15 Ottobre 2012, 18:42
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PALERMO – “Mio padre ha trascorso 20 anni in carcere di cui 11 col regime del 41 bis. Non aveva motivo di suicidarsi proprio ora che poteva sperare in qualche beneficio. Anzi per me potrebbe essere stato ucciso. E’ stata aperta un’inchiesta che non è stata archiviata. Dire che si è suicidato è quantomeno un anticipazione del risultato investigativo che ancora non c’é”. Lo dice Nicolò Ribisi, figlio del boss Pietro, 61 anni condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano, trovato morto giovedì scorso nella sua cella del carcere di Carinola, in provincia di Caserta.
Nicolò Ribisi lamenta il fatto che il prete di Palma di Montechiaro (Ag) non voglia celebrare il normale funerale in chiesa perché l’uomo si sarebbe suicidato. “Mio padre – aggiunge – non stava bene. Non riusciva a dormire. L’ho visto martedì scorso. Avevamo chiesto di farlo trasferire in un penitenziario con annesso ospedale ma giovedì é morto. Il pm ha sequestrato la cella e tutti gli effetti personali di mio padre. Dicono che si è impiccato. Ma ho visto il suo collo dopo che ci hanno riconsegnato la salma: ha un segno che va verso il basso non verso l’alto. E ha le dita della mano sinistra nere come se avesse tentato di impedire che lo strangolassero”.
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15 Ottobre 2012, 18:42