18 Novembre 2021, 16:31
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CATANIA – Sei anni e mezzo dopo quel tragico febbraio del 2015, si chiude il secondo capitolo giudiziario del processo per la morte della piccola Nicole Di Pietro. La bambina, nata alla clinica Gibiino di Catania, morì durante il tragitto in ambulanza per arresto respiratorio. Inutili furuno i tentativi di trasportarla al reparto di neonatologia di Ragusa, visto che negli ospedali catanesi non c’erano posti disponibili.
Oggi, la Corte d’Appello di Catania ha parzialmente ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo dalle accuse di falso – l’unico capo di imputazione per cui erano stati condannati in primo grado – il neonatologo Antonio Di Pasquale, l’anestesista Giovanni Gibiino e l’ostetrica Valentina Spanò.
La Corte ha rideterminato la pena a due anni di reclusione – pena sospesa – nei confronti della ginecologa Maria Ausilia Palermo, per le contestazioni di omicidio colposo e lesioni colpose nei confronti della mamma di Nicole. L’imputata, secondo l’accusa, “avrebbe effettuato un monitoraggio inadeguato della partoriente nella fase di travaglio” e “non avvedendosi di una sofferenza fetale in atto, ometteva colposamente di intervenire chirurgicamente con un parto cesareo”, causando la morte della neonata. A Tania Laura Egitto non ha rimosso “una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum”. Anche per la ginecologa è arrivata l’assoluzione dai reati di falso.
La clinica Gibiino – come responsabile civile – rappresentata dall’avvocato Tommaso Tamburino e la ginecologa, dovranno risarcire i danni in solido ai familiari assistiti gli avvocati Michele Ragonese e Maria Chiaramonte. Come parti civili si erano costituiti i genitori della piccola Nicole, i quattro nonni della piccola e l’assessorato regionale alla Salute. “Sbalorditi per le incomprensibili decisioni procedurali e chiaramente processuali. Anche se (noi avvocati) ci poniamo in doverosa attesa della sentenza perché ci appaia chiaro ciò che oggi ci sembra oscuro”, commenta l’avvocato di parte civile Ragonese.
“Dinanzi ad una tragedia così grande e al dolore dei familiari, non è possibile esprimere sentimenti di soddisfazione”, così invece a caldo l’avvocato Walter Rapisarda che difende Di Pasquale. L’anestesista Gibiino è invece assistito dal penalista Pietro Granata.
“Oggi, semmai, è il momento di parlare di un altro dolore, quello di due ottimi medici – continua Rapisarda – che sono stati additati per anni di aver mistificato gli accadimenti, ponendo in essere una “ messa in scena”, per allontanare da sé le proprie responsabilità professionali. Già in primo grado quelle responsabilità erano state escluse. La sentenza da appello rende loro definitivamente giustizia, cancellando anche il solo sospetto – conclude Rapisarda – che nella redazione degli atti a loro firma i medici fossero stati animati da intenti diversi da quello di rappresentare correttamente gli accadimenti di quella tragica notte”.
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18 Novembre 2021, 16:31