14 Gennaio 2017, 06:18
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PALERMO – L’inchiesta è chiusa. Almeno per il momento. Il pubblico ministero Claudio Camilleri ha spedito l’avviso di conclusione delle indagini a undici persone. L’elenco si apre con Dario Niclicchia, l’uomo che avrebbe fatto prostituire una ragazzina di sedici anni e poi tentato di fare la stessa cosa con una bambina che di anni ne aveva appena tredici.
Di favoreggiamento della prostituzione minorile sono indagati anche un assistente capo della polizia e un avvocato. E poi ci sono gli otto clienti – medici, professionisti e avvocati – che avrebbero compiuto atti sessuali con le minorenni pagando cifre comprese fra cinquanta e trecento euro.
Inizialmente Nicolicchia era riuscito a convincere la sua fidanzata Naomi, così si faceva chiamare. Su Nicolicchia, quando era già in cella, però, cadde addosso l’accusa di avere tentato di indurre alla prostituzione anche la tredicenne. E così il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa firmò la seconda ordinanza di custodia cautelare. È stata l’analisi del suo Iphone a fare emergere il nuovo caso, ripescando una chat Wathsapp.
Nicolicchia si autodefiniva pedofilo e aveva in mente di “mettere incinta” la minorenne perché in stato interessante avrebbe attirato più clienti. Si potevano guadagnare fino a “nove mila euro al mese”. Per tranquillizzarla le diceva che non sarebbero stati incontri per strada, ma appuntamenti in luoghi riservati con “uomini facoltosi”, agganciati tramite annunci su Internet. Così facendo il futuro della ragazzina sarebbe stato “pieno di soldi”. Poteva diventare una escort famosa e “conoscere politici…”.
Chiusa la prima parte dell’indagine, i pm continuano la ricerca degli altri clienti delle ragazzine. Compreso l’anziano che incontrò nella zona di via Dante e si presentò a Naomi dicendo che faceva il giudice.
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14 Gennaio 2017, 06:18