PALERMO – Alla parete di casa Fabio Santangelo ha appeso il poster di Al Pacino nel film “Scarface”. Il personaggio è quello di Tony Montana, che nella pellicola di Brian De Palma scala i vertici criminali del narcotraffico. Ed ed è a lui che nella realtà, secondo la Procura di Palermo, Santangelo si sarebbe ispirato diventando uno dei “re” della cocaina in città.
Avrebbe guidato un’organizzazione capace di importare dalla Calabria 15 chili di droga al mese. Gli arredi della casa, perquisita dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria, ricordano quelli della villa faraonica di Al Pacino nel film.
Santangelo preferiva un trono ad una poltrona. Tutto intorno un arredamento pacchiano con statue di leoni, giaguari e pistole d’oro. Qualcosa stride in mezzo ad un ambiente in stile Gomorra. È il quadro alla parete che riproduce l’Ultima cena di Leonardo da Vinci.
Il nome di Santangelo non è nuovo negli ambienti della droga. Nella sua fedina penale ci sono dei precedenti e un episodio che va riletto alla luce dell’arresto di oggi.
Nel 2020 gli investigatori arrivarono in un box nella zona del Villaggio Santa Rosalia seguendo Giovanni Caruso, braccio destro di Giuseppe Calvaruso boss del mandamento di Pagliarelli. Poco prima Caruso era stato intercettato in macchina proprio con Fabio Santangelo. Transitavano davanti a un magazzino in via Ernesto Basile nella zona dell’Università. Un luogo dove inquirenti fecero irruzione tagliando la saracinesca con il flex. C’erano due chili di cocaina.
Allora la droga era nella disponibilità dei mafiosi di Pagliarelli, ma il canale era quello calabrese. Lo stesso che emerge oggi nell’inchiesta dei finanzieri.