15 Dicembre 2015, 13:03
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PALERMO – Nessuna stabilizzazione. E proroga di un anno soltanto per gli oltre 22 mila precari degli enti locali. La commissione bilancio della Camera, nella notte ha dato il via libera all’emendamento alla legge di stabilità nazionale che consentirà, come del resto avvenuto da diversi anni a questa parte, la semplice prosecuzione dei contratti per altri dodici mesi. Nel testo che dovrà ovviamente passare l’esame del parlamento non si fa riferimento né alle stabilizzazioni, né ai precari dei Comuni in dissesto e pre-dissesto. Questi ultimi rimangono al momento quindi fuori dalla proroga. Anche se il governo si sarebbe impegnato a prevedere una norma per questi lavoratori nel prossimo ddl “milleproroghe”.
Alla fine, quindi, a quei lavoratori, precari spesso da vent’anni, è stata garantita la soluzione minima. Nonostante le rassicurazioni giunte in passato da Roma. A Palermo, invece, pochi mesi fa il ministro Madia si era anche impegnato alla predisposizione di un tavolo tecnico per lavorare alle stabilizzazioni. Richieste anche da sindacati, Anci e dallo stesso governo Crocetta che la scorsa settimana hanno firmato un documento congiunto con richiesta di audizione alla Camera.
E invece, alla fine ecco la solita “proroghina”. Per giunta di un solo anno, a differenza dei tre anni di cui si era parlato nei giorni scorsi. Anche per questo motivo, uno dei deputati siciliani in commissione bilancio, l’ex presidente Angelo Capodicasa parla di “risultato minimo, ma viste le circostanze, é già qualcosa. La norma approvata – conferma il parlamentare Pd – non contempla deroghe per i comuni dissestati o sotto piano di rientro. Anche per quest’ultima fattispecie, ci viene assicurato che entrerà nel decreto mille proroghe la cui emanazione è prevista entro la fine di questo mese. Se devo dire di essere contento, – aggiunge – mi dispiace, ma non posso dirlo. Dopo dieci giorni di presenza consecutiva in commissione, 31 ore senza dormire e visti gli impegni presi, onestamente, pensavamo che si potesse ottenere qualcosa di più. Vuol dire che approvata questa norma, – ha concluso – bisognerà di nuovo tornare a lavorare su questo argomento”. E così, i precari “a tempo indeterminato” da un lato tirano un sospiro di sollievo. Dall’altro rimangono appesi a un filo.
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15 Dicembre 2015, 13:03