo, lo definiscono gli inquirenti. Non a caso viene utilizzato il soprannome che fu anche di Angelo Siino, l’uomo-chiave nel patto del tavolino della mafia anni Ottanta. Un cartello che ha consentito per un trentennio a Cosa nostra di controllare appalti pubblici e privati.

La nuova tegola che si abbatte sul professionista di San Lorenzo, indicato come l’erede dei Lo Piccolo, arriva da alcuni file prelevati dal suo computer. Liga era certo di averli cancellati, ma i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria li hanno ripescati dalla memoria del pc. L’attenzione degli investigatori si è concentrata soprattutto su due file temporanei creati il 26 giugno 2000 e il 5 novembre 2004, quando Salvatore e Sandro Lo Piccolo erano ancora latitanti. Prima del blitz a Giardinello, prima che il ruolo dell’architetto venisse tracciato dagli inquirenti.

I segreti custoditi nel computer dell’Architetto sono pubblicati sul nuovo numero di S, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato, di cui Livesicilia svela una anticipazione. Decine di affari, conti in sospeso e richieste di indicazioni su come comportarsi con uomini d’onore, imprenditori da vessare, lavori di movimento terra da organizzare e questioni personali da dirimere al più presto ma mai senza il placet dei Lo Piccolo. Come nel caso di una parte di una lettera che l’Architetto invia al “Barone”, pubblicata integralmente su S e di cui qui riportiamo un passaggio testuale.

Per quanto riguarda l’iniziativa che riguarda anche il terreno dei parenti di tuo nonno la sto portando aventi tieni presente che il costruttore è V. Barra figlio di un vecchio costruttore amico di mio padre e di tuo papà. Sa quello che tu mi hai riferito circa quello che viene fuori dal terreno del nonno, poi spero di parlartene di presenza. Vedi comunque che Matranga insiste. Io gli ho riferito che non posso farci nulla, ho cercato Giov, Bon. Il quale mi aveva fatto sapere quando e come vederci ma non si è fatto più vivo. Quindi sappiati regolare”. Gli investigatori hanno pochi dubbi: si tratterebbe del piano edilizio presentato al Comune di Palermo dalla cooperativa Edilia Anemone. Una lottizzazione per ventisette ville con giardino su un terreno un tempo di proprietà del nonno di Sandro Lo Piccolo. Valerio Barra è socio della cooperativa che si è avvalsa delle prestazioni professionali di Liga. C’è un passaggio inquietante “quello che viene fuori dal terreno del nonno”. Ci sarebbe qualcosa nascosto sotto quel terreno? Chi sia Matranga non è stato possibile ricostruirlo, mentre Giov Bon sarebbe Giovanni Bonanno, il cassiere del clan vittima della lupara bianca proprio ad opera di Salvatore Lo Piccolo. La frase finale è mielosa come l’incipit: “Spero di vederti al più presto ti voglio un mondo di bene, bacioni per te e papà pl”. Il miele dopo il fiele.

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