28 Maggio 2010, 12:52
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Non ci sarebbero le prove di un incontro fra Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano fra il ’93 e il ’94, così come non sarebbe provato quello del 1974 fra il senatore del Pdl, Silvio Berlusconi e i mafiosi Stefano Bontade, Mimmo Teresi e Francesco Di Carlo, oggi pentito. La difesa del politico accusato di concorso esterno in appello a Palermo, punto a destrutturare i cardini dell’accusa che ha chiesto la condanna di Dell’Utri a 9 anni.
”Tra il 1993 e il 1994 non ci sono mai stati incontri tra Vittorio Mangano e Marcello Dell’Utri. E’ difficile, quindi, immaginare che abbiano potuto stipulare un ‘patto politico-mafioso’ senza neppure incontrarsi” esordisce Alessandro Sammarci, legale del senatore. ”Nessuno ha letto le vere annotazioni e quindi lo stesso imputato, nel suo interrogatorio, è stato indotto in errore – continua l’avvocato leggendo in aula l’agenda di Dell’Utri tenuta dalla sua segretaria – tanto da fare scrivere ai giudici nella sentenza che aveva dato delle ‘giustificazioni impacciate’. Il 3 novembre 1993 la segretaria scrive ‘Mangano Vittorio era a Milano, parlarle per problemi personali’. Invece la frase che viene riportata in sentenza, cioè quella dell’accusa era ‘Mangano Vittorio sarà a Milano per parlarle di problemi personali’. E’ chiara la differenza – chiosa Sammarco – non c’era scritto ‘sarà a Milano’ ma ‘era a Milano’. Ciò significa che Vittorio Mangano è passato da Milano ma senza trovare il senatore Dell’Utri. Quindi non c’è stato alcun incontro tra i due”.
Nell’altro appunto contestato dalla difesa e contenuto nella sentenza di primo grado, così i legali di Dell’Utri si difendono: “La segretaria scrive ‘Mangano verso 30 novembre, 5 giorni prima comunicherà la data dell’appuntamento’. Quindi – spiega Sammarco – vuol dire che il 30 novembre non viene indicato un incontro già avvenuto ma un possibile incontro con un signore che si chiama Mangano e che non si sa neppure se si tratti di Vittorio Mangano”.
Un altro punto importante della condanna di primo grado di Dell’Utri (sette anni) è l’incontro raccontato dal pentito Francesco Di Carlo a Milano, nella sede della Edilnord, a cui sarebbero stati presenti Dell’Utri, Berlusconi, i boss Bontade e Teresi, oltre il collaboratore di giustizia. Incontro che il legali confutano sulla base delle indagini difensive. Vengono citati i provvedimenti restrittivi “dalla metà di maggio alla fine del maggio del ’74” che gravavano su Bontade e Teresi, coinvolti allora nel famoso processo dei 114, che “dimostrano che in quei giorni Bontade e Teresi erano presenti al processo”. A questo si aggiunge la certificazione dell’allora direttore medico del carcere di Palermo che attesta come Stefano Bontade versava in condizioni fisiche precarie, non consentendogli di muoversi.
“Sulla base di questi fantomatici appuntamenti – ha concluso la difesa – che non ci sono mai stati, l’accusa ha costruito una storia secondo cui in questo modo sarebbe stata vita alla stagione politica del ’94, quando la mafia decise di scendere in campo”.
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28 Maggio 2010, 12:52