Nello avverte gli onorevoli | Ecco i possibili scenari - Live Sicilia

Nello avverte gli onorevoli | Ecco i possibili scenari

Semaforo Russo
di
3 min di lettura

“Qualcuno è convinto che l’elezione a deputato regionale sia un punto di arrivo, e non hanno capito che invece è un punto di partenza. Ma lo capiranno presto”. Una frase sibillina pronunciata dal presidente della Regione Nello Musumeci probabilmente passata inosservata. Il contesto in cui è maturata, l’incredibile bocciatura dell’esercizio provvisorio – grave scivolone della maggioranza poi recuperato con la successiva approvazione per 4 mesi fino ad aprile – è stato ben spiegato dal direttore Accursio Sabella nel suo editoriale (“Altro che voto segreto, bisogna abolire i bagni”) e da Salvo Toscano (“Rimpasto, Province, nuovi gruppi. Tutte le spine del centrodestra).

Inutile tentare di dequalificare l’accaduto come un incidente di percorso dovuto ad assenze accidentali di onorevoli alle prese con necessità fisiologiche o distratti da sigaretta e caffè – ormai troppi sono gli “incidenti di percorso” in 26 mesi di vita del governo regionale – e inutile è pure negare non solo le costanti fibrillazioni all’interno della fragile maggioranza e delle singole componenti della stessa, specialmente in Forza Italia, ma anche il fatto che la costituzione di nuovi gruppi all’Ars (della Lega in particolare ) e le numerose trasmigrazioni da un partito a un altro, entrambi fenomeni animati più da calcoli elettorali e ricerca di seggi sicuri che da ragioni ideali, non potranno non provocare ulteriori scosse determinate dalla corsa ad occupare poltrone assessoriali in vista del probabile rimpasto (il Carroccio di Salvini ne potrebbe volere almeno una e a Musumeci converrebbe concederla) e rilevanti posizioni nel vasto scacchiere del sottogoverno, compresa l’alta burocrazia.

Il quadro è penoso, lo sappiamo, ma questo è purtroppo e non da ora. Per intenderci, le ambiguità sono anche sul fronte assai scomposto dell’opposizione dove non mancano personaggi di navigato (e navigante) ceto politico non certo vergini rispetto all’uso cinico delle manovre d’aula, indipendentemente dalla collocazione, per affermare la propria esistenza e avanzare rivendicazioni a costo di rimettere in discussione patti e casacca.

Torniamo al messaggio sibillino di Musumeci inviato ai parlamentari: “Qualcuno è convinto che l’elezione a deputato regionale sia un punto di arrivo, e non hanno capito che invece è un punto di partenza. Ma lo capiranno presto”. Sembra quasi una minaccia, come a dire – sarà una fantasiosa supposizione di chi scrive – ‘guardate che se non cambiate registro si avvicina il momento in cui manderò tutti a casa, e poi vedremo chi saprà farsi rieleggere’. Così spalancando scenari inediti sia regionali, magari una ri-candidatura alla presidenza della Regione attraverso un asse tra il suo movimento “Diventerà Bellissima” – che deve ancora decidere la sua evoluzione – la Lega (se ci sta, ecco il “dono” di un assessorato) e Fratelli d`Italia, con FI stavolta a rimorchio, sia nazionali nell’eventualità di elezioni anticipate.

Davvero una fantasiosa supposizione la nostra? Musumeci, in realtà, ha ripetutamente avvertito gli alleati indisciplinati di possibili sue dimissioni se messo alle strette da continue imboscate, se costretto a vivacchiare senza potere mantenere nemmeno alcune delle promesse elargite a piene mani – basta ripassare il suo imponente programma facilmente reperibile su Internet – alla vigilia delle elezioni nel novembre del 2017, soprattutto con riferimento alle tante riforme annunciate e rimaste annunciate.

Un bluff? Forse. Comunque, noi peccheremo sicuramente di eccessivo idealismo ma non di ingenuità. Vi sono esponenti politici, Musumeci in testa, commentatori e cittadini comuni convinti che la figuraccia dell’altro giorno a Sala d’Ercole sia da imputare a urgenze da toilette o al richiamo irresistibile della buvette? E chi può escludere allora, per colpa di improvvisi attacchi di cistiti o prostatiti, il ripetersi di tali urgenze? Se il problema invece è politico, e lo è, quella frase apparentemente ermetica dell’inquilino di Palazzo d’Orleans assumerebbe un chiaro significato.


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