17 Settembre 2019, 19:20
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PALERMO – Il collegato è, nella sostanza, saltato. Una lettera di Palazzo d’Orleans non ha lasciato dubbi: “Non ci sono le risorse”. E così non c’è altra soluzione: l’Ars non può approvare leggi di spesa e dal collegato del collegati sono state stralciate tutte le norme che prevedono l’impiego di denaro pubblico. Proprio la mancanza di risorse su un disegno di legge che è collegato alla legge di spesa per antonomasia, la finanziaria, segna lo svuotamento totale dell’anima del disegno di legge che era stato collezionato come sintesi di tutti i collegati al ritorno dalle ferie d’Agosto.
A Sala d’Ercole, i deputati non hanno potuto fare altro che prendere atto della comunicazione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè. “Ho scritto una lettera al presidente della Regione per capire se ci fossero o meno le coperture. – ha raccontato Miccichè che ha continuato: – Il presidente mi ha risposto scrivendomi che l’eredità trovata dal governo della Regione è più grave del previsto e così con l’aggravio del nuovo disavanzo rende impossibile trovare le coperture per i collegati in esame. Dopo avere letto la lettera – ha concluso Miccichè – mi sono recato in quinta Commissione e ho chiesto un cambio di rotta e cioè di stralciare tutti gli articoli che avessero previsione di spesa. Poi faremo una riunione del capogruppo e decideremo cosa fare”.
Luca Sammartino (Pd), presidente della commissione Cultura, ha poi comunicato che sono stati stralciati tutti gli articoli che prevedevano spesa mentre gli emendamenti aggiuntivi che prevedono spesa sono stati stralciati. Domani la Commissione approverà gli emendamenti aggiuntivi che non hanno bisogno di copertura.
Durante la seduta qualche deputato si è chiesto che senso avesse continuare a tenere in vita il ddl. In tanti hanno accusato il governo di avere sbagliato a non informare il parlamento siciliano della situazione. “Non possiamo fare finta che non sia successo nulla. – ha detto il capogruppo del M5s Francesco Cappello – Abbiamo ruotato come un criceto: a vuoto, inutilmente. Avrei preferito che queste considerazioni sui conti l’assessore Armao le avesse fatte prima invece abbiamo perso tempo inutilmente”.
“Oggi mi aspettavo che venisse a riferire il presidente della Regione – ha commentato Nello Dipasquale (Pd) dicendosi contrario all’esame di quello che rimane nel Collegato – perché dalla mancata approvazione di questa legge discendono delle conseguenze per tutti. Dopo l’otto agosto, avete fatto una giunta, e avete scoperto un nuovo disavanzo. Ci spiegate perché dall’otto agosto a oggi non avete comunicato questa situazione di aggravio?”.
Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, ha ammesso: “Probabilmente con tutti questi collegati ci siamo incartati ma siamo disponibili ad approvare velocemente quello che ne rimane”. Anche Carmelo Pullara (Popolari e autonomisti) ha affermato che sarebbe opportuno approvare la parte normativa.
Giuseppe Lupo (Pd) ha invece posto un’altra questione e cioè quella delle spese che a seguito del Collegato generale e della delibera di giunta d’applicazione della legge, non sono state scongelate. “Se mancano le coperture – ha dichiarato Lupo – allora non è più possibile scongelare i capitoli di spesi rimasti congelati dalla Finanziaria e allora per un gesto di equità sarebbe opportuno rivedere quella scelta. Cosa ne sarà delle categorie non finanziate per altri 27 milioni? O il governo ci dice che è in grado di trovare queste risorse – ha concluso Lupo – oppure occorre riconsiderare la delibera di giunta e spalmare equamente le risorse trovate in occasione del Collegato generale”.
Infine ha preso la parola il vicepresidente della Regione Gaetano Armao che ha illustrato con una relazione la situazione dei conti risultata dopo l’operazione di analisi degli oltre 64mila capitoli del bilancio della Regione “Abbiamo approvato il rendiconto che è stato frutto dell’interlocuzione con la Corte dei conti e fino a quella data, e cioè al 9 agosto la situazione era un’altra. Le comunicazioni che dovevamo fare invece le abbiamo fatte nei primi giorni utili”.
Armao è sceso nel particolare dell’operazione compiuta. “Nelle quote vincolate extraregionali il rendiconto dava importi negativi anche se è impossibile. Sono emerse imputazioni inappropriate prima per 2,7 miliardi e per fortuna siamo riusciti a riconciliare 1,3 miliardi e così si è avuto l’importo del maggiore disavanzo di 400 milioni di euro. Il disavanzo del 2018 – ha concluso l’assessore all’Economia – sarebbe pari a 800mila euro, sarebbe quindi in una situazione di sostanziale equilibrio di bilancio, ma con l’eredità del passato la cifra del disavanzo è peggiorante”.
Anche dopo le parole di Armao reazioni non sono mancate. Il capogruppo di Sicilia Futura Nicola D’Agostino ha commentato: “Non possiamo neppure dire di avere ragione! La realtà supera le nostre previsioni. Solo che ora rimangono le macerie ed i problemi rinviati ed irrisolti da mesi, dopo che questo Governo ha speso quest’anno l’impossibile. Che figura che fa il Governo e con esso la maggioranza… Certo non potevamo pensare a tanta superficialità”. Duro è stato il commento di Anthony Barbagallo che ha detto: “Smettiamo di illudere i lavoratori siciliani perché tutti sappiamo che la voce che gira nei palazzi è che il risultato che verrà fuori dalla parifica porterà ulteriori riduzioni”.
E infatti, occorrerà comunque attendere il giudizio di parifica della Corte dei conti. Solo quello dopo un anno di dibattito sulle risorse sancirà la verità sui conti della Regione. In quel momento si conoscerà il reale valore del buco nel bilancio. Se dovesse essere confermato allora saranno necessarie maggiori entrate o riduzioni di spesa. L’ombra dei tagli, insomma, incombe sempre più forte sui sempre più fragili conti della Regione.
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17 Settembre 2019, 19:20