28 Gennaio 2019, 06:04
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“Il governo Musumeci ha bisogno di una bombola d’ossigeno, il Movimento cinque stelle è nel pallone e di certo nel Pd non si sta meglio: c’è tanta cattiveria e qualcuno ormai nutre un fastidio vero verso un pezzo del partito”. Il quadro dipinto da Antonello Cracolici non è certo dei più confortanti. La politica siciliana, vista dall’ex assessore Dem mostra ovunque i segni dei propri problemi. Problemi soprattutto interni.
Per il Pd non è poi una novità, onorevole. Ormai da anni non fate che litigare…
“Questa è certamente l’immagine che ormai trasmettiamo: quella di un partito rissoso che parla ormai più al ceto politico che alla gente. Ma ultimamente la situazione è ulteriormente peggiorata”.
Sì, ci ha raccontato un paio di giorni fa della sua scelta di non votare al congresso, in segno di protesta nei confronti della gestione del partito in Sicilia.
“Il problema non è tanto l’esistenza di tensioni interne a un partito durante una fase congressuale. Quelle sono fisiologiche, per carità. Ma oggi addirittura temo che possano scoppiare risse”.
Risse tra chi?
“Mi pare evidente, ormai, che un pezzo del Pd prova un chiaro fastidio nei confronti di un altro pezzo del partito. Il clima è veramente terribile”.
E come si fa allora ad andare avanti insieme, in queste condizioni?
“Il punto è proprio questo. Inizio ad avvertirlo come un problema vero, un rischio concreto. Ma non solo per quella parte del partito che oggi è guardata con fastidio”.
… ma anche per chi il partito in Sicilia dovrà guidarlo. Adesso c’è un fresco segretario regionale, Davide Faraone, la cui elezione è stata condita da polemiche molto accese.
“Vede, il rischio di questo gruppo dirigente è quello di rappresentare, alla fine, solo se stesso. Un fatto che si tradurrà inevitabilmente in pessimi risultati nei vari passaggi elettorali. È un gruppo che non produce nulla, che non riaccende nulla: sta solo provando a controllare un cadavere”.
In realtà qualcosa sembra muoversi. Come l’idea di un nuovo progetto-partito antipopulista.
“Si tratta solo dell’ultima alchimia di un ceto politico che sta solo cercando di capire come sopravvivere. Ma si tratterebbe di un soggetto politico che non dice cosa è, ma solo a cosa si oppone. Dove vuole che vada? È solo un gioco di parole, quello dell’antipopulismo. In realtà sono proprio queste idee ad allontanare ulteriormente la gente. E inizio a pensare che l’obiettivo sia proprio questo”.
Convincere la gente ad andarsene dal partito?
“Sì, della serie: meno siamo, meglio stiamo. O ‘pochi ma buoni’. Resta solo da capire, quando si parla di buoni, chi siano questi buoni. E buoni a che cosa?”.
Questo quadro si traduce anche nell’attività del Pd all’Ars?
“Oggi certamente annaspiamo. Il problema di una opposizione non è tanto quello di votare contro il governo – che sarebbe già qualcosa – ma quello di proporsi come luogo di una proposta alternativa. Oggi il Pd come fa a proporsi come alternativa a questo governo?”.
In effetti, a dire il vero da Palazzo dei Normanni arrivano anche indiscrezioni di esponenti del Pd pronti a sostenere l’esperienza di Musumeci. Magari aderendo a qualche gruppo di prossima costituzione.
“Sinceramente non credo che oggi Musumeci abbia una tale forza attrattiva da convincere esponenti del mio partito ad appoggiare la sua esperienza di governo, a meno che non si pensi soltanto a galleggiare un po’ e sopravvivere nel miglior modo possibile. Mi sembra comunque uno scenario improbabile. Poi, sa come si dice: la mamma dei cretini è sempre incinta”.
Mi pare di capire, ma non mi sorprende, che il suo giudizio sul governo Musumeci non è positivo.
“E come fa ad esserlo? Da quando si sono insediati non fanno altro che parlare dei problemi che hanno ereditato. Ma anche questo racconto è pieno di falsità”.
Quali?
“Una su tutte: quando parlano di governi precedenti dimenticano, ad esempio, di dire che assessori dell’attuale governo erano assessori anche di qualche ‘governo precedente’. Penso all’assessore Armao che era l’assessore di Lombardo, quando Monti disse sostanzialmente che la Regione siciliana era fallita. Ma questo dimenticano sempre di dirlo”.
L’eredità di quel passato, però, è pesante. A cominciare dai due miliardi e oltre di disavanzo.
“Il disavanzo lo hanno ereditato tutti i governi, mica è una novità. Il disavanzo è nato negli anni della prima repubblica. E comunque la Corte dei conti non ha contestato il disavanzo lasciato dal vecchio governo, ma le forme scelte dal governo attuale per ripianare questo disavanzo. È diverso, ma anche questo non lo dicono apertamente”.
Certamente però l’esperienza del governo Crocetta, dove lei è stato anche assessore, non sarà ricordata come una parentesi felice per la Regione.
“Io penso che nei cinque anni precedenti si sia comunque invertita una rotta, riducendo i costi della Regione in un momento assai difficile. Potevamo fare di più? Certo, è sempre possibile. Ma questo governo adesso dovrebbe dire cosa vuole fare oggi, per il futuro. E invece, è il caos”.
Si riferisce alla vicenda della manovra finanziaria?
“Hanno presentato prima una Finanziaria, poi un collegato che doveva fungere da ‘lecca-lecca’ per i deputati. Era pieno di assunzioni, spese di ogni tipo, utili a convincere i parlamentari ad approvare la manovra. Poi si sono accorti che non era possibile finanziarlo. Ma questo era chiaro fin da luglio. Solo che hanno voluto insistere con la Corte dei conti, per andare infine incontro a una sonora bocciatura”.
Torniamo all’opposizione: che ne pensa del ‘nuovo’ Movimento cinque stelle? Un movimento che adesso ha anche una dimensione ‘di governo’ a livello nazionale.
“I grillini sono nel pallone, è evidente. Stanno vivendo la situazione surreale di chi deve rispondere in Sicilia dell’operato del governo nazionale e contemporaneamente giocare a fare l’opposizione di Musumeci”.
Al quale hanno avanzato una proposta di “dialogo”.
“Ma lo hanno fatto scendendo uno schema politicista: Musumeci dovrebbe infatti dare un calcio a Forza Italia… retorica utile solo a non caricarsi addosso i veri problemi. Del resto, oggi sono in grande difficoltà: hanno perso l’età dell’innocenza”.
Una ulteriore difficoltà potrebbe venire proprio dalla Sicilia e dal ‘caso Diciotti’. Crede che il Movimento cinque stelle impedirà ai giudici di procedere contro Salvini, contraddicendo quanto detto in tanti anni contro, ad esempio, l’immunità parlamentare?
“Su questo mi pare che l’orientamento sia chiaro: si prepara un ‘salva-Salvini’. Poi si inventeranno qualcosa. Diranno che c’è un nemico da respingere, che il governo del cambiamento rischia di cadere, che bisogna difendersi dai poteri forti… L’hanno fatto ormai su tante cose: sui condoni, l’hanno fatto sui migranti, loro che votarono Gino Strada per il Quirinale. Lo faranno anche adesso: si mangeranno un elefante e diranno a tutti che era un’anatra”.
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28 Gennaio 2019, 06:04