Nicola Zito: “Faremo squadra”

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02 Novembre 2010, 13:48

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È felice e fiducioso. A oltre 60 anni, Nicola Zito si insedia alla guida della questura di Palermo. Già conosce questa terra: questore di Agrigento dal 2004 al 2007, torna da Roma, dove a ricoperto l’ incarico di dirigente superiore della polizia. Adesso, dopo catture come quella di Gianni Nicchi, Gaetano Fidanzati, Gerlandino Messina, resta un compito pesante: la cattura di Messina Denaro, il pezzo da novanta. Zito, che alla Dia ha lavorato per quasi 10 anni, ai suoi collaboratori chiede di essere “noi”, “rafforzando il concetto di squadra – ha detto il neoquestore – e di continuare con lo spirito di sacrificio che hanno sempre avuto, con grande umiltà”.

“Antimafia è anche un impegno di visibilità per quello che rappresento” dice, facendo capire che la lotta contro la cirminalità organizzata non passa solo dalla cattura dei grandi latitanti: “Ieri sera ero in giro per la città in macchina e dalla radio sentivo di un furto. Un furto è sempre un furto, anche a Palermo. La professionalità – spiega Zito – si misura nelle piccole cose”.

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Non ha la presunzione di essere un innovatore ma dice che cercherà di apportare nuove tecniche di strategia, puntando sopratutto sulla sinergia delle forze dell’ordine, “con il valore aggiunto che è la presenza del prefetto Caruso, ex questore di Palermo e mio carissimo amico”. Ma un grande ruolo, per il nuovo questore, lo ricopre la società civile e la capacità delle forze di polizia di comprenderne i bisogni: “non c’è solo la repressione e la prevenzione – spiega ai giornalisti – c’è anche l’ascolto”. “Non dico che risolverò i problemi di questa città – continua Zito – sarei presuntuoso, ma cercherò di continuare l’impegno portato avanti prima di me e spero che la fortuna ci consenta anche di migliorare”.

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02 Novembre 2010, 13:48

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