24 Luglio 2012, 14:53
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Appena sette chilometri di curve separano Sciacca dal santuario del Monte Kronio, un posto di pace e tranquillità con vista mozzafiato sulla cittadina termale, scelto tantissimi anni fa da un eremita eritreo come luogo di ritiro spirituale. Per volontà di quel frate di colore, vi sorse una chiesa, oggi basilica. Impossibile pensare che proprio qui, tra le mura di questa raccolta, ma bellissima, chiesetta, per tanto tempo vi ha celebrato messa anche l'”uomo nero”, padre Davide Mordino, sacerdote arrestato con l’accusa di pedofilia.
All’indomani della notizia del giorno di cui tutti parlano già in paese, sopra al monte nulla è cambiato, a parte l’aria frizzantina dovuta alla pioggia della sera di prima. Pochi turisti leggono i cartelli che narrano della vita di San Calogero, altri scattano foto da cartolina al meraviglioso panorama mentre Padre Tutino, il prete che da due anni e mezzo guida la basilica da quando l’ex sacerdote è stato allontanato, è in sacrestia intento a preparasi per la messa mattutina delle undici.
“Ho conosciuto Davide Mordino ancor prima che vestisse l’abito talare in seminario – dice padre Tutino – lo ricordo come un giovane molto preparato e colto. Non c’è mai stato alcun sospetto”. Erano seguitissime le messe domenicali dell’ex parroco che nel periodo estivo celebrava il rito anche all’aperto. I fedeli ne ricordano le omelie appassionate e il rigore con cui rimproverava in particolare le spose che il giorno delle nozze si presentavano all’altare scollate. Era anche temutissimo dai fotografi della città che ammoniva facendo la voce grossa quando non erano puntuali in occasione delle cerimonie.
“Siamo rattristati come quando ad un familiare succede qualcosa di brutto – racconta ancora padre Tutino scrollando le spalle – noi religiosi siamo chiamati ad essere luce e testimonianza, ma quando il maligno ci mette la coda…”.
Alle spalle del santuario, vi sono gli alloggi dei frati e del sacerdote. Da questa porta secondaria, padre Davide avrebbe fatto entrare i minori che era riuscito ad adescare per poi consumare gli abusi sessuali. Mentre poco più giù, vi sono le grandi vetrate dell’oratorio, fortemente voluto dall’ex religioso e ricavato da alcuni locali prima abbandonati. E’ chiuso da quando è scoppiato lo scandalo. Era in questi interni – da fuori si possono vedere ancora il tavolo da ping pong, le locandine sgualcite per la serate di beneficienza organizzate e la bacheca con gli orari delle varie attività – che frà Davide, come lo chiamavano i tanti ragazzi che venivano spesso a passare il pomeriggio, prometteva alle vittime un futuro radioso nel mondo dello spettacolo vantando una conoscenza a Mediaset.
Più volte proprio l’oratorio era stato oggetto di alcuni raid vandalici, prima che le voci sugli strani atteggiamenti e attenzioni del prete che non disdegnava neanche la buona cucina essendo un habituè di uno dei più rinomati ristoranti della città, non si facessero sempre più insistenti. Lui aveva rilasciato interviste televisive ammonendo chi aveva perpetrato i furti nel suo oratorio dove ancora campeggia una scritta che ora fa più che mai uno strano effetto: “Se non ami, non ti ami”.
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24 Luglio 2012, 14:53