Enna

Nicosia, omicidio Blasco: richiesta archiviazione, non c’è un colpevole

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02 Aprile 2022, 16:10

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NICOSIA – Era il 24 febbraio 2021 quando un allevatore, Salvatore Blasco di 55 anni, sposato e padre di tre figli, venne barbaramente ucciso in campagna, nel terreno di contrada Sperone dove portava a pascolare gli animali. Un delitto orrendo: lo pestarono a sangue e lo lasciarono lì, a morire da solo. Il corpo senza vita, qualche ora dopo, fu rinvenuto da un bracciante agricolo dipendente della vittima, un trentanovenne immigrato dalla Romania. Adesso la Procura di Enna si accinge a chiedere l’archiviazione dell’inchiesta. Il delitto, insomma, resta senza un colpevole.

La decisione, al secondo piano del Palazzo di Giustizia, era già nell’aria da mesi, considerato che le indagini del Commissariato di Nicosia e della Squadra Mobile di Enna, coordinate dal sostituto procuratore Salvatore Interlandi, non avrebbero prodotto elementi inequivocabili, tali da giungere all’individuazione dei colpevoli, nonostante l’iscrizione iniziale sul registro degli indagati di cinque persone.

Il responsabile del delitto, o i responsabili, insomma, sono destinati a rimanere impuniti. O quantomeno sarà così per adesso, considerato che l’archiviazione di un’indagine per omicidio non porta certo il fascicolo a essere accantonato definitivamente: basterebbe un nuovo elemento, uno spunto, un testimone, per portare alla riapertura dell’inchiesta.

Secondo quanto trapelato, oltre alla mancata individuazione di un possibile movente – si erano ipotizzati contrasti tra imprenditori agricoli, o comunque questioni rimaste in sospeso legate a interessi economici, tutte piste che non hanno mai trovato riscontro – permangono ancora dei dubbi sulla causa della morte. L’autopsia sul corpo di Blasco, infatti, non ha mai cancellato del tutto i sospetti che la vittima potesse aver subito un’aggressione da parte di un toro, che sembravano fugati, quantomeno inizialmente, visto l’esito della perizia.

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Un’ipotesi scarsamente credibile, invero, che tuttavia verrebbe in qualche modo valorizzata da un secondo, inquietante, episodio avvenuto poco tempo dopo a breve distanza dalla scena dell’omicidio, in contrada Noci. Il 23 luglio scorso, infatti, venne rinvenuto cadavere proprio il dipendente dell’azienda Blasco, lo stesso bracciante che aveva rinvenuto il corpo del suo datore di lavoro. E la morte del romeno sarebbe ascrivibile, secondo quanto sarebbe emerso, proprio all’aggressione di un toro.

Questo secondo decesso, trapela da indiscrezioni, potrebbe aver acceso, o riacceso, i dubbi legati alla causa della morte di Blasco. Sta di fatto che per ora tanti interrogativi rimangono senza risposta, a cominciare dal principale, quello la cui risposta porterebbe alla soluzione del giallo, legato a chi avesse, o potesse avere, interesse a un’uscita di scena di un allevatore come Blasco, titolare di un’azienda agricola grossa e importante nel territorio di Nicosia, che giungeva quasi a ridosso della frazione di Villadoro.

La richiesta di archiviazione dovrebbe essere firmata in questi giorni negli uffici diretti dal procuratore Massimo Palmeri. La famiglia Blasco, si ricorda, ha nominato dei legali per assistere all’andamento delle indagini, sperando che potessero far luce su quanto avvenuto. È assistita dai penalisti Piergiacomo La Via e Ones Benintende.

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02 Aprile 2022, 16:10

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