07 Marzo 2012, 16:45
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Nessuna persecuzione. Nessun sequestro. Nessun accanimento. Il suicidio di Noureddine Adnane non è stato provocato dalla polizia municipale di Palermo. Le indagini, condotte dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto Gianluca De Leo, hanno verificato che non una sola multa è stata fatta all’ambulante marocchino che si è dato fuoco l’undici febbraio 2011 in via Ernesto Basile.
L’uomo aveva una licenza per il commercio itinerante che consente di stare in un posto fisso al massimo per un’ora. Ma lui, invece, era diventato stanziale, tanto da provocare le chiamate di un negozio adiacente che vendeva lo stesso tipo di merce. E più volte i vigili sono intervenuti per calmare la acque.
Così al gip Giovanni Francolini non è rimasto altro da fare che accogliere la richiesta della procura di archiviare l’indagine a carico di ignoti per istigazione al suicidio. I pm hanno riscontrato che a intervenire sono stati diversi vigili urbani e che la loro condotta non è stata in alcun modo vessatoria.
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07 Marzo 2012, 16:45